Il ritorno di Mistaman con “Dentro La Mia Mente” per le nuove generazioni di ascoltatori e rapper, sarà come vedere al microfono un’ancestrale lovecraftiana divinità aliena che chiude barre, come se fossero sigilli di antichi riti alieni di un passato ormai scomparso (e forse lo stesso effetto, lo hanno fatto Egreen e Inoki). Soltanto per darvi una minima idea di chi è Mistaman, questo è l’inizio di un suo pezzo iconico: “L’universo non esiste, è solo un beat di Fid Mella, Il Big Bang era la cassa che creò ogni particella” (Centouno barre, 2014).
Nel 2022 torna con 128 barre “Ogni mia barra è biologia molecolare, ingegnerizzo il lessico per rendermi immortale, Flow che può curare…”. Per inquadrare al meglio il settimo lavoro dell’mc, vorrei riassumere, alcuni passaggi della sua intervista, per Billboard Italia. Ad un certo punto, parlando di 128 barre, Mistaman lo descrive come un pezzo di violenza lirica, in quanto violenza sublimata. Valutando come nella scena attuale, a volte sembra che si voglia veicolare la violenza nella sua forma non sublimata, quella vera. Ciò è dovuto ad una mancanza di Conoscenza, o meglio di Knowledge (di cui poco dopo il rapper darà sfoggio). La Knowledge è il quinto elemento dell’Hip Hop, e secondo il filosofo-dj-mc Afrika Baambata, è ciò che tiene unito il concetto di cultura hip hop, cioè la coscienza di un’unità di fondo, dei diversi elementi e del loro utilizzo; e il modo in cui, nella scena attuale, la violenza appare come un fine in sé, è sintomo di una mancanza di conoscenza, dello spessore delle radici e della profondità della loro storia. Mistaman riporta l’attenzione su questo elemento sepolto: “l’hip hop e le sottoculture sono come delle pietre invisibili che costruiscono un’architettura culturale astratta sopra a cui si sale, grazie a cui ci si eleva.”L’hip hop è una subcultura e una delle sue tecnologie è il rap, che permette l’evasione dai meccanismi del tecnocapitalismo.
Questa permette anche il riscatto sociale, la mobilità sociale, la possibilità di successo economico, ma se lo status di ricchezza diventa il fine ultimo, e il modello standard di riferimento, allora non si riesce più a uscire dal territorio del tecnocapitalismo. In altre parole se la ricchezza diventa un fine in sé del rap, allora si rimane intrappolati. Questa è un po’ una sintesi di quel che Mistaman ci dice nell’intervista, utilizzando però come termine di riferimento il turbocapitalismo. Per aiutarmi citerò un filosofo italiano, Bifo Berardi, dal suo libro sul Cyberpunk:
“la subcultura costituisce una produzione di segni che si sottraggono al codice dominante, ed al tempo stesso proliferano all’interno dei confini del territorio semiotico codificato […] modificandolo molecolarmente”.
Franco Bifo Berardi – Mutazione e cyberpunk: immaginazione e tecnologia (1996)
Questo passaggio risuona, con quanto detto da Mistaman nell’intervista, così come con le rime sopracitate di “128 barre”.Mista è il Balrog che esce fuori dalla miniera di Moira per fare il culo alla compagnia dei rapper commerciali, superficiali e privi di contenuto, a frustate di rime forgiate nel fuoco della conoscenza e della coscienza. O meglio come dice lui stesso: “Nell’Olimpo dei tuoi rapper salgo e li massacro tipo Kratos”. Ma a parte qualche pezzo, questo non è un album da battaglia, c’è poco del Mistaman-guerriero, ma c’è tanto dello scienziato del flow.
L’hip hop-bio-molecolare di Mistaman, quello in “Dentro La Mia Mente”, è un’ingegneria lessicale che serve a modificare il nostro dna, attraverso le rime. Alessandro Gomiero ci accompagna in un viaggio nella sua mente, costruendo un album che è un esempio perfetto di conscious rap. Siamo letteralmente nel flusso della sua testa, siamo sulla navicella-Mistaman, nel tour-guidato della sua mente. Il tappeto sonoro, proveniente da un free jazz cosmico alla Sun Ra, alla Archie Shepp, di cui sono complici Dj Shocca e Ze In The Clouds, è pensato per essere la musica d’ambiente della navicella, del viaggio nella psiche del mc. Un trip fatto di rime e ritornelli, che ci mostrano una narrazione diversa dell’autocelebrazione, facendone emergere il lato meno spettacolare e più essenziale.
Mistaman mette in mostra il lato del rap, che tende a nascondersi nell’universo dell’industria musicale, ossia quello che distende un senso attraverso le rime, che costruisce concetti pronti ad essere utilizzati. In altre parole se il rap, il più delle volte decostruisce, specie con la trap, dove il significato si perde tra mille frasi connesse nel suono, nell’immaginario, ma a volte sconnesse nel significato che cuciono.
Nel caso in questione, l’mc con le sue rime ci fornisce strumenti per ricucire il senso, quando ci si guarda dentro, ed è troppo buio e freddo per trovarlo. Le sue canzoni sono una tecnologia per conferire senso ad una vita, che spesso sembra non averne. Ed è forse proprio questa tecnologia della cura e del senso, il dono che l’antico alieno Mistaman, ci porta da altri tempi e altre dimensioni. Infatti I bridge e i ritornelli di questo lavoro, non suonano come dichiarazioni di guerra, o esaltazioni iperboliche del sé, bensì assomigliano ad un mantra per la cura del sé. Un flusso di coscienza che medica e si prende cura di noi: “è la vita che ti sfida, tu guardala in faccia e grida: sono ancora in piedi e sono ancora più forte di prima.”, oppure “C’è luce nell’ombra, chiaro nell’oscurità, nel buio lo so si affonda, ma io guarda come splendo, chi mi spegnerà?!”.
Il Balrog-Mista-demone della metrica è rimasto nel buio per troppo tempo, adesso che la musica non c’è, nel senso che la compagnia dell’anello della scena musicale ha perso la capacità di ricucire il senso della vita attraverso la musica, il rapper deve rimediare da sé stesso, e in un certo senso per sé stesso. “Dentro La Mia Mente” è uno speciale tour turistico, durante il quale, la guida ci dà una serie di suggerimenti per superare questo viaggio, così come a sua volta ha dovuto fare lui stesso, lungo questo percorso. Mistaman dall’alto della sua esperienza, ci dà una lista di rime-rimedi. Le sue barre sono liste di tecniche per sopravvivere, suggerimenti e consigli. Come ad esempio in “Check 1 2”:
“A scuola insegnano il futuro semplice, non è semplice in realtà […] L’unione fa la forza ma sappiamo che è da solo che ti fai la scorza, costa non cader nell’apatia”.
Mistaman (2022)
In genere ci sono due Mistaman, uno che si dà anima e corpi ai tecnicismi, alla ricerca dei giochi di parole e trucchi linguistici, e uno che semplifica questo bagaglio tecnico per acquisire spessore in concetti, intensità, effetto e confidenza. Questo non esclude che in certi casi, Mistaman riesca a incastrare questi due lati della sua scrittura, in una sezione aurea di equilibrio perfetto, dove una rima basata su di un gioco di parole non solo ti fa divertire, ma ti sblocca nuovi percorsi cognitivi.
I dischi dell’mc sono una cassetta degli attrezzi di tecnologia per la cura del sè, per questo motivo ogni sua barra è biologia molecolare. La musica per Mistaman è adesso, come nel 2008 (Anni Senza Fine), una via di fuga dal nulla. Un nulla che l’HipHop cerca di riempire per sua stessa natura, e così l’mc, in “Dentro La Mia Mente”, si fa l’esecutore di questa volontà sotterranea.
Di Simone Scoscini.
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