I concetti
Dutch Nazari in questo nuovo lavoro s’ispira all’omonimo libro di Annie Ernaux in cui il consumismo non ha più alcun limite. La copertina dell’album, infatti, ritrae Dutch assieme al suo fedele produttore che tenta di spingere un carrello lungo il crinale di una montagna.
Una cover che può ricordare il famoso mito di Sisifo, dove quest’ultimo è condannato a spingere sempre lo stesso masso lungo la stessa salita per poi farlo cadere e rispingerlo da capo la volta seguente.
Si tratta di un mito greco che continua a manifestare la sua perenne attualità, diventando il manifesto della vita quotidiana nella catena di montaggio della società dei consumi. In altre parole, siamo tutti Dutch Nazari e siamo tutti costretti a spingere quel dannato carello ogni giorno da capo, dal fondo della montagna fino alla cima e poi di nuovo. Siamo tutti costretti a produrre, consumare e poi riniziare da capo, e il punto è che sia che si produca (lavori) sia che si consumi, siamo sempre all’interno della stessa catena di montaggio.

Il consumo che rappresenta la nostra massima libertà di scelta, in realtà, è la continuazione del nostro lavoro ma nel tempo libero.
Il cantautorap di Dutch Nazari
Al di là dei concetti che stanno dietro il titolo e la copertina dell’album, adesso, passiamo al progetto in sé.
Dutch è uno di quei rapper che è riuscito a conciliare il cantautorato, la canzone leggera, il rap, l’indie e l’EDM, in un concentrato che, in quanto musica italiana, ha come propri artisti di riferimento Battiato, Cosmo e il Fabri Fibra di “Turbe giovanili”, non a caso citato nel secondo brano della tracklist: “Gasati un mondo”.
Possiamo dire che Dutch Nazari è uno dei migliori rappresentati di quello che spesso è presentato con il deprimente termine di cantautorap, ma che nasconde una ricchezza di sfumature che va ben oltre tale etichetta. Tornando, infatti, al mosaico di riferimenti che compongono il marchio di fabbrica di Dutch Nazari, possiamo notare che si tratta di una sapiente miscela di leggerezza e pensiero critico. Il rapper ha sapientemente preso la spensieratezza dell’EDM, che fa da tappeto sonoro di quasi tutti i suoi ultimi progetti e l’ha infarcita di critica sociale e musica leggera, il tutto incastonato nella forma del rap come cifra stilistica finale.
Le tracce = Le luci
Dutch dice alla sua compagna di guardare le luci che è anche il titolo del brano di apertura del progetto. In questo pezzo l’mc ritrae con colori vividi la nostra attualità e sintetizza in poche barre tutte le tematiche toccate nel corso dell’intero progetto:
Ogni nuovo spot per un nuovo prodotto che la pubblicità osanna
Dutch Nazari – Guarda le luci (Guarda le luci amore mio, 2025)
un intero plot, un intero racconto su di un pesto, una cialda
e a me sembra un po’ un tramonto che si traveste da alba
e mentre cadono bombe su Teheran su una terrazza con dei bambini,
qui va avanti la tua quotidianità»
L’mc ci avverte che quelle luci, che potrebbero essere di salvezza, potrebbero anche essere le luci delle bombe, di cui udiremmo il rumore, ormai, troppo tardi per renderci conto che la guerra sta per scoppiare anche qua da noi.
Dopo questa presa di coscienza Dutch ci accompagna nel suo viaggio, dove i confini tra pensiero e realtà sfumano, e non è un caso che ci siano soltanto due ospiti: Willie Peyote e Levante.
Non è un caso perché i due ospiti confermano quanto detto sopra riguardo il mosaico di riferimenti del cantautorap di Dutch Nazari. Willie cita “Se non dai il meglio” di Fabri Fibra, aggiornandola al 2025, mentre con Levante, nel brano “Passeggeri”, i due si riallacciano a uno dei più grandi brani della musica leggera italiana, “Azzurro”, di cui la versione di Adriano Celentano è sicuramente una delle più famose.
Nel brano con Levante quello che era il treno dei desideri, che andava contromano rispetto ai propri pensieri, diventa il treno dei pensieri passeggeri.
Nonostante quanto detto da Dutch Nazari stesso, cioè l’ispirazione al libro della Ernaux, e lo sviluppo musicale dell’idea che il consumo non abbia più confini, ascoltando l’album, ciò che sembra non avere più confini in realtà sono i pensieri di Dutch stesso, che sono talmente materiali e consistenti da essere come veri e propri oggetti, che a volte ostacolano, a volte aiutano il nostro artista.
Conclusioni
Viste le fonti, vista la penna e visti i suoni “Guarda le luci amore mio” può essere un piccolo momento di estasi e realizzazione che tutti noi dovremmo esperire, proprio in quei momenti in cui sembra che non facciamo niente ma in realtà, come dice Dutch, ‘stiamo pescando’ e se qualcuno ci parla ‘fa scappare tutti i pesci’.
Nessun commento!