Il social dilemma di FAMOSO e la produzione culturale di Sfera Ebbasta
IN ARRIVO. Dopo un’attesa interminabile fatta di indizi e promesse, per Sfera Ebbasta è giunto il momento di rimettersi in gioco, questa volta World Wide. Negli ultimi, pochi, giorni, l’hype per l’album FAMOSO – di cui fino a ieri si conosceva solo la sigla per la prima traccia, BP – è salito improvvisamente a bordo del feed Instagram dell’artista. Il nuovo disco uscirà il 20 Novembre e sarà composto da 13 tracce e da una rosa di producer del calibro di Junior K, Sky Rompiendo e Diplo, per citarne alcuni. Mentre l’intera produzione esecutiva risponde inevitabilmente al nome di Charlie Charles, il percorso inarrestabile di Sfera si carica, finalmente, di una dimensione internazionale, grazie ai feat confermati con Future, J-Balvin, Offset, Marracash & Gué Pequeno, 7ARI & Steve Aoki, Lil Mosey. In copertina, $€ in Dolce & Gabbana, fotografato da Haris Nukem, circondato da un casting multiculturale di fans, mentre firma autografi: la prima cosa che viene in mente se si pensa alle implicazioni della celebrità. Il frame è racchiuso in una cornice dorata, come un’opera d’arte, ma poi il titolo dell’album è vomitato sull’artwork con una bomboletta rossa e il lettering della strada. Ancora una volta, l’autocelebrazione di Sfera balla sul filo del rasoio che unisce i brutti quartieri al successo.
Dopo una caption piena di clessidre e un tag diabolico al producer di fiducia, il 9 Ottobre è arrivato il post con il video-teaser diretto da Erasmo Ciufo e il collettivo Lettergram. E alla fermata di quel bus a Ciny c’è proprio lui, quel Gionata di qualche anno fa, sfacciato ed ambizioso come la Rockstar che oggi tutti conoscono, che ripercorre virtualmente i punti d’arrivo della sua carriera. La corsa temporale dello short film arriva ai piedi di un Duomo apocalittico e deserto, fino a risalire le nuvole che compongono il marchio $€, e, dall’alto della Madonnina, lo sguardo di Sfera riesce a scrutare oltre Milano, in cerca di nuove destinazioni. Durante i trenta secondi di teaser l’emozione per il compimento del sogno di un ragazzo come tanti, partito dal niente e arrivato dove non era riuscito nessuno, convalida il biglietto per l’entusiasmo verso la scena musicale internazionale. Poi, ieri, la conferma, almeno in parte, dei rumors circa le collaborazioni che hanno reso il prossimo progetto musicale di Sfera Ebbasta uno dei più attesi di sempre.
Perché è lecito avere hype per Sfera?
L’hype per il ritorno del bravo ragazzo del brutto quartiere è stato il social dilemma delle ultime settimane: ogni scroll-down era un’asta del fanta-featuring e un ultimo tiro rubato alla sigaretta prima di salire a bordo del bus che porta verso le aspettative esponenziali. Vale per tutti. Da XDVR a Rockstar, le classifiche, gli stream, i sold out e i follower hanno designato Sfera come l’artista che “piace a tutti, come il McDonald’s”. Il suo goal è stato, un po’ come la catena di junk food statunitense, quello di essere soggetto plurinominato dell’hating generalista e caprio espiatorio della società contemporanea. Le rime – piuttosto easy – di Gionata Boschetti hanno determinato, per la prima volta in Italia, il passaggio identitario del genere trap da subculture underground a flusso progettuale artistico riconosciuto e popolare. Non manca della qualità durante questa attesa che si colloca fra le più bramate del decennio. Al di là del concept di trap popolare, Sfera Ebbasta propone nuove musicalità necessarie, sperimentali e contaminate, che mantengono una ritmica comprensibile, orecchiabile e memorabile. Sono in pochi, o almeno, in minoranza, a comprendere a pieno gli aspetti più analitici e le critiche tecniche mosse all’artista milanese. Al contrario, l’intero immaginario costruito fino ad oggi attorno a brani come Notti e 20 Collane costituisce il movente definitivo del successo del passato, che tra l’altro ha determinato il superamento di molti cliché legati alla cultura rap e trap, e dell’hype del presente.
Quali sono i motivi culturali dietro l’hype per Sfera?
L’immagine coordinata di Sfera Ebbasta è pura rappresentazione delle nuove generazioni – Millenials e Z, che non a caso costituiscono la quasi totalità dell’audience dell’artista. Non solo la discografia di Gionata Boschetti è proiezione di un sogno realizzato condiviso, quello del ragazzo di periferia che diventa Leggenda e renderà i suoi fratelli Ricchi x Sempre, ma, soprattutto, il progetto artistico che ruota attorno al suo personaggio è specchio dell’individualismo e dell’iper-consumismo che caratterizzano la società capitalista contemporanea.
Lo stile di Sfera è stato definito, principalmente a partire dalla cover di Rockstar, trash, eccessivo, kitsch. Non c’è dubbio che l’immagine dell’artista, frutto del sodalizio professionale – ma a giudicare dagli scambi di post e commenti su IG, anche di una bella amicizia – con la stylist Ylenia Puglia, sia stata abilmente costruita sulla base di un’estetica appariscente; ma capi e accessori che possono sembrare sempre e solo too much rispondono al disegno più grande che contribuisce alla definizione dello stile personale del Boschetti. Come ogni icon, Gionata ha reso riconoscibili e invidiabili alcuni capi costanti dei suoi outfit, come i jeans Amiri, brand californiano produttore di denim giapponese iper-pregiato. Fra gli elementi distintivi dei suoi look ritornano i bomber, le felpe e le tee di marchi riconosciuti come Gucci, Palm Angels e Off-White, ma anche capi di brand emergenti come Chrome Hearts ed Evisu, o ancora ai giganti dello sportswear di cui è sempre stato testimonial, Nike e Adidas. La uniform di Sfera Ebbasta comprende, poi, un paio di Dior B22 o di Nike Air Jordan, in ogni variante possibile e immaginabile. I cappelli trucker e bucket ribadiscono l’appartenenza al trap game, mentre gioielli e orologi figurano come simbolo di status economico e achievement sociale. Negli anni ha introdotto altri due accessori saturi di colori e di significato: occhiali da sole e borse. Ma per capire l’efficacia dell’immaginario odierno è utile fare un passo indietro.
Sembra ieri che Sfera scioccava il giornalismo generalista e l’opinione pubblica con il suo shooting in pelliccia rosa, pantaloni tartan, gioielli onnipresenti d’oro e diamanti, occhiali Saint Laurent California e Air Force 1 Pack con i lacci rosa e azzurri (frutto della personale collaborazione con Foot Locker e Nike). In quel preciso momento di stile, ha dato vita a un meccanismo che forse solo Achille Lauro, a cavallo tra 2017 e 2018, inglobava nella propria dinamica di rappresentazione. La scelta di pubblicizzare un disco trap di un artista bianco etero, che quindi scrive di soldi e di donne, attraverso un abbigliamento tradizionalmente attribuito al guardaroba femminile ha rotto per sempre gli schemi precostituiti per cui i rapper vestivano solo streetwear. Se, per fortuna, il fashion system già allora risultava più educato a un abbattimento degli stereotipi di genere attraverso la moda, per il panorama musicale italiano è stato un vero shock. Dopo Sfera, si pensi alla DPG, a Rosa Chemical, e a come, da quel momento – inteso simbolicamente perché non sarebbe esatto considerare i mutamenti stilistici secondo scompartimenti temporali definiti – il mondo del rap e della trap in Italia si sia discostato in modo esponenziale dalla distopia urban per avvicinarsi a un tema come il genderfluid. In questo senso si inseriscono il trend dell’eyewear stravagante, oltre che unisex se non proprio femminile, e di borse come niente poco di meno che la Birkin di Hermés. Per la prima categoria, sono memorabili i Louis Vuitton 1.1 Millionaires, i Cartier Motivo C e i Sicilian Jungle di Dolce & Gabbana. Mentre i rapper italiani gongolavano intrappolati nella nostalgia didascalica dei marsupi anni Novanta, in America personalità come Kanye West (uno a caso!) e A$ap Rocky, sotto l’influenza dei designer del momento con DNA streetwear, come Virgil Abloh, Kim Jones e Matthew Williams, già esibivano le proprie it bag firmate senza vedere minacciato il proprio ego eterocentrico.
È certo che i contenuti di Sfera Ebbasta forniscono la rappresentazione migliore possibile del sogno di ogni maschio bianco etero, soprattutto quelli di Rockstar, perché riguardano direttamente l’accettazione del sistema capitalista contemporaneo e l’autocelebrazione individualista della propria fama. In questo discorso si inserisce il senso del titolo del nuovo album, FAMOSO [dal lat. famosus, der. di fama ‘fama’, fine sec. XIII.
Di cui si parla molto; anche, di cosa da lungo tempo attesa, ma ancora da venire, o già avvenuta e che si ricorderà a lungo].
Mentre la musicalità cattura l’attenzione del resto degli ascoltatori, target – purtroppo – non rappresentato dai messaggi dei testi, la dinamica di rappresentazione, nota secondo una prospettiva sociologica come sense of belonging, giunge a compimento nella costruzione dell’immaginario $€. Così gli outfit estrosi di Gionata influenzano e riflettono biunivocamente il gusto della quasi totalità della sua audience, Millenials e Gen Z; l’estetica hip hop massimalista e i prodotti commerciali come sneaker e accessori con logo onnipresente si incastrano perfettamente con le dinamiche controverse e inespugnabili del consumismo contemporaneo, ponendo l’artista, d’altra parte, al centro del desiderio dei fan.
Perché avere hype per Sfera? Rispondiamo.
Il motivo dell’hyper per l’artista è più che motivato quindi. Oggi non esiste nessun’altra figura artistica con la stessa influenza mediatica di Sfera e le dinamiche legate al flusso di produzione culturale sono alcune delle motivazioni improrogabili del successo opulento del passato e dell’hype capitale del presente. A solo un mese e una settimana dal progetto musicale del pluri-acclamato Mr. World Wide, il nuovo disco ha tutta le raison d’etre di un evento senza precedenti nella storia del trap game italiano.
L’inarrestabile autobus discografico partito da Ciny qualche anno fa sta per arrivare alla prossima fermata. Non resta che salire, con il solito Tran Tran nelle cuffiette e gli stessi sogni di un ragazzo che famoso lo è diventato per davvero. RICALCOLO…
Di Maddalena Tancorre
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