Arresto, polemiche, rischio di sparire. Poi “QVC 5″ esce a fine 2014, manda in crash il sito e supera 300.000 download in due mesi. In questo articolo ripercorriamo quel momento chiave per Gemitaiz: dalle basi americane, alla tecnica, ai sample iconici — fino alle prime tracce della sua fioritura artistica.
Se 14 anni li hai una volta sola, quanto può essere difficile eternare l’età adolescenziale?
Ad un anno esatto dal vol. 4, il 30 dicembre 2015 Gemitaiz ritorna con il quinto episodio.
E come ho detto sopra, il tape superò i 300 000 download in poco più di due mesi: ricordo ancora che il sito da cui si poteva scaricare quel QVC crashò poco dopo la mezzanotte e che, con la mia modestissima connessione che viaggiava intorno ai 640kbps, dovetti aspettare il mattino seguente per il poterlo ascoltare.
Ricordo infatti che il tape aveva intorno tutta un’aura diversa, come se si stesse per ascoltare il progetto di qualcuno che, secondo l’opinione pubblica, non doveva essere ascoltato, perché la percezione generale di Gem si era letteralmente frammentata. Era come se la sua voce fosse proprio cambiata; bhe in parte era così, perché da qua in poi diventa più roca, ma non solo.
Frate’, questo è quello che vi consiglio
Gemitaiz – Intro (QVC5) (Quello Che Vi Consiglio vol. 5, 2014)
Scappa veloce come un coniglio
Vi viene a prendere papà, dico d’avvertirlo
Fai la fine della nave all’isola del Giglio
Ma facciamo un piccolo passo indietro.

Dal rischio di perdere quasi tutto
È il 29 gennaio del 2014 quando Davide De Luca, Gemitaiz, viene fermato per strada dai carabinieri. In tasca, con sé aveva ketamina e marijuana. La perquisizione scava più a fondo, fino alla casa, dove i carabinieri trovano hashish e un bilancino. Le manette, poi i domiciliari. Il colpo è duro: l’accusa è detenzione e spaccio di stupefacenti.
Il personaggio era in rampa di lancio e sulla bocca della maggior parte degli adolescenti italiani. Da parte sua nessuna spettacolarizzazione, solo un via vai di notizie non ufficiali su Facebook, un hashtag (#freegem) porta-click e l’opinione pubblica frammentata tra chi, a colpi di “stati”, augurava il gabbio al rapper e tra chi gridava alla scarcerazione.



Il rapper patteggia — un anno e dieci mesi, pena sospesa — e torna a scrivere.
Il 2 aprile, dopo tutto il gran subbuglio, arriva “Non se ne parla“, un singolo denso, firmato ancora con MadMan. Il brano è il preludio a “Kepler“, uscito il 24 maggio e piantato dritto al primo posto nella classifica FIMI. In due mesi è già disco d’oro; ma questo te lo racconterà meglio Simo.
E poi, come assaggio dell’imminente capodanno e a dimostrazione di come quell’anno si sia effettivamente parlato quasi solo di lui, il 30 dicembre spunta “Quello Che Vi Consiglio Vol. 5” sotto “Tanta Roba”.
Dell’evento dell’arresto ne riparlerà in maniera più approfondita nella title track di “Nonostante Tutto (2016)” (vedi sotto), in questo tape ci sono solo qualche riferimento qua e là, di un trauma che faceva fatica a rimarginarsi e che darà la tinta pastello a tutto il tape.
A sedici anni mollavo la scuola (Vaffanculo)
Gemitaiz – Nonostante Tutto (Nonostante Tutto, 2016)
In bocca una canna che poi sarebbe stata la mia condanna (Ah)
Sveglia alle sei in tribunale con mamma
Rischio di prendere più del dovuto
Perché al giudice non sono piaciuto (Nah)
Con l’avvocato d’ufficio che manco sa come mi chiamo
E sarebbe d’aiuto (Frate’)
Sembra che va tutto male, legge incostituzionale (Qua)
Non protegge, cerca di non farmi più suonare (Mai)
“40 grammi sono il mio uso personale”
Lo uso per scrivere, lo uso per volare via (Via)
Dall’apatia, dalla macchina della polizia (Uoh, uoh)
Cambio la via sennò finisco in cardiopatia (Aah)
Alla chiave di volta della propria carriera
Le tematiche di questo progetto, rispetto ai precedenti lavori, sono a tratti più leggere (qui il cannette-rap inizia a diventare più preponderante) ma velate di una malinconia che le rende frammentate, proprio come la copertina, ma ancora identitarie e ben riconoscibili.
Sembra quasi che Gem stesse cercando di ricordare a sé stesso per quale motivo stesse realizzando quel progetto.
L’articolo potrebbe tranquillamente finire qui, dopo la visione del making off del quinto volume, perché questa testimonianza video racconta, in maniera diretta e indiretta le modalità lavorative che restituiscono al tape la sua dimensione, ma evidenziamone brevemente i punti cardine.
Faccio i mixtape esclusivamente per usare le strumentali americane
[…]
non mi frega un cazzo se il beat l’ha usato Wiz Khalifa o Ligabue, lo vuoi soltanto usare e se non usassi quella base lì non potrei dire determinate cose
In questo semplice passaggio, si mette in evidenza un meccanismo fondamentale del rap: il legame indissolubile della parola e della base. La sinergia che si crea tra le parole cucite insieme alla base, con il loro particolare ritmo, sprigionano un significato che esiste solamente all’interno di quella registrazione.
Senza quella specifica base il rapper non penserebbe quelle parole e viceversa.
Viene spontaneo dire “hai copiato il pezzo perché non è che te sei impegnato… hai fatto il pezzo uguale all’americano, che c*zzo ci vuole” […] per fare il pezzo uguale all’americano e fare le chiusure come l’americano che suonino uguale all’italiano […] non è facile.
Questo è un modo per dimostrare soprattutto a me stesso che posso fare determinate cose, perché quando sento determinate cose che mi piacciono, che siano di Eminem, di Wiz Khaliva, di Curren$y o di Tech 9ine, mi viene automaticamente voglia di provarlo perché devo riuscire a fare quello che fanno loro perché sono loro quelli che mi hanno insegnato a rappare
Oltre a sentire la necessità di sfatare in prima persona il mito del “copiare gli americani”, Gemitaiz sottolinea che apprezza particolarmente introiettare la tecnica di un artista suo modello, riproporla a modo suo, affinché il suo stile possa completamente impregnarsene.
Come lui stesso dice poco dopo, diversamente dal disco ufficiale – che viene scritto per essere capito da tutti quanti e per tutti quanti – nel mixtape predilige sperimentare, innovarsi e rinnovarsi per poter raccontare con le parole il suo mondo e le sue pieghe.
Per concretizzare quanto detto faccio riferimento a “Le Mille E Una Notte“, uno dei miei brani preferiti di QVC 5. In questo brano Gem, Caneda e Luché (che lasciano due strofe pregevoli), proprio come Shahrazād, cercano di ritardare la morte raccontando le loro esperienze, i loro pensieri e le loro riflessioni. Nella sua strofa Gem dimostra che la carica eversiva dei primi volumi qui, come in tutto il tape, si smussa e si mette al servizio di un racconto fatto d’impressioni incredibilmente soggettive ed icastiche che da qui a poco diventeranno il suo marchio di fabbrica.
Tutto il mixtape infatti diventa un gioco di specchi che riflette luce verso sé stesso, i precedenti progetti e la scelta dei featuring realizzati alla vecchia maniera, nello stesso studio e nello stesso posto beccandosi di persona.
In maniera parallela, l’utilizzo e la scelta dei campioni si fanno più sottili, raffinate, meno grossolane e ne è un esempio magistrale “l’Intro” che porta con sé un campionamento a matriosca capace di sprigionare la sua forza tramite la memoria uditiva: la strumentale è tratta da “2020 AD” di Nino Bless, che a sua volta campiona “Sky High” dei Jigsaw. Il medesimo campione era già stato utilizzato da Gemitaiz nell’intro del primo episodio; non a caso esordirà dicendo “il nome lo sai e il campione del beat pure me sa”.
Un esempio analogo è il quinto appuntamento di “Veleno 5“, la cui strumentale è tratta da “Ooh Kill ‘Em” di Meek Mill, che a sua volta riprende “Forgot About Dre” di Dr. Dre.
Parliamo dello stesso artista in fissa con Lil Wayne e Drake (da cui prende interamente la base in “Love Me” in “Non Ti Rivedo Più” e “Grindin'” in “Se Vuoi Puoi”) ma che in questo progetto cerca di rendere il tutto più raffinato e sottile come testimonia il sample di “Billy Idol” che riprende “Tearz” degli Wu-Tang Clan ma in maniera più lavorata, personale e limpida.
A spiccare e a determinare la sterzata stilistica di cui parlavamo prima sono brani come “Ballata Del Dubbio Pt.3” che riesce a caricarsi di un grande trasporto emotivo grazie al sample di “House of the Rising Sun” dei The Animals o “Dammene ancora un po’” affonda a piene mani in “Blue Jeans” di Lana Del Rey, in cui il rapper inizia ad abbandonarsi a quella modalità di cantato (che ritroveremo nei suoi prossimi dischi ufficiali) capace di renderlo familiare e riproducibile anche per chi era meno avvezzo al rap.
Conclusioni
Se è della notte, fra’, che sono schiavo
Gemitaiz – Sail Rmxxx (Quello Che Vi Consiglio vol. 5, 2014)
Non dirmi di dormire che ti pugnalo
Proiettile umano, cerco di aprire
Che al collo ho una chiave e no il dente di squalo
“Sail Rmxxx”, che è un remix del brano “Sail” dei Awolnation, utilizzato a sua volta in “Giro Di Notte” (QVC 3) chiude il progetto e, in un certo senso anche il discorso aperto (anche qui una citazione di una citazione).
Vedo “QVC 5” come il tape in cui sono presenti tutte le prime tracce che hanno fatto trovare a Gemitaiz la sua chiave definitiva per accedere al mainstream che coincide, simbolicamente, proprio con la chiave che è dietro la copertina, di cui parla in “Neanche un Giorno“:
Ho una chiave addosso ma non apre niente (Niente)
Gemitaiz – Neanche Un Giorno (Quello Che Vi Consiglio Vol. 4, 2013)
È il mio cuore semplicemente (Ehi)
Ce l’ho sempre appeso al collo
Mi ricorda di non perdere il controllo (Giù)

Raccontare il suo cuore, raccontarsi si nella sua forma più vulnerabile, più umana e condivisibile, per arrivare a toccare le corde di chi, apparentemente, era più lontano da lui, perché il dolore e la sofferenza accomuna chiunque. Da qui la sua voce consumata dal fumo, mutata delle sue nuove modulazioni e delle sue nuove sperimentazioni, si presterà a raccontare le cronache della quotidianità appartata che lo renderanno famoso ad un pubblico più ampio, ma terminare il discorso ci penseranno i miei colleghi.
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