“Porto il dramma dentro al petto
Achille Lauro – Santana (Barabba Mixtape, 2012)
La rabbia che c’ho dentro
Testimone della strada, del cemento
Sono un sopravvissuto, le giornate a digiuno come un cane
Sta senza nessuno mentre tutto va a puttane”
Dopo aver pubblicato i due mixtape “Barabba” e “Harvard”, che gli hanno fatto guadagnare il proprio posto all’interno della scena rap capitolina, Achille Lauro inizia ad attirare le attenzioni anche al di fuori del territorio romano.
Il suo personalissimo racconto della periferia romana abbatte gli ostacoli territoriali arrivando fino a Milano. Quel povero Barabba con la laurea, non presa ad Harvard, ma per strada è pronto per diventare finalmente Immortale.
L’occasione per farcela arriva davvero: al giovane Lauro giunge – tramite un messaggio su Facebook – un invito da parte di Shablo a raggiungere Marracash a Londra per farlo firmare con la neonata Roccia Music. Questo fu il trampolino per arrivare al mainstream, il resto è storia.
A febbraio 2013 Lauro annuncia il suo album di debutto sotto etichetta, a ottobre è tra gli artisti di Roccia nell’album collettivo “Genesi” con le tracce “Benedetti Stronzi” prodotta da Night Skinny e “Scarpe coi Tacchi 3 – La fine“, oltre alla posse track omonima.
“Achille Idol Immortale” uscirà in free download esattamente l’anno dopo, il 27 febbraio 2014, ormai più di 10 anni fa.
Al disco farà seguito, con la regia di Trash Secco, “Achille Lauro – The Documentary” in cui il passato del rapper romano viene raccontato attraverso gli occhi e le storie di chi l’ha conosciuto, mostrando come sia riuscito a rialzarsi dal degrado della periferia nonostante gli errori commessi.
In copertina le mani giunte in preghiera nascondono il volto dell’artista, come nei precedenti lavori, mentre indossa una corona di spine, simbolo del sacrificio, su uno sfondo totalmente bianco, quasi a voler richiamare una sensazione di purezza e santità che va a contrapporsi ai suoi tatuaggi e alle gocce di sangue presenti sul viso, marchi di ciò che ha vissuto davvero.
Come apprezzabile dalla sua cover, la fede e la spiritualità sono concetti fondamentali all’interno di “Achille Idol Immortale” che acquisisce la forma di un “Vangelo della Strada” alla conclusione di ogni suo brano, grazie a paragrafi di pensieri in forma di preghiera.
Traccia dopo traccia si figura un dialogo costante con Dio per la ricerca della salvezza, mentre tutto intorno a sé c’è solo la morte e la desolazione nelle strade.
Uno zapping frenetico tra le diverse stazioni radio apre infatti la traccia “Dio Disse” tra casi di cronaca nera e canzoni dell’epoca, concludendo con il ritornello di “Barabba”, da dove tutto è iniziato.
Lauro parte dal passato per raccontarsi e portare a galla i propri demoni riproponendo all’interno dell’album alcuni vecchi pezzi a volte riarrangiandoli altre riportandoli integralmente come “Santana” e “Pantaloni Verdi” presenti in “Barabba” o “Rich Forever” e “Motorini” presenti invece in “Harvard”.
Ma la penna è più matura e il modo di rappare si fa più aderente alla base, perdendo quel forte influsso romanesco, di contro l’atmosfera si fa più cinica e la voce a tratti sussurrata porta il peso delle colpe e le cicatrici delle conseguenze.
L’evoluzione palpabile della sua attitudine non tradisce però i tratti caratteristici della sua scrittura, sempre cruda e a tratti brutale, continuando ad avvalersi dell’utilizzo di ripetizioni martellanti di singole parole nella stessa strofa che tendono a rallentare il ritmo e a focalizzare l’attenzione dell’ascoltatore su quegli attimi precisi.
“È giusto che tu dica non mi sta vicino
Achille Lauro – Lost For Life (ACHILLE IDOL IMMORTALE, 2014)
Perdere persone a cui non stai vicino
Non chiederò per primo io stammi vicino
Perché sono il primo io a non star vicino”
“Ed è follia pensare a me senza pensare a te
Achille Lauro – Santana pt.2 (ACHILLE IDOL IMMORTALE, 2014)
Come pensare a te senza pensare a me
Dovrei non pensare a me per pensare a te”
L’artista è costantemente in bilico tra due mondi opposti: i pezzi più grezzi e hardcore come “Contromano” e “No Twitter” si susseguono a episodi strazianti e più introspettivi come “Tu Che Ne Sai” e “Ghost” in costante contraddizione tra loro, un momento prima chiede perdono per la salvezza, l’attimo dopo abbraccia con freddezza il suo inferno personale in un vortice senza fine.
Il sottofondo ad opera di produttori del calibro di Night Skinny, Banf, Ceasars, Frenetik, 3D, AckeeJuice Rockers e Depha è fortemente variegato nelle influenze adattandosi a questo susseguirsi di sensazioni e gettando le basi per quella ricercatezza sonore che contraddistinguerà Lauro nell’immediato futuro.
Anche gli stessi ospiti che vi partecipano si dividono tra l’aggressività di tracce come “Las Vegas” e la sensibilità di altre come “Drink lungo” rappresentando anche un po’ il passato (Read, Caputo, Noyz Narcos, Gemitaiz) e il presente dell’artista (Marracash, Dium e Sonia Margot).
“Paragrafo 6.6,
Achille Lauro – Scelgo le Stelle feat. Coez (ACHILLE IDOL IMMORTALE, 2014)
Dio disse: “Solo pochi che ho attorno sanno di me.”
Gli altri, se solo conoscessero metà della mia vita, ascolterebbero le mie parole, togliendosi quella merda di New Era come si fa ad un funerale, perché io e i miei amici stiamo morendo davvero.
Amen”
Nonostante a posteriori Achille Lauro sia risultato di classe agiata da parte del padre, in realtà tali notizie non ne corrompono la sua figura, infatti non risultano di finzione i drammi familiari vissuti che lo hanno portato a lasciare casa a soli 14 anni, raccontati in seguito nel suo primo libro “Sono Io Amleto”.
Le barre trasudano un sentimento di rivalsa tutt’altro che orchestrato, la rabbia e il rancore suonano dannatamente autentici mentre la narrativa si fa sempre più sofferente.
L’atmosfera si macchia del sangue degli amici persi, l’odore dell’asfalto sempre più acre e l’insolenza dei primi tempi viene spazzata via da un asfissiante senso di impotenza.
Non c’è nessuna speranza di salvezza, nessun futuro radioso nel messaggio che porta Lauro, perchè “Achille Idol Immortale” non è l’epopea di un vincente ma piuttosto il Vangelo di un reietto, il Testamento di un sopravvissuto.
“Sapessi essere così lascerei tutto questo
Achille Lauro – Santana pt. 2 (ACHILLE IDOL IMMORTALE, 2014)
Invece di continuare a perde dietro tutto questo
Ascolta in silenzio perché non sai di che parlo
Non è più divertirsi
Volè morì prima degli altri, non so se lo capisci
Ed è così che va il mondo, le fiabe sulle fate, favole
Le vite accartocciate in macchine
Eroi che muoiono per niente, senza che nessuno lo dica
Mentre ‘sta gente guarda la partita”
Nessun commento!