E intanto noi che c’eravamo stretti in un abbraccio
Preoccupati per il mondo e delusi dalla realtà
Ci siamo innamorati della speranza.
La Moto (Alizeè) – Venerus (Speriamo, 2025)
Il terzo disco di Venerus è un enorme banco di prova. Dopo essersi presentato con la sperimentazione raffinata della sua Magica Musica e aver svelato con estrema intimità il suo segreto, con “Speriamo” Venerus prova, ancora una volta, a rinnovarsi, cercando di dare un nuovo significato al suo percorso artistico. Lo fa attraverso un messaggio di speranza, uno di quei messaggi lucidamente utopistici che solo a musica può mandare. Il cantautore milanese scolpisce la sua opera con un una delicatezza disarmante, confermandosi a pieno titolo uno degli innovatori più brillanti nell’industria alternative pop italiana.
C’è un uomo. Sfreccia veloce, domando una moto azzurra. Nonostante il potente rombo di motore che lascia come scia, passa inosservato tra strade e piazze affollate. Vede sé stesso riflesso nello specchietto retrovisore, poi dà una rapida occhiata al desolante panorama che si lascia dietro. “Speriamo che un giorno il mondo…” pensa tra sé e sé, mentre la sua sagoma si deforma e scompare.

La musica di Venerus è nascosta in piena vista. Nonostante il profondo strato di intimità che pervade il progetto, “Speriamo” parla agli altri, usa la sua personalissima esperienza di vita come cassa amplificatrice per arrivare a tutti. L’album ha le forme di un viaggio senza un confine chiaro; parte da dentro, dalle viscere e arriva a noi attraversando un prisma psichedelico di relazioni interpersonali e generi musicali. Tutto il disco è sorretto da un equilibrio precario, da un lato l’interiorità, dall’altro la morbosa voglia di raccontarsi e raccontare. Un dualismo che ben delinea il contesto in cui è totalmente immerso.
Il racconto è delicato, privato, un flash di situazioni quotidiane apparentemente senza importanza che Venerus mette in luce per disegnare il suo mosaico. “Speriamo” si distingue dai precedenti; al centro del progetto ci sono i testi. Senza tralasciare le sonorità, le parole assumono un’importanza rinnovata. L’artista lombardo lancia un messaggio di speranza giocando con una scrittura lirica e riflessiva. “Speriamo” è in disco in cui Venerus sente il bisogno di parlarci e per farlo esce anche dalla sua zona di confort. Troviamo un uso massiccio del rap come genere preferenziale di comunicazione. Recupera quel rap delicato e melodico usato in “Love Anthem” e lo rinnova pesantemente. Venerus si mette in gioco declinando il rap alle sue particolari visioni musicali, riuscendo a contaminarlo senza snaturarlo.
L’impianto rap dell’artista è grezzo ma efficace. In parole povere: essenziale. Venerus non spicca ovviamente per tecnica ma mette al centro della sua produzione una scrittura unica abbinata a un impianto sonoro onirico e brillante.
Il disco, a differenza del precedente, è gremito di featuring, a collaborare troviamo: Cosmo, Gemitaiz, MACE, Side Baby, Mahmood, Jake La Furia, Izi, Marco Castello, Altea e i fidatissimi produttori amanda lean e not for climbing. Solo guardando i feat. troviamo mondi lontanissimi tra di loro, Venerus opera in uno spettro di generi immenso, dal rap al pop passando per l’RnB e la musica elettronica. La densità dell’impianto sonoro è palpabile, Venerus è abile a fondere il suo particolare cantautorato con generi diversi tra loro, il tutto solo seguendo un desiderio primitivo di musica in tutte le sue forme.
“Speriamo” mette al centro temi essenziali, come l’amore e l’amicizia, senza correre il rischio di banalizzarli. “Tra le tue braccia” con Cosmo è una traccia intima e intensa, dedicata al profondo legame che unisce i due artisti. Ottima anche la prova di Gemitaiz in “Un Giorno Triste”, traccia dove Venerus unisce strofe rap a un ritmo rock vintage anni 2000. Se di quel capolavoro che è “Felini” con Marco Castello vi avevo già parlato nel What’s new – rubrica settimanale dove analizziamo le nuove uscite – la traccia che più sorprende è “Cool” featuring MACE, Side Baby, Mahmood e Jake La Furia. In una traccia che unisce boom bap e 808 a riff di chitarra lenti, Venerus dà prova della sua bellissima poliedricità. Unisce quattro personalità, uniche e differenti tra loro, sopra una produzione meravigliosa di MACE. Menzione d’onore per le strofe di Jake e Side; i due rapper, seppur di generazioni estremamente differenti, scrivono barre intense di livello altissimo, amalgamandosi perfettamente al muro sonoro di MACE.
L’esperienza d’ascolto è come sempre appagante, la forza di Venerus sta proprio nel trasmettere in ogni progetto emozioni vive. Attraverso il suo personale pop, raffinato e lirico, è in grado di creare ogni volta qualcosa di diverso, un essere in continuo mutamento che trova la sua completa consapevolezza nella contaminazione fra genere differenti.
In un’industria che rende tutto più statico, dove tutto è necessario ma la musica è superflua, Venerus fa ancora musica magica seguendo la sua visione. Perché, se è vero che la speranza è l’ultima a morire, alla fine del viaggio solo i veri sopravviveranno.
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