Gli Stati Uniti sono, a ragion veduta, sempre stati una sconfinata fonte di ispirazione per i rapper italiani; più recentemente, vi si è aggiunta pure la componente stilistica dei rapper francesi, ma il vecchio continente continua a essere lo stimolo principale e di riferimento per produrre nuova musica. A dire il vero però c’è un passaggio intermedio che sfugge a una buona fetta del pubblico : gran parte dell’immaginario statunitense ha dei legami fortissimi e stretti con l’Italia, si pensi anche semplicemente al mondo dei motori o della moda, ovvero dei capisaldi del mondo dell’hip hop.
C’è chi di ciò, come Gionni Gioielli, si è abbondantemente servito per riadattare a sua volta il tutto per farlo tornare al suo punto di partenza. Il rapper veneto, membro dei collettivi Micromala e Adriacosta, ha fin dal principio rievocato un certo tipo di mondo sia a livello visuale dalle copertine degli album che dalle liriche in essi contenute.
Il collettivo MRGA – Make Rap Great Again
La sua discografia, in seguito alla firma con Propaganda Records, ha mutato forma più volte tra album e mixtape fino a cristallizzarsi in uno stile che attualmente sta facendo a sportellate con la scena italiana e che sta puntando un po’ di riflettori verso ciò che viene fuori dai box della scuderia del suo nuovo collettivo MRGA (Make Rap Great Again). Quest’ultimo deve il suo nome al riadattamento dello slogan della politica del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, togliendone la connotazione iniziale e trasformandolo completamente.
Questa piccola postilla è doverosa per comprendere quanto il signor Prata sia realmente legato alla cultura hip hop, che fa del riutilizzo e del riadattamento una delle forze principali e il cui esempio più iconico è quello dei sample per le produzioni di strumentali.
Sempre sulla base di ciò, la wave legata al crime rap del team di Griselda Records (i cui membri però come lo stesso Gioielli sono attivi dagli anni 90) e da Roc Marciano è stata ed è tuttora una parte importante per comprendere l’immaginario di MRGA. Il punto in comune è quello delle strumentali, dei concept come fil rouge dei dischi che però al loro interno sviluppano tutt’altre sfaccettature e il riportare in auge figure cadute nel dimenticatoio dando loro una nuova ragione di essere; quello di rottura è invece legato ai testi perché rapper come Westside Gunn, Conway, Rome Streetz e Roc Marciano viaggiano su altre frequenze stilistiche rispetto a Gionni.
Com’è già noto agli appassionati, i ragazzi di GxFR legano il loro immaginario alla criminalità di Buffalo e di conseguenza al pistol whipping, al wrestling e al bling bling; Gionni Gioielli invece ha proiettato tutto in una visione prettamente italiana legandosi a motori, calcio, donne e opulenza ma col fine principale di fare divertire la gente, come agli albori del rap.
La Season 1 di MRGA ha visto all’attivo ben 4 album : “Young Bettino Story“, “MOMA” (con Blo B come frontman e Gioielli nei panni di produttore), “Anonima Sequestri” (con Lil Pin al microfono e Gioielli alle macchine) e Michele Alboreto.
La Season 2 ha visto la luce il 9 Novembre 2019 con l’uscita di “Pornostar” (album menzionato tra i 5 migliori nella classifica di fine anno di Rapteratura) e per cui sono previsti altri 3 album per i prossimi mesi.
È importante dedicare delle righe anche all’approccio alla scrittura perché il pubblico italiano dovrebbe rendere grazie a questo collettivo per via della presenza continua di barre e giochi di parole che gettano benzina su un fuoco apparentemente sempre più spento mentre negli Stati Uniti continua a divampare anche nei dischi di maggior successo. Ad onor di ciò, è necessario introdurre la figura di Armani Doc, il pupillo Gionni ed entrato a fare parte di MRGA attraverso un contest online, che ha fatto delle rime con molteplici significati il suo punto di forza e il suo marchio di fabbrica.
Per completare quanto detto nella totalità dell’articolo sono presenti anche altri produttori con un approccio simile come J.O.D., Cuns e Icon Curties che si stanno facendo strada all’estero perché finora questo tipo di rap è ancora in fase di sviluppo e non possiede un posizionamento consistente a livello di numeri all’interno dell’ecosistema del mercato musicale italiano.
Se non conosci determinati filoni o ti stai lamentando della pochezza di idee o di creatività nella scena rap italiana ma, come Giampiero Mughini, aborri totalmente; beh, sappi che ti stai perdendo un sacco di barre e del gran rap.
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