Entrare a far parte della cultura pop è come avere un’etichetta, etichetta che è spesso la chiave per varcare la soglia della popolarità, ma che è anche il modo in cui la maggior parte delle persone conoscono il lavoro dell’artista in questione. Prendiamo come esempio campione Inoki, che grazie al suo recente comportamento sui social si è preso l’etichetta di “rosicone” talvolta haterato proprio per questo. Il pubblico attuale ignora tutta la carriera del rapper old school di altissimo livello, con essa anche il grande lavoro col progetto “Rap Pirata” e “Ombre Umbre”. Tralasciamo anche che il bersaglio di quegli insulti è un padre di famiglia, ma ormai c’è poco da fare, uno dei padri fondatori del rap italiano è marchiato a fuoco dalla targhetta di “meme” (Passi il termine etimologicamente sbagliato in quanto un comportamento da meme porta all’imitazione, dal greco mimema, non alla derisione) e difficilmente gli ascoltatori cambieranno idea.
Un altro esempio vede come vittima proprio uno dei due protagonisti di questo articolo, il regista Micheal Bay. Nonostante una carriera di tutto rispetto, avendo girato pellicole tutto sommato buone come “The Rock” con Sean Connery o “Pearl Harbor” (4 candidature ai premi Oscar) con Ben Affleck, viene ricordato come “quello delle esplosioni e degli scavallamenti di campo”.
Ma ovviamente c’è un altro lato della medaglia: quando un’etichetta ti rende intoccabile, vedasi quel che è successo di recente con i Queen (che dopo il loro rinnovato boom mediatico, sono diventati il gruppo preferito di tutti e tutti li ascoltavano da bambini), c’è il rischio di diventare altamente poserati. Di quest’aspetto è vittima invece l’altro protagonista del nostro articolo: il rapper Salmo.
Salmo ha indubbiamente lasciato una grande impronta nel panorama musicale italiano di questo decennio, inanellando in dieci anni cinque dischi e quattro mixtape (come direttore artistico) reputati da chiunque intoccabili, ma è davvero così? Salmo è davvero quel che lui vuole far passare? Avrà mica la Sindrome di Eminem? E cosa accomuna Salmo a Micheal Bay? Dopo questa lunga introduzione, a voi le risposte a queste domande.
Perché accostare Salmo a Micheal Bay?
Prima Cantica: Inferno
-
Salmo da una parte, Fedez dall’altra
Non ci sono dubbi, nella scena hip hop italiana, Fedez è colui che tutti identificano come nemesi di Salmo. Non sono mancate le frecciatine da ambo le parti nel corso della loro carriera e continuano tutt’ora a prendersi in giro sui Social. Ma analizziamo i fatti: il rapper il questione viene da un ambiente punk, debutta con un disco autoprodotto nel 2011, album che lo fa notare da Guè Pequeno, che lo prende sotto la sua ala protettiva facendolo entrare in Tanta Roba, per la quale nel 2012 fa uscire il suo primo disco ufficiale, con featuring relativamente importanti. L’anno dopo arriva il successo con il terzo disco ufficiale, ricco di sonorità e collaborazioni, disco che però sarà l’ultimo per l’etichetta del Guercio in quanto il nostro abbandonerà la Label per fondarne una propria che nel 2015 darà vita al suo quarto disco solista. Dopo quattro anni di silenzio alleggerito da varie collaborazioni verrà pubblicato il quinto disco solista, che riscuoterà un incredibile successo commerciale. Di chi sto parlando? Salmo o Fedez?
Tolte le similitudini nella loro carriera, potremmo passare alle similitudini nei contenuti, certo con linguaggio diverso, ma 90Min e Dai Cazzo Federico, così come Cigno Nero e Cielo nella Stanza, sono la stessa canzone(“Chiamalo Toilet ma resta pur sempre un Cesso” -Marracash, King Del Rap, 2011)
Ultimamente l’artista sardo si sta anche mettendo in ridicolo attaccando continuamente la sua controparte usando pretesti sempre più insignificanti rasentando, in certi casi, il bullismo.
Allo stesso modo di Salmo, Micheal Bay ha spesso fatto intendere un’antipatia più o meno celata verso il suo collega Zack Snyder, regista famoso per essere l’artefice del meraviglioso disastro ferroviario noto come “Batman vs Superman” e, scavando più nel passato, degli ottimi “Watchmen” e “300”. Anche in questo caso le somiglianze tra i due cineasti si sprecano, azione iperfrenetica e non sempre chiara alternata a stalli fin troppo lunghi, scavallamenti di campo spesso non necessari, fotografia dal dubbio gusto (troppo patinata in un caso, troppo nitida nell’altro) e sopratutto la tendenza alla spettacolarità forzata, che spesso porta i due a girare le loro pellicole come fossero dei videoclip.
L’Inferno secondo alcune culture non è altri che la ripetizione continua di un proprio errore passato assistendogli come spettatore. Quindi ampliando il discorso potremmo dire che l’odio nutrito dai nostri protagonisti per le loro personali chimere possa essere un loro personale concetto di odio verso la persona dall’altra parte dello specchio. (ndr. Uscirà a breve l’analisi del testo di Perdonami)
Seconda Cantica: Purgatorio
-
Luchè a sinistra, Salmo a destra
Dalle interviste traspare come un senso di superiorità nei confronti dei colleghi da entrambi i soggetti presi in esame. Dal lato cinematografico potremmo collocare nel purgatorio di Micheal Bay Roland Emmerich(Indipendence Day e 2012). Entrambi registi capaci sulla carta, che si sono prestati a film che definire validi sarebbe un colpo al cuore per ogni appassionato, ma tutto sommato la produzione media dei due risulta sufficiente, posizionandoli in un limbo di mediocrità, non in senso negativo, ma etimologico. Il discorso per Salmo è invece un po’ più complicato, nel suo personalissimo purgatorio collocherei Luchè. I due hanno di recente avuto un battibecco sui social dove, ignorando chi avesse torto o ragione, sono degenerati essenzialmente in un “Faccio meno schifo io, fai più schifo tu”, quando invece sono, per talento e impatto sulla scena, allo stesso livello, differendo solo per popolarità..
Terza Cantica: Paradiso
Ed eccoci giunti alla fine del nostro viaggio, come il paradiso è in cima all’aldilà Dantesco, i personaggi presi in analisi sono rispettivamente in cima alle classifiche in un caso e al Box Office nell’altro.
Per il musicista nostro connazionale il Paradiso è rappresentato da Guè Pequeno, rapper milanese classe 1980. Abbiamo già accennato l’ex Dogo, ma vediamolo più in dettaglio: Guè vanta una carriera più che ventennale come rapper, può dire di aver lanciato alcuni dei nomi più in voga del momento(Oltre che Salmo e Fedez, lanciò anche Gemitaiz, Ensi e andando indietro con gli anni, Marracash). Inoltre non va dimenticato il suo immenso talento nella scrittura e nella ricerca di flow sempre nuovi, che gli ha permesso di restare sempre attuale negli anni. È quindi comprensibile che tutto ciò sia corredato da una forte ostentazione. Stessa ostentazione che caratterizza anche Salmo, ma vi è una differenza, Salmo non è Guè. Nella mia visione delle cose Salmo vorrebbe essere il Guè della sua generazione, titolo che però ormai non può più ottenere, restando, come dicevo, in un limbo senza identità.
Tornando al cinema insieme all’amor che move il sole e l’altre stelle, vediamo ergersi uno dei nomi più popolari degli ultimi anni: Christopher Nolan. Quest’ultimo, anche lui regista action è famoso per le sue trame complesse, le sue inquadrature fotografiche e per le sue scene d’azione quadrate e chiare. Bay, specie negli ultimi lavori, si è molto ispirato alla macchina di Nolan, per non dire che ha cercato di riprendere quei movimenti frame-by-frame, con risultati oltremodo discutibili.
Perché tutto ciò? Per arrivare a parlare delle uscite natalizie dei nostri eroi: Salmo con “Buon Natale 2” e Micheal Bay con “6 Underground”. Prodotti che, almeno per come viene lasciato intendere, prendono le caratteristiche “meme” dei due elevandole all’ennesima potenza, rendendo il risultato finale un accozzaglia di luoghi comuni che di certo farà sorridere, ma che sicuramente lascerà con l’amaro in bocca e un velo di tristezza chi conosce la carriera dei due artisti, pensando più che a quel che sono (tutto sommato validi) a quel che sarebbero potuti essere.
Salmo e Micheal Bay alla fine non sono così diversi.
Di Giordano Conversini
Nessun commento!