Parliamoci chiaro: in una scena tanto grande e tanto sfaccettata come è sempre stata quella di Roma, città completamente diversa fra un quartiere e l’altro, scegliere chi possa averla rappresentata meglio degli altri lascia il tempo che trova; il bello dell’hiphop romano è proprio che il viscerale senso di appartenenza alla capitale e il clima fortemente competitivo hanno fatto sì che il livello si alzasse, dando vita a innumerevoli capolavori del rap italiano.
Oggi vi parlo di un rapper che, dopo aver contribuito a cambiare le regole del gioco nell’annata ormai mitologica del 2016, nel suo ultimo disco ha deciso di mettere bene in chiaro il suo status nel rap italiano a partire dalla sua città.
Non a caso, il gruppo di cui faceva parte non ha mai mancato di ribadire, con un’attitudine sfacciata, tanto hiphop quanto coatta, che in quel periodo storico oltre a loro “a Roma non c’[era] nessun altro”.
Side Baby, ex Dark Polo Gang, è fuori con il nuovo disco Leggendario, uscito il 13 settembre, giorno del suo trentesimo compleanno. Ormai non è più un “pischelletto Dark”, come qualcuno avrebbe detto al tempo, e tutto è cambiato dal 2016.
Dopo l’uscita dal gruppo e un graduale riavvicinamento ai vari TonyEffe, Wayne Santana e Pyrex, reso manifesto dai featuring in Succo di Zenzero vol.2, Untouchable e Icon, la perdita dell’hype raggiunto nel picco della DPG è stata consistente.
Se Wayne e Pyrex hanno tentato di cambiare genere con risultati tanto discutibili da aver fatto fare un goffo passo indietro al secondo (che aveva addirittura cambiato nome) e la musica di Tony, top seller del 2024, è un pendolo che oscilla fra Sesso e Samba e dissing a Fedez e Niky Savage, c’è da dire che Arturo sembra essere l’unico rimasto genuinamente dark; la coerenza non ha sicuramente ripagato con il giusto riconoscimento da parte del pubblico, e, per rimettere la chiesa al centro del villaggio, in Leggendario Side rimette la trap al centro di Roma.
Già dall’intro, title track del disco, si percepisce l’attaccamento del rapper romano alla cultura hiphop: Dj Gengis, leggenda capitolina(rimanendo in tema), non solo cura la produzione, ma arricchisce il tutto con degli scratches, nei quali, oltre al riferimento di Side alla strofa di Luchè in Senza Dio RMX e alle autocitazioni a Diego Armando Maradona, Neve a Settembre e Totti e De Rossi, si sentono le voci di Noyz, Guè e Gast. Il filo conduttore? La parola “leggenda” e il derivato “leggendario”.
“Leggendari come Agassi nei Novanta
Noyz Narcos – Dope Boys (Virus, 2022)
Sopra il campo come in Terrasanta”
“Sono una leggenda metropolitana”
Gast – Underground (Underground Legend Mixtape, 2015)
“Leggendario, in ogni fuso orario”
Guè – La g la u la e pt. 2 (GVESUS, 2021)
“Il tuo stato è in emergenza, il mio stato è leggendario”
Marracash & Guè feat. Luchè – Senza Dio RMX (Santeria Deluxe, 2016)
Proprio l’intertestualità, tratto distintivo dell’hiphop in ogni sua espressione, è una cifra stilistica particolarmente diffusa nel progetto. Oltre all’intercalare “se non parli di soldi”, la cui alta frequenza è commentata da Side stesso (“Se non parli di soldi, allora non parlarmi (Non ti sento) / So che lo dico dalla prima traccia che ho fatto” Miracoli), sono molteplici le citazioni al romano fatte da vari ospiti.
“Spendo soldi in gioielli e stupefacenti (Seh)”
Rasty Kilo in Guerra (cit. a “Regole“)
“Fotto col lato oscuro, sono io l’inferno”
Niky Savage in Bad Bitch (semicit. ad “Alien“)
“Beccami all’indiano, sto mangiando pollo al curry
Diss Gacha in Fuck the club up (semicit. a Cavallini)
[…]
Baguette, pancarré, rosette e ciabatte (Ah)
Non vuole fottere i miei amici, allora può andarsene”
Rispetto ai precedenti album ufficiali (Arturo e Il ritorno del vero), in Leggendario Side osa molto di più con le sonorità (l’episodio sulla cassa dritta NA/RM con Yung Snapp e MV Killa è uno dei brani più riusciti del progetto) e con i testi, alternando banger come Convoglio con Tony Effe o RXX/R1 con Zep Dembo e Pyrex a momenti più intimi come Bonnie e Clide con mew o Miracoli con Franco126; anche nei testi più conscious però, il rapper non perde neanche per un secondo la sua attitudine trap, passando nell’estratto qua riportato, dalle riflessioni sulla sua famiglia al prezzo, non proprio modico, delle sue scarpe.
Se è il pubblico generalista che ormai muove le classifiche del rap italiano a dover valutare la musica di Side, quel riconoscimento simbolizzato dalla corona richiamata in Padrino (“Ottavo re di Roma, datemi la mia cazzo di corona”), difficilmente potrà mai concretizzarsi in quanto a numeri e certificazioni; tuttavia, per chiunque ami questo genere, l’influenza della Dark Polo Gang per le nuove generazioni è innegabile tanto quanto il valore di Side come autore solista, che, sperimentando e migliorando nella scrittura disco dopo disco, ha mantenuto l’anima spontanea e grezza di quando ha iniziato.
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