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Durante un periodo in cui la scena musicale italiana sembra essersi stagnata, la Dark Polo Gang ha deciso di cogliere tutti alla sprovvista annunciando “Dark Boys Club”, catapultando su di sé i riflettori del rap italiano con una mossa marcatamente statunitense.
In realtà, la parola “sorpresa” si addice benissimo al collettivo romano, capace negli anni di dividere il pubblico tra chi li ama e chi li odia.
Un nuovo tape della gang era nell’aria, ma probabilmente quasi nessuno si aspettava che sarebbe sbarcato sulla Terra con una tale velocità : “Dark Boys Club” è l’ottavo progetto ufficiale targato Dark Polo Gang e il secondo dalla formazione senza Side.
Il disco è composto da 10 tracce, di cui 8 con featuring – a metà tra collaborazioni nuove di zecca come Anna, Boro Boro, Samurai Jay, Salmo, Ketama126, Lazza, Drefgold e Oni One e funzionanti commistioni riproposte, come quella con Tedua, Capo Plaza, MamboLosco e Traffik –, le cui produzioni sono affidate a più produttori, tra i quali emerge ovviamente il produttore storico ufficiale Sick Luke, probabilmente per contaminare l’ecosistema DPG da influenze esterne e diversificare le canzoni.
Considerando l’evoluzione artistica del gruppo, questo album sembra quasi essere anacronistico e molto più in linea con i dischi della cosiddetta trilogy (“Crack Musica”, “Succo di Zenzero” e “The Dark Album”) che non con il recente “Trap Lovers”.
Le sonorità di Dark Boys Club di Dark Polo Gang
A livello sonoro, le influenze sono spiccatamente a stelle e strisce, proprio come agli albori del successo della Dark Polo Gang, in particolare provenienti da città come Chicago dove dalla trap è andata generandosi la drill, declinata in più modi lungo i 26 minuti del disco, passando da quella della “windy city” di Chief Keef e della Glo Gang fino ad arrivare a quella londinese e newyorkese.
Da Wayne, Pyrex e Tony Effe si percepisce la voglia di riconquistare qualcosa che probabilmente è andato perduto,disperso nell’aria e per farlo i tre rapper hanno deciso di indossare nuovamente l’armatura da gladiatore per tornare a combattere nell’arena con il fine di mostrare al pubblico di possedere ancora le redini del gioco, sebbene ciò sembri impossibile ai più.
Le prestazioni dei rapper romani sono perfettamente distinguibili per via di differenti attitudini; tra esse emergono però prevalentemente quelle di Pyrex, apparso completamente a proprio agio, forse coadiuvato dalla genetica, e in una netta e visibile crescita artistica a cui manca solo un nuovo album da solista per consolidare a tutto tondo il suo potenziale. Per questo motivo, il rapper italoamericano è il vero collante e mediatore tra le parti che in sua assenza appaiono quasi spoglie e in preda ad alti e bassi. Lo stesso si verifica tra gli ospiti del disco in cui ognuno dà un apporto diverso alla causa, ma con alcuni come Tedua, Lazza, Ketama 126 e Traffik che luccicano più degli altri.
La chiave di un disco come “Dark Boys Club” è la spontaneità che ha da sempre contraddistinto la crew di Rione Monti, ma che nei precedenti lavori si è andata ad assottigliare. A differenza di “Trap Lovers” che raccontava il b-side del successo e della vita d’artista, questo disco, salvo qualche eccezione, rincara la dose di opulenza e vita di strada completamente in linea con l’immaginario dark della gang.
Ad ogni modo, il tape è arrivato nel momento più opportuno, in cui nessun grande nome italiano si sta mettendo particolarmente in mostra, andando a coprire il buco lasciato dalla stessa Dark Polo Gang prima e poi dalla FSK Satellite, concentrata attualmente sul self-branding dei componenti.
A inizio anno, Sick Luke parlava del “2020 come il nuovo 2016“, annata in cui il gruppo capitolino si è imposto a livello nazionale pubblicando tre progetti ma soprattutto rovesciando ogni qualsivoglia archetipo e stilema fino a quel momento presenti nel rap italiano.
I numeri su Spotify danno nuovamente ragione alla Dark Polo Gang; il pubblico sembra avere fame di questo genere di musica, tanto che se ne sta cibando compulsivamente, portando i pezzi in cima alle chart musicali e facendo loro superare anche il milione di ascolti in qualcuno a soli pochi giorni dall’uscita. Pertanto, “Dark Boys Club” potrebbe essere solamente il preludio a un’annata piena di musica targata Triplo Sette Entertainment in cerca di nuovo jackpot per scardinare il sistema.
Di 8 A.M. e Giordano Conversini
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