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La tragedia di Corinaldo è passata da più di tre mesi, ma il pubblico italiano non riesce a non parlare di Sfera Ebbasta. A cadenza quasi settimanale, almeno un emittente deve nominare il rapper di Cinisello Balsamo. Nonostante ciò, Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, non ha mai rilasciato dichiarazioni troppo fuori luogo. In seguito al grave incidente accaduto nel paese anconetano ha aspettato qualche settimana prima di apparire sui social, lo ha fatto con un certo tatto, ha cercato di mettere in fila dei pensieri davanti ad un evento che priverebbe chiunque della parola. Le critiche non sono cessate. La direzione Rai ha preferito sollevare Sfera Ebbasta dall’incarico di giudice del talent che andrà in onda su Rai 2, “The Voice”, le testate giornalistiche hanno continuato a sparare a zero su di lui. Oltre alla strofa nel brano di Luchè, “Stamm Fort”, Sfera non aveva pubblicato nessun altro lavoro musicale, il suo silenzio si perpetuava anche nel suo profilo Instagram dato che le stories spesso apparivano mute o senza che il cantante proferisse parola. Inutile dire quante critiche siano state fatte anche solo per il silenzio, come se parlare in una situazione simile fosse davvero facile.
Sfera Ebbasta, il 7 Marzo, squarcia la coltre del silenzio con una serie di video su Instagram, il primo è un video di sfogo in cui spiega quanto fosse inutile accanirsi contro di lui, nei due filmati successivi invece preannuncia l’imminente uscita di un brano di risposta a tutte le critiche che gli sono piovute addosso. Da molti può essere una cosa poco matura parlare tramite il proprio canale Instagram, ma visti gli ultimi episodi giornalistici (cfr. Staffelli con Achille Lauro), il canale social è forse l’unico modo per poter arrivare direttamente al proprio pubblico.
Il montaggio in cui venivano incollati spezzoni radiofonici e televisivi in cui era citato il cantante aveva scatenato un fragore e un’aspettativa altissima da parte degli ascoltatori, soprattutto perché nella descrizione del filmato Sfera aveva scritto “A MEZZANOTTE PARLO IO”. Tutto il popolo del rap italiano aveva catalizzato l’attenzione sul profilo, anche chi non è il suo sostenitore numero uno, perché anche gli ascoltatori rap erano ormai stanchi dei ridicoli teatrini montati per impegnare programmi e quotidiani di scarsa qualità.
Il titolo del brano sarebbe stato Mademoiselle. Il pubblico era diviso tra chi si aspettava uno Sfera Ebbasta più confacente a toni aspri e duri, con una forza espressiva più vicina a quella di “XDVR” o per lo meno a “Sfera Ebbasta” (ndr. l’album omonimo), un’altra fetta di pubblico invece intuiva qualcosa maggiormente simile a “Rockstar” e ai brani presenti nell’edizione deluxe.
Mademoiselle, il brano che rompe il silenzio di Sfera
Non appena inizia il brano, Mademoiselle, risuonano chitarre caraibiche e melodie latineggianti, la strofa irrompe senza nessun’introduzione con le barre presenti nel video spoiler pubblicato su Instagram: “Ti do il benvenuto in Italia, /il Paese di chi non ci mette mai la faccia/se tuo figlio spaccia è colpa di Sfera Ebbasta/, non di tutto quello che gli manca”.
La melodia spensierata, quasi raggaeton, si affianca ad un testo abbastanza impegnato dai toni tutt’altro che divertenti evocati dalla melodia, risultando apparentemente contraddittorio. In quattro righe scritte in maniera elementare, Sfera spiega che se un ragazzino spaccia o assume sostanze, non è colpa sua, bensì di tutte le mancanze che l’adolescente può avere nella difficile età dello sviluppo, che siano economiche, affettive o di qualsiasi altro genere. Il bridge precedente al ritornello dice “chiamano la polizia uh ehi/, dicono che è colpa mia uh ehi/,ma nelle tasche non ho nulla, giuro tenente/ nullatenente adesso ho tutto quello che mi serve/”; gli agenti controllano le sue tasche, dove prima teneva la merce di spaccio, ma ora non c’è nulla visto che la sua tranquillità attuale è una conseguenza della musica, come a sottolineare che non sta incitando nessuno a spacciare, visto che oggi stesso non segue più quello stile di vita. Nel ritornello il rapper si confessa ad una giovane fanciulla (Mademoiselle, o forse è riferito alla “madama”, altro nome per “polizia”. La scelta del nome in francese poi si addice di più alla musicalità del testo), le spiega che tutti lo additano come il male più grande dell’Italia, ma lui, con molta nonchalance riesce a convogliare tutte le cattive vibrazioni in un brano che ha l’intento di fare ballare e di far diventare le critiche le note stesse del pezzo. Nella seconda parte della canzone, il rapper ribadisce che la sua faccia finisce in copertina come capro espiatorio, ironizzando che a sballarsi non è lui che fuma, ma chi lo critica, mette anche l’accento sul fatto che non basta nemmeno stare zitti, perché è stato bersagliato anche per questo.
Il testo è semplice, quasi banale, con frasi fatte, luoghi comuni e giochi di parole intuibili, ma la vera forza del brano sta proprio qui: si potevano tranquillamente sfoderare rime argute o offese intelligenti accontentando la parte più selvaggia del popolo rap, ma in questo modo Sfera avrebbe fatto il gioco delle emittenti dando loro altro materiale su cui attaccarlo, intervenendo con queste modalità invece ha risposto alle critiche con le stesse armi dei suoi detrattori, uscendo trionfalmente da una discarica mantenendo il suo abito Versace totalmente immacolato. Il pezzo probabilmente finirà in radio, verrà canticchiato da tutti, proprio perché la potenza di Sfera risiede nel suo flow canterino, i più indignati addirittura finiranno per canticchiarlo mentre guidano e poi si schiferanno alla scoperta del fatto che quel pezzo così dannatamente orecchiabile è stato scritto ed eseguito da Sfera. L’intento del rapper di Cinisello Balsamo è quello di far cantare tutta l’Italia in modo tale che siano i ragazzi a rispondere al pubblico adulto solamente accendendo la cassa e sparando il brano ad alto volume.
Il popolo italiano attuale ha bisogno di Sfera per avere l’illusione di sentirsi superiore, di poter scaricare tutte le frustrazioni su un solo personaggio e lavare le onte disonorevoli di cui si macchia. E’ ormai chiaro che trovare un ipotetico nemico fa ben parte del nostro immaginario collettivo, ma dobbiamo prendere coscienza del fatto che se un genitore incolpa Sfera per le scelte del figlio, è come se il genitore stesso stesse ammettendo esplicitamente che non sta educando il suo rampollo: sarebbe cosa buona e giusta che ogni genitore impieghi il proprio tempo a spiegare cosa c’è fuori dalle quattro mura casalinghe, o se non è in grado perché il mondo cambia incessantemente e troppo velocemente, sarebbe ideale che non metta fin da subito il telefono in mano ad un soggetto che è in crescita e che non è ancora in grado di distinguere la mutevolezza della società.
Sfera con questo brano ha voltato una nuova pagina della sua carriera, la pacatezza con cui si è espresso ha dimostrato che non serve sbraitare in una folla di babbuini urlanti, è meglio rispondere educatamente, perché ci sarà qualcuno che riuscirà ad ascoltarti, e sono quasi sicuro che gli schiamazzi e gli urli della folla, verranno pian piano sopraffatti dai ragazzi che canteranno e balleranno “Mademoiselle”.
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