In questo periodo ho avuto modo di iniziare a guardare la
serie TV “Power”, disponibile in Italia su Sky, a cui mi sono appassionato
arrivando a vedere buona metà degli episodi disponibili.
Per chi non la conoscesse parliamo di una serie prodotta dal
rapper americano 50 Cent, che troviamo sia in veste di attore che del gangsta
rapper a cui siamo abituati grazie alla produzione soundtrack iniziale, “Big Rich Town” in collaborazione con
Joe. La storia tratta di uno dei maggiori distributori di droga di New York,
James St. Patrick, e del suo tentativo di uscire dalle vicende da ghetto
puntando tutto sui locali notturni, inizialmente avviati con l’intento di
riciclare i proventi dallo spaccio. La vita di James, chiamato “Ghost”
nell’ambito della sua organizzazione illecita, viene sconvolta ulteriormente
quando incontra una vecchia fiamma della sua adolescenza, Angela, che lo abbandonò
per inseguire i suoi sogni. Il protagonista si innamora nuovamente di Angela,
tanto da lasciare moglie e figli per lei, ma scoprirà successivamente che la
donna di cui è innamorato altro non è che un ispettore federale che sta
cercando il criminale Ghost.
Con lo scorrere degli episodi non ho potuto fare a meno di
notare una serie di collegamenti e di aspetti in comune con uno dei dischi più
acclamati ed apprezzati del 2018, “Potere” di Luchè, e più in generale con
l’autore dell’album.
Perché accostare Power a Potere di Luchè
Già dall’inizio notiamo l’affinità degli obiettivi tra il protagonista della serie e il rapper partenopeo: Ghost infatti vuole lasciarsi alle spalle la sua vita legata al ghetto per qualcosa di più, i locali (e di conseguenza dei guadagni onesti con meno rischi) e l’amore, cosa che fa pensare al percorso artistico di Luchè, che dichiarò lo scioglimento dei Co Sang, facendo intendere la volontà di puntare ad un pubblico più mainstream, e il maggiore sentimentalismo emerso nelle tracce successive da solista. Luchè è passato da raccontare della vita da ghetto di Secondigliano e Marianella (“Ind ‘o rione”, per citarne una) ad andare a vivere all’estero (da dove gestisce parallelamente la vita da rapper e da imprenditore socio di ristoranti a Londra e a New York, un po’ come James e i suoi locali) e scrivere canzoni d’amore come “Torna da me” o “Non abbiamo età”, pur non rinnegando il suo passato, anzi, esaltandone il valore in pezzi come “Potere 2” (dove c’è la collaborazione di Enzo Avitabile, cantautore molto apprezzato soprattutto in Campania, originario del quartiere napoletano Marianella) o “Per la mia città”, dove ricorda le sue radici e dimostra di trarne forza.
Un altro aspetto in comune è il potere, che per pura
coincidenza corrisponde al titolo delle due opere, inteso come fame di soldi
nel caso di Ghost, e come sete di successo e ambizione di portare la sua musica
a tutti gli ascoltatori nel caso di Luchè. Guardando gli episodi del telefilm
si avverte anche una certa somiglianza tra le due personalità: entrambi infatti
sono delle persone molto riservate e sfuggenti, che sfruttano la loro enorme
intelligenza per raggiungere i loro scopi nel modo più facile, sicuro e veloce
possibile, ma che se incontrano la donna giusta si lasciano sopraffare dal
sentimento investendo in esso la totalità delle loro forze. Nell’ultimo disco
di Luchè si sente molto marcatamente infatti la presenza di una musa ispiratrice
che prende parte indirettamente al disco fino a far aleggiare quasi la sua
presenza.
Ad aumentare le
coincidenze tra i due prodotti c’è anche il socio e amico fraterno di Ghost,
Tommy Egan, che ricorda per molti aspetti ‘Nto, storico socio di Luchè ai tempi
dei Co’ Sang. Thommy infatti ama il suo stile di vita, fatto di strada e
spaccio, e non approva assolutamente le scelte dell’amico che vuole prendere le
distanze da tutto ciò, arrivando al punto di non parlarsi più dopo una vita
passata insieme.
Infine, come ultimo aspetto in comune, notiamo che entrambi
i progetti fanno respirare intensamente una forte atmosfera hip hop, nonostante
la focalizzazione sia su altri aspetti. In “Potere”, così come nella serie
“Power” (anche se in quest’ultima ne sentiamo maggiormente la presenza grazie
alle ambientazioni e al fattore visivo) abbiamo diverse componenti che
rappresentano questa cultura: la musica viene usata come un ancora di salvezza
per uscire dal ghetto e dalla malavita che nella maggior parte delle situazioni
ne è una conseguenza, inoltre la forte appartenenza che la provenienza da
queste zone genera, rende le amicizie qualcosa di superiore, una famiglia della
strada che chi ha vissuto in altri contesti non può capire.
Naturalmente consiglio entrambi, tutte e due sono opere che, seppur non rappresentino l’eccellenza, riescono a trasmettere idee, sentimenti ed emozioni che altri progetti del medesimo genere non riescono a passare e offrendo per di più una visione concreta dei valori e della vita real hip hop.
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