“Un sogno
dove tutti muoiono”
Con questa citazione all’omonima traccia presente in “Young Crazy EP” si apre il primo libro autobiografico di Achille Lauro, rapper romano classe ’90 che negli anni, grazie alla costante evoluzione ed innovazione, si è discostato sempre più dall’immaginario ghettizzato del rap per affondare le radici in qualcosa di nuovo, senza un genere ben definito.
In “Sono Io Amleto”, pubblicato nel gennaio 2019 per Rizzoli, questa sua voglia di evoluzione si denota sin dalle prime pagine ed emerge concretamente.
All’interno del libro c’è di tutto, dai flussi di pensiero di Lauro accompagnati da racconti di vita vissuta scanditi da citazioni di sue canzoni, poesie in versi e frasi ad effetto che contribuiscono a creare un connubio perfetto capace di rendere molto più affascinante e artistica la lettura.
Nelle pagine scritte da Lauro e Marta Boggione, ghostwriter che aiuta la stesura, troviamo pagine di racconti e riflessioni da parte di persone come il fratello Fet (Federico), Sandro, Frenetik, Pitch, Sedato, Simon P, Dogs Life e Boss Doms: colleghi nonché grandi amici dell’artista che hanno dato un loro personalissimo contributo rendendo più interessante la figura del protagonista.
Come tutta la sua discografia e produzione, questo libro è una delle prove della sua enorme creatività, che non si lascia intrappolare da modelli e non segue nessuna regola imposta.
Lauro guida il lettore, grazie al suo flusso narrativo, in un viaggio psichedelico, nonché visionario e malinconico, oltre che poetico e drammatico, accompagnando il tutto con 23 opere di artisti street contemporanei che ricalcano in chiave visiva questa sua percezione.
Nello scritto, sin dai primi capitoli, viene sviscerata la vita dell’artista a partire da un’infanzia complicata che sarà la miccia per la sua crescita musicale e personale.
In questo contesto Lauro si sentirà sempre più oppresso a causa delle continue liti familiari che culmineranno nel bisogno di andarsene di casa a 15 anni per vivere assieme al fratello più grande.
La vita viene contornata di suggestioni oniriche, testimonianze sincere e strazianti, schizzi di vite impazzite, ma anche tanto amore puro e sincero in un contesto forse fin troppo degradante. I due ragazzi, Lauro e il fratello, accolgono chiunque abbia bisogno di un luogo che lo faccia evadere dall’oppressione della vita, costruendo metaforicamente un luogo di pace che costituirà una sorta di seconda famiglia.
Scorrendo le pagine assistiamo alla nascita di un idolo, un “enfant terrible” che passa da motorini rubati a chili di droga, fino ad arrivare a sentimenti veri e profondi con l’unico desiderio di essere sé stesso: un diverso con la fame per la vita e la voglia di evadere dalla propria condizione.
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Gli Angeli
sono ancora seduti sulle panchine dove siamo cresciuti.>>
Ed è proprio vero, il suo essere diverso, come dice nel libro, l’ha salvato dallo spiraglio buio e toccante della droga che già aveva preso molti dei suoi amici.
La droga nel libro è onnipresente: Lauro inizia prestissimo a sperimentare le sostanze stupefacenti a causa delle compagnie composte maggiormente da amici più grandi, fino a quando non vede i propri compari rovinati da quelle stesse. Ed è qui che si ha una svolta, la droga inizierà ad essere utilizzata come unico mezzo per fare i soldi in fretta, in modo da scappare dalla situazione di disagio che era la vita in periferia.
Achille Lauro, artista di trasformazioni
Arrivato ad un punto di transizione, però, decide di smettere per dedicarsi esclusivamente alla sua carriera e quello che ha sempre sognato di fare: la musica, la sua vera passione.
Il libro segue un proprio ordine, un percorso tortuoso in cui i sentimenti di Lauro travolgono il lettore con un crescendo di emozioni, in cui l’unica costante è la ricerca della redenzione e la voglia di avverare quel sogno.
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In cui ogni
passo sbagliato
Si è
rivelato la risposta per uscirne>>
L’evoluzione e l’innovazione musicale sono altre costanti continuamente rimarcate nello scritto, esse emergono e si riverberano dalle esperienze vissute. Si spazia dai primi pezzi incisi da ragazzino con Boss Doms fino al rilascio di “Barabba Mixtape” e “Harvard”, portandolo ad arrivare fino all’incontro con Marracash e Shablo e all’entrata in Roccia Music con l’annessa uscita del progetto “Dio C’è”.
Ma Lauro è un visionario, un poeta maledetto a cui i canoni imposti dalla musica vanno stretti e sente il bisogno di avere una realtà propria, ed è qui che nasce il collettivo “No Face”, da qui “partorisce” l’album Ragazzi Madre e dà il via, assieme al suo socio Boss Doms, ad un viaggio nell’innovazione e nella sperimentazione fondendo assieme più generi, più sonorità, avviando anche uno studio sempre più introspettivo e sempre più distaccato dallo scenario rap e Hip Hop che troverà una prima tappa in “Pour L’Amour”, (album ampiamente citato nel libro) prodotto in cui riecheggia continuamente l’amore, sentimento largamente incontrato anche in “Sono Io Amleto”.
Fermati e imprigionati il lato empirico e quello emotivo nel libro, Lauro continua a sperimentare la sua stravaganza in “1969”, un album con sonorità punk-rock reso famoso grazie all’estratto “Rolls Royce” portato sul palco dell’Ariston di Sanremo.
Imminente uscita invece è il singolo “1990”, prossimo capitolo del suo costante rinnovarsi che attraverserà la sfera della musica dance.
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una
Rockstar, un Punk Rockerz, uno Scrittore bohèmien.
Sono il
figlio di Dio, il figlio di ma’,
un ragazzo
normale, un miracolato,
un pessimo
esempio e la più grande storia
mai
raccontata prima>>
Dopo una vita costellate di tragedie si ha la redenzione.
Quel ragazzino che, decidendo di rompere le regole e infrangendo le convenzioni sociali, ha costruito “un impero dalla polvere”, ha sfidato la morte, ha attraversato l’inferno ed è riuscito, infine, a trovare la sua strada nella musica.
Di Modesto De Luca
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