Cosa rende tale un rapper?
Fedez non è un rapper.
E di questo ne siamo certi, almeno al 150%.
Ma perché?
“Perché è commerciale” non è assolutamente la
risposta, in quanto il mainstream è una strada imboccata ormai da un numero di
artisti piuttosto considerevole, che però viene inserito ancora nella categoria
“rapper”.
Come lui il tanto discusso Moreno, fino a
Shade, il giovane talento del freestyle, ricevono la stessa categorizzazione,
lo stesso commento tanto banale quanto -stranamente- giusto.
Nonostante risulti alquanto bizzarro, i
personaggi sopra elencati fanno rap, ma
non sono rapper.
Fare rap significa usufruire di metriche
riconducibili all’arte dell’Mceeing, ovvero l’atto di esprimere concetti in
rima accompagnati da un beat. Tralasciando il talento legato a questa pratica,
le tematiche trattate e lo stile personale dell’artista che porta a preferenze
del tutto soggettive da parte dell’ascoltatore, rappare, appunto, non rende
rapper un artista.
Sulla carta potrebbe risultare quasi un
ossimoro, ma tale termine racchiude in sé molto più di un semplice schema:
ingloba una componente astratta, un intangibile aspetto, indubbiamente
fondamentale, l’attitudine.
Dopo innumerevoli riflessioni sono arrivato a
riconoscerla come la chiave di volta dell’enigma trattato.
La parola attitudine viene interpretata nel
gergo comune come carisma, anticonformismo.
Si tratta dell’ingrediente fondamentale
dell’immagine che si viene a creare attorno al musicista, immagine
innegabilmente composta da fattori appartenenti a numerose sfere, oltre a
quella musicale.
È un elemento capace di rendere rapper persino
chi non si colloca nell’insieme delle regole stilistiche sopracitate: esempi
come The Weeknd, Frank Ocean sino al recente medaglia d’oro del Festival di
Sanremo Mahmood fanno quindi dell’attitudine l’unica componente necessaria per
diventare rapper.
Per questo Fedez, Moreno o Shade non sono
rapper, tutta questione di attitude.
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