Qualche settimana fa uno dei più noti media di musica urban in Italia parlava, a seguito del clamore ottenuto da CamilWay nei primi episodi della seconda stagione di “Nuova Scena”, di come si sia svegliata ultimamente la scena calabrese nel contesto del rap italiano.
In realtà la Calabria, nella scena, è sempre stata presente e soprattutto pronta a intercettare nuovi suoni e influenze ricercate rielaborandole, nel contesto della propria regione, mediante uno stile ed un linguaggio espressivo del tutto nuovo.
La forte identità e la spiccata attitudine alla sperimentazione sono le prerogative che hanno fatto di questa regione una delle realtà più interessanti (e purtroppo sottovalutate) della Penisola e che ha mostrato tutte le sue aspirazioni nel collettivo della Fiama Gang.
Un vero e proprio movimento regionale che negli ultimi anni ha portato la Calabria sulla mappa del rap italiano grazie anche alla figura di Glasond, il fondatore e fautore (assieme ad altri nomi come Hammon e Tony 2Milli) della crescita e della risonanza esponenziale del gruppo.
Dopo aver esplorato il complicato rapporto di amore e odio con le proprie radici in “Welcome to CS Nord” assieme ad Hammon, Glasond ci mostra con uno spirito rinnovato l’orgoglio verso la sua terra nel nuovo album “Glasond Il Principe dei Saiyan”.
A differenza di quello che può sembrare dal titolo, il concept del disco non ruota attorno a Dragon Ball e ai suoi riferimenti, il significato sotto ad esso infatti è ben più sottile e sviluppato.
Dagli albori della loro carriera gli artisti di Fiama (specialmente Hammon nei suoi precedenti progetti “An Ape Escape” e “Il Pianeta delle Scimmie”) hanno utilizzato i pregiudizi e le offese verso i calabresi ribaltandoli e utilizzandoli come punti di forza.
In “Glasond il Principe dei Saiyan” l’insulto viene trasformato in motivo di vanto: la scimmia calabrese (classico meme denigratorio divenuto nel tempo una provocazione fin troppo ingombrante) si evolve paragonandola alla fiera razza combattente proveniente dal pianeta Vegeta, conosciuti per le loro metamorfosi con la luna piena in Ozaru (scimmie giganti).
T 2018 ‧ Azione/Cinema fantastico ‧ 1h 40m)
Copertina di Glasond Il Principe dei Sayan di Martino Camellini e Burned Art, ispirata all’opera di Akira Toryama, è ciò che meglio riassume visivamente questo parallelismo: l’artista è raffigurato con l’armatura da battaglia dei Saiyan e la coda da scimmione, loro tratto caratteristico.

Ai suoi piedi giace un cumulo di scheletri e cadaveri namecciani con indosso abiti vistosi e catene d’oro, mentre sullo sfondo salta all’occhio un pianeta con al centro la mappa della Calabria, simbolo del forte attaccamento alla proprie radici.
Glasond, come Vegeta, porta in alto la sua terra elevandosi con fierezza su una pila di finzione e ostentazione materiale, metafora dello stato in cui versa il resto della scena rap italiana ormai conquistata.
Un grido di autenticità che scorre lungo tutto il disco e trasmesso attraverso una ricerca nelle sonorità ormai diventata il marchio di fabbrica dell’intero movimento che, da emarginato, ha lentamente preso piede nello stivale tassello dopo tassello.
A seguito dell’uscita del joint “W2CSN” il copioso rilascio di nuova musica ha preparato la strada al progetto finale, ogni singolo come “DAMMI 50€” e tracce d’anticipazione come “Merito il Premio” ed “Equipaggio” hanno mostrando una facciata sempre diversa del rapper di Bisignano.
La ricercatezza sonora si snoda lungo i 15 brani, mostrando tutto il suo potenziale grazie all’approccio variegato al sound ad opera di un vero e proprio plotone di più di 20 produttori, che vanno da Fireken, Gumma, Mothz fino a Lorisonthebeat, Ksub,GCoal e a tanti altri che vi entrano in gioco.
I diversi tappeti sonori si mischiano, in maniera raffinata, con le influenze più disparate creando un ventaglio ben esteso di atmosfere.
Il lavoro ai campionamenti è magistrale, incollandosi perfettamente all’intero concept grazie all’utilizzo di sample di alcune colonne sonore dell’anime come quella dello special “Dragon Ball Z: Le Origini del Mito” nella traccia omonima e quella invece del film “Dragon Ball Super: Broly” apprezzabile in “Equipaggio”.
Ma il vero effetto nostalgia arriva grazie a dei veri e propri remix di canzoni storiche come “Poker Face” e “Bad Romance” di Lady Gaga in “Farmando Aura”, “I See You” di Jutty Ranx in “ Faccio Chiudere Freeda” e “Bring Me to Life” degli Evanescence in “La Figa è una Mafia” che riportano l’ascoltatore all’epoca degli AmV a tema Dragon Ball che tanto erano in voga nei primi anni di YouTube.
Da “Le Origini del Mito” fino ad “Arriva il Test Salivare”, Glasond ancora una volta ci porta all’interno del suo immaginario stilistico costruito di citazioni capaci di toccare temi come l’attualità, riferimenti al mondo nerd e rimandi all’antichità e alla mitologia, il tutto rielaborandolo nel contesto regionale fatto di strada e criminalità.
Il dialetto calabrese, elemento peculiare della discografia, si unisce allo slang americano dando vita ad linguaggio crudo e senza filtri che non manca di strati d’irriverenza che donano attitudine e originalità all’intero lavoro.
Glasond in questo mostra di aver trovato una sua dimensione più matura, nascosta sotto i diversi layer più autocelebrativi e ironici dello stile jerk, ben presente in “Noi Siamo la Musica”, che tanto era in voga a metà degli anni ’10 negli States.
Il senso di appartenenza, già esplorato nel precedente lavoro, qui è rivitalizzato dalla rivalsa, impreziosito da episodi più introspettivi e sofferti che trapelano dal profondo in “Martire” e in “Lettera ai miei Dawgz” e di momenti in cui viene fuori la sua abilità nel ribaltare le tematiche sociali e politiche più sensibili come in “Faccio Chiudere Freeda” e “Arriva il Test Salivare”.
Questa narrativa viene maggiormente ampliata non mancando di colpire il resto della scena più mainstream, ormai omologata alla ricerca dell’hype e formata da rapper cloni fatti della sola ostentazione.
Gli ospiti si insidiano perfettamente nell’estensione creativa dell’artista di Cs Nord, chi in quella più sentimentale come Lil Kvneki e chi nella sfaccettatura più sfacciata come Young Hash, Flextony e Maury North, prendendosi il proprio posto nell’equipaggio guidato dal Principe Glasond e dai suoi luogotenenti calabresi Hammon e Tony 2Milli.
Da esclusi e discriminati a dominatori del gioco, Glasond e il resto della Calabria hanno aperto di nascosto una breccia nel panorama musicale e presto sarà sotto gli occhi di tutti, nessuno potrà più fermarli.
Nessun commento!