Eternal Atake, la recensione
Dopo uno hiatus di 3 anni dall’ultimo progetto e in seguito a numerosi leak e rinvii Lil Uzi Vert è tornato. E ce ne siamo accorti tutti. “Eternal Atake” è finalmente disponibile in tutte le piattaforme di streaming.
I fan sono rimasti sulle spine per quasi un lustro, finché Lil Uzi Vert non ha comunicato la tracklist del progetto e ha fatto loro scegliere la copertina del disco, proponendo tre alternative. Il classe 1994 però ha sempre abituato il pubblico a sorprese inaspettate e la release di Eternal Atake ne è la riprova poiché la pubblicazione è avvenuta senza un preavviso ufficiale e con gran parte della popolazione focalizzata sul da farsi per difendersi dal Covid-19.
Su Twitter, Uzi ha dato ai suoi seguaci una settimana di tempo per comprendere appieno il concept del disco e per prepararsi all’imminente uscita della versione deluxe, che altro non è che un nuovo album ex novo e più dettagliamente il sequel di “LUV vs The World”. Noi abbiamo accettato la sfida e decifrato il disco con lo stesso modus operandi che hanno le forze speciali per scoprire il colpevole di un caso spinoso.
Dietrologia e origine di “Eternal Atake”
Innanzitutto, è bene specificare che inizialmente la copertina del disco fu un’altra ma l’artista statunitense ebbe diversi problemi, tra cui una querela, perché la suddetta era pressocché identica al logo della “Heaven’s Gate” (“Cancello del paradiso”).
Quest’ultima è, o meglio è stata, nientemeno che una setta ufologica fondata nel 1974 da Marshall Applewhite e Bonnie Natties. Il culto principale della setta si basava sulla cometa Hale-Boop che si pensava contenesse un’astronave aliena che avrebbe salvato le anime degli adepti per portarle a un nuovo stato di coscienza e a un nuovo piano dimensionale. I due guru si conobbero in ospedale poiché Bonnie Natties a quel tempo lavorava come infermiera e si prese carico del paziente. Ella, appassionata di astrologia, lo introdusse a questo mondo tramite letture di libri e racconti, tanto che Marshall decise di cambiare vita, in seguito al divorzio con sua moglie, e di dedicarsi completamente a questa causa. Essi fecero proseliti in lungo e in largo negli Stati Uniti anche a causa di pubblicità nei mezzi di comunicazione. La missione proseguì anche dopo la morte di Bonnie Natties nel 1985, lasciando dunque ad Applewhite le chiavi del progetto. Egli iniziò a indire incontri per introdurre tutti al suo credo mentre leggeva libri sugli ufo. Gli adepti, dopo aver aderito, dovettero agire solo e soltanto in funzione del bene del gruppo e tutti loro erano soliti meditare per numerose ore al giorno per raggiungere un nuovo stato mentale e non farsi distrarre dalle tentazioni quotidiane. Ad esempio, nel mondo nuovo non ci sarebbe stato spazio nemmeno per i rapporti umani e perciò i maschi vennero castrati e le donne chiusero simbolicamente la vagina con del nastro isolante. Il leader era sempre più convinto di riuscire nel suo intento e se ne convinse definitivamente quando, nel 1997, i telegiornali diedero la notizia dell’avvicinamento della cometa Hale-Boop verso la Terra. Applewhite scelse 50 fedeli che dovettero presentarsi presso una villa di un quartiere di San Diego per la tanto agognata partenza. Per essere salvati dagli extraterrestri, l’unico modo era morire in questo piano dimensionale e a tal proposito vennero ritrovati 39 cadaveri indossanti scarpe Nike, un nastro colorato al braccio e ricoperti da un sudario. Il “passaggio da una pianeta all’altro” è avvenuto tramite l’ingerimento di cocktail letali.
Una volta compresa la dietrologia dell’album, è possibile capire lo svolgimento dell’album
Questa storia regge le fondamenta dell’intero album di Symere Woods a tal punto da ispirargli il concept della sua ultima fatica. “Eternal Atake” fondamentalmente è un’espressione inventata da Lil Uzi Vert che però indica il suo stare sempre un passo in avanti a tutti.
Il disco si compone di 18 tracce in totale ma al suo interno sono presenti 3 mini-progetti differenti gli uni dagli altri che presentano a uno a uno i vari alter ego dell’artista americano. Più precisamente, le prime 6 tracce ci mostrano Baby Pluto, molto legato ai gioielli, alle donne ed è senza dubbio il personaggio a cui più piace il sangue; quelle che vanno dalla 7 alla 12, invece, ci presentano Renji, ossia la parte più romantica e allo stesso tempo malinconica di Lil Uzi Vert che, in queste canzoni, riflette sulle relazioni passate e chiede scuse ai suoi vecchi partner; le restanti 6, infine, riportano l’ascoltatore su un campo già conosciuto perché emerge Uzi, che è la parte più spensierata ed egocentrica del rapper. Queste 3 sezioni dell’album, se messe una di fianco all’altra danno come risultato 666, ovvero il numero del diavolo; questa tesi è stata corroborata da Lil Uzi Vert (la cui pronuncia dovrebbe essere la medesima della parola “Lucifer”) stesso in un suo Tweet. Numerose sono le barre dedicate ai brand di lusso, all’autocelebrazione, ai soldi, alle donne, al basket, ai cartoni animati e ai videogiochi; è singolare invece la presenza di una citazione ai Backstreet Boys in “That Way”, riprendendo proprio la loro hit “I Want It That Way”.
A livello lirico, Lil Uzi Vert non si è eccessivamente discostato dai suoi precedenti lavori, ma ha dato prova di essere un abile scrittore proponendo degli ottimi flow e schemi metrici particolari in canzoni come “Silly Watch”, “Lo Mein” e “Homecoming” (che inizialmente si sarebbe dovuta chiamare “Philly Jawn”) e testi particolarmente introspettivi come in “I’m Sorry”, che probabilmente è la seconda parte di “20 Min”, pezzo contenuto in “Luv is rage 2”. Da questo lato il rapper riceve la maggior parte delle critiche sebbene la vera natura di “Eternal Atake” non si risieda affatto in esse quanto nel mood e nelle strumentali.
Per questo motivo, è necessario sottolineare l’accurata scelta di suoni dei vari producer, tra cui Chief Keef in una veste insolita e in cui campiona “Skrrt Skrrt Skrrt Skrrt Skrrt” (suo pezzo non ancora rilasciato) e per aver creato un concept travolgente che non si vedeva in piazza da “Astroworld”. Per plasmare tutto ciò i producer si sono serviti di diversi sample come quelli ricavati dal gioco per pc “Space Cadet Pinball 3D” presenti in “You Better Move” (traccia in cui, tra l’altro, Lil Uzi viene rapito dagli alieni e dopo di cui inizia il vero viaggio nello spazio) oppure “Raindrop (An Angel Cried)” di Ariana Grande e “Way Back” di Travis Scott presenti rispettivamente in “Celebration Station” e “Prices”.
Lil Uzi Vert tramite questo album disse di voler portare metaforicamente i suoi fan in un viaggio con lui e di condurli poi all’inferno. L’accoglienza del pubblico si è divisa in due fazioni tra coloro che gridano al miracolo e taluni che ritengono il disco al di sotto delle loro aspettative e per il quale non è valsa la pena aspettare 3 anni. Ciò che è certo è che l’artista della Pennsilvanya ha creato un prodotto unico e riconoscibile e che, volenti o nolenti, sarà tra i più influenti dell’anno corrente e sicuramente nei primi posti di quasi tutte le classifiche dedicate al genere.
Ma Uzi, in ogni caso, ha dimostrato di non volersi affermare e di rendere questo 2020 simile al suo 2016, in altre parole : droppare almeno 2 progetti. Il primo è arrivato, il secondo sta per sbarcare sul pianeta terra, come gli androidi nella saga di Dragon Ball Z, con l’obiettivo di radere al suolo qualsiasi altra cosa presente. A tal proposito, sul web sono iniziate a circolare numerose teorie riguardanti l’uscita della deluxe edition, le più disparate facevano analogie con la data di suicidio degli adepti della setta ufologica, ma la seconda parte dell’album sembrerebbe in arrivo anche a distanza di 7 giorni esatti dalla prima.
Non era facile ripetersi dopo hit come “XO Tour Llif3” (oltre 7 milioni di copie vendute solamente negli Stati Uniti), a cui in “Eternal Atake” ha aggiunto la sua seconda parte chiamandola “P2”, e dopo un disco da oltre 2 milioni di copie (doppio platino) solo negli Stati Uniti; ma Lil Uzi Vert ha dimostrato di non voler accontentare i fan prima di sé stesso e di aver fatto un progetto in antitesi coi prodotti usa e getta, con un solo featuring (Syd, in “Urgency”) per far sì che la sua figura fosse quella principale.
Secondo i dati riportati da Spotify, ogni canzone di “Eternal Atake” ha superato il milione di streaming nell’arco di 24 ore ed è la prima dalla giornata di Natale che “The Box” di Roddy Ricch viene spodestata dal primo posto della top 20 di Spotify US. A sostenere queste statistiche, vi è anche il fatto di aver lanciato il progetto senza preavvisi, senza merchandising (solo una felpa), senza disco in copia fisica e con solo un mini documentario. In questa prima settimana di vita, il disco si stima possa arrivare a superare quota 330k copie vendute e sicuramente questo numero andrà ad incrementarsi ulteriormente nei prossimi mesi certificando, pertanto, lo spazio di Lil Uzi Vert nella musica mondiale.
Riprendendo quanto detto nella prima frase : Lil Uzi Vert è tornato. E ce ne siamo accorti tutti.
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