Attualmente non è per niente facile lanciare il disco di debutto e, allargando gli orizzonti, il mondo va alla massima velocità senza alcun risparmio. La clava di Padre Tempo abbatte qualsiasi tentativo di solidità e la musica invecchia velocemente. Così come tutti noi e tutto quello che ci circonda, anche la musica ha una sua età, assume diverse forme e la staticità è il concetto più lontano da associare ad essa.
Scegliere il momento del primo disco risulta una tappa fondamentale, soprattutto quando non si condivide più la scena con qualcuno. Ed è stato questo il primo pensiero che mi è balenato in mente quando ho letto dell’uscita di “Bendicion” di Boro. Ripercorriamo un attimo la carriera dell’artista di Torino classe ‘96.
Boro, dall’eliminazione di X Factor a “Caldo” con Mambolosco
Federico Orecchia proviene dall’edizione del 2018 del talent X Factor, dal quale viene eliminato ai Bootcamp, cioè, per i più profani come me, la seconda selezione che viene fatta dopo le primissime audizioni. Successivamente, il rapper torinese, ospite del canale YouTube di Chiamarsi MC per un’intervista, aveva motivato la sua esclusione dal talent facendo leva sulla sua poca disponibilità nel fare cover di altre canzoni, come si è soliti fare nel programma, ribadendo che un rapper doveva avere il diritto di esibirsi con i suoi pezzi.
A detta sua, Boro non si era piegato al volere di qualcuno che lo guardava dall’alto in basso, ha evidenziato nella stessa intervista di star lavorando nel migliore dei modi e che anche senza la visibilità offerta dal talent, poteva raggiungere una certa notorietà. Tutto ciò è successo.
Oggi Boro ha raggiunto la fama grazie a svariate hit diventate virali, la sua musica ha subito una virata decisa verso il raggaeton e il suo personaggio sulla dimensione da club. Nel 2020 Boro debutta con “Caldo”, joint album con MamboLosco. Dopo la fine del sodalizio fisso molto apprezzato dalle rispettive fanbase, il rapper torinese ha continuato negli anni successivi a pubblicare singoli senza un vero e proprio progetto-album.
Non sono qui per giudicare come coloro che ad X Factor volevano “schiacciare” Federico, in quel periodo giovane rapper inesperto ed acerbo. La nostra redazione cerca sempre di analizzare e contestualizzare le fatiche di tutti gli artisti.
“Bendicion” è un disco del 2019 uscito nel 2024
Il primo disco da solista di Boro è uscito dopo 6 anni di ascesa, con un gran picco di carriera nel 2019, secondo me, non sfruttato al meglio dall’artista torinese classe ‘96. “Bendicion”, per quanto non suoni male e il timbro di Boro col tune sia piuttosto singolare, è caratterizzato da diversi elementi che lo rendono pesante e poco efficace.
Esso è poco identitario e incisivo sia nei suoni che nella scrittura e nell’approccio, sembra essere forzata all’ennesima potenza la ricerca della nuova hit da club o da Tik Tok. In più non può non balzare all’occhio la scelta dei brani che vanno a costituire Bendicion.
Sono stati inseriti letteralmente 8 singoli usciti in precedenza tra i 15 brani, e tra questi alcuni nel 2019 (“Lento” con Mambolosco), 2020 (“Nena” con Geolier), 2021 (“Rompo” con VillaBanks) e 2022 (“Suavemente” con Soolking).
Io, personalmente, non sono riuscito a trovare alcuna differenza tra il Boro di 5 anni fa e quello attuale in quasi tutti gli aspetti. Nella monodirezionalità di Bendicion, si distingue leggermente “Oh Mama”, pezzo dedicato alla mamma malata. La canzone ci fa rendere conto che un pizzico in più di questo Boro avrebbe reso il progetto molto più scorrevole e avrebbe spezzato quel ripetitivo clima da “biennio 2018-2019”, in cui la trap stava iniziando a spaccare il mercato definitivamente e si cercava di insistere su quella scia basic e generalista.
In un arco di tempo dove la musica non rimane e viene cestinata il venerdì dopo, “Bendicion”, oltre a trovare difficoltà a sedimentarsi nell’orecchio dell’ascoltatore per la poca identità, risulta un progetto anacronistico e poco pertinente al periodo.
Attualmente si fa veramente poca difficoltà a fare un nuovo papa dopo il decesso dell’altro venuto prima, perché nel 2024 il tempo pesa il doppio e scorre inesorabilmente, anche se Boro sembra non essersene tanto accorto.
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