Insano è l’ultima fatica (letteralmente) di Kid Cudi, un progetto vastissimo con 21 tracce dilatato in più di un’ora d’ascolto. Il rapper di Cleveland a quasi un anno da Entergalactic decide di mettersi ancora una volta alla prova in uno dei periodi più difficili della sua carriera artistica. Infatti, la storia dietro questo disco è probabilmente più interessante del disco stesso e aiuta anche a capire le ultime scelte dell’”uomo sulla luna”.
Innanzitutto, c’è da dire che Kid Cudi è uno di quei rapper che più di tutti ha sofferto la “sindrome del pioniere”, ovvero quella condizione in cui si trova chi per primo arriva a una determinata idea senza coglierne però a pieno i frutti.
Il suo humming, le sue atmosfere cloud e oniriche e addirittura il suo cognome di battesimo (da chi pensi abbia preso il nome Travis Scott?) costituiscono una grande eredità colta soprattutto dalla generazione di rapper attuale. Trovandosi in questa posizione di ‘saltimbanco’ Kid Cudi spesse volte si è trovato a dover sorprendere a tutti i costi l’ascoltatore, cosa che non sempre gli è riuscita.
Se la trilogia de Man on The Moon costituisce un picco che da solo sovrasta carriere di rapper interi altri dischi, tra luci e ombre, scricchiolano fortemente. È il caso di Speedin’ Bullet 2 Heaven (2015) o il più recente Entergalactic e a nulla vale l’aver composto con Kanye West uno dei massimi capolavori dell’hip hop sperimentale cioè Kids See Ghost.
La carriera di Cudi da come si può vedere è fatta da tanti alti ma tantissimi bassi, forse tra le leggende dell’hip hop contemporaneo Kid Cudi è la più umana e fallibile. Spesso le lune raccontate sono pianeti coloratissimi e ricche di influenze altre volte invece sono dei noiosi asteroidi grigi pieni di crateri.
Paradossalmente, nonostante la sua esperienza, Scotts è uno di quei rapper alla perenne ricerca di affermazione dal pubblico: un giorno prima hai creato un capolavoro e il giorno dopo hai appena pubblicato l’ennesimo disco-mattone impossibile da ascoltare per intero. Eppure, dopo Man on The Moon 3 a Cudi manca ancora quel capolavoro che lo consacri. Entergalactic nonostante tutto è stata una buona prova e INSANO al netto delle critiche è un disco solido.
Insano si colloca in uno dei momenti più difficili di Kid Cudi. Probabilmente in cantiere già dal 2020, a prova dell’enorme processo creativo del rapper di Cleveland, poi slittato per delle complicazioni e soprattutto per dare spazio a Entergalactic. Così, dopo una sfortunata apparizione al Rolling Loud terminata a causa di oggetti lanciati durante la sua esibizione, un ritiro dalle scene preannunciato e singoli pubblicati e poi rimossi per la disapprovazione del pubblico il 12 gennaio 2024 finalmente esce INSANO.
Anche questo disco, come gli altri, è fatto di tante cose e sembra essere un viaggio nella mente di Kid Cudi. A testimoniarlo perfettamente è la copertina, disegnata dall’artista Kaws, nei suoi miscugli di colori e zigzagature astratte da un’idea perfetta della creatività aliena di Scotts.
Eppure, il gioco creativo non regge tutto il viaggio, Kid Cudi colpisce anche, ma non stupisce sempre. L’album parte in quinta con OFTEN, I HAVE THESE DREAMZ, hostato da Dj Drama, segna l’inizio di un viaggio onirico tra ottime barre l’onnipresente humming e continua con hit di discreto valore come KEEP BOUNCIN’, GET OFF ME con il figlioccio Travis Scott e WOW con A$ap Rocky. Una traccia interessantissima in cui Rocky trova modo di mettere carne al fuoco rispondendo al diss di Drake. Nella prima parte del disco troviamo anche ELECTROWAVEBABY forse la traccia più sperimentale del disco.
Got it extended in my jeans, yeah
Kid Cudi – WOW, feat. A$ap Rocky (INSANO, 2024)
Yeah, my Dickies got the crease, I got kisses on my cheek
I got glitter on my teeth, I got lipstick on my briefs
Keep it cool, keep it smooth, why you makin’ a scene? (Huh?)
Plus my boo got the Glizzy, keep the RZA if it’s beef (Huh)
Cheffin’ mans, Boyardee, with the latest Goyard
Me and my vamp bae got our own handshake
These niggas can’t stomach me, gotta go get a mandrake
If I put my tool out, bet she gon’ fix it, yeah
Take the YouTube route and she gon’ Vixen, yeah
I like my drinks ethnic (Yeah), tell me what you mix with (Yeah)
Hol’ up, hold my blunt up in the function, bitch, I’m twisted (Yeah)
Se la prima parte del disco scorre tutto sommato piacevolmente, a quasi mezz’ora d’ascolto tenere il ritmo si fa più difficile. AT THE PARTY con Pharrell Williams e Travis Scott, RAGER BOYZ con Young Thug sicuramente spezzano la monotonia ma nel complesso in questa seconda parte del disco ci si poteva aspettare di più, in modo particolare perché Insano era stato presentato come un disco sperimentale e dedicato al suo pubblico più stretto.
Eppure, dopo questo tortuoso viaggio c’è la chiave di tutto, la traccia-vetta che dà gratitudine e un brividino all’ascoltatore, ovvero BLUE SKY. La ballad trap con un sapore estivo agrodolce non solo è la traccia migliore del disco ma probabilmente è una delle tracce più belle di tutta la sua discografia. È un Kid Cudi che per la prima volta in tutta la sua discografia non sente la pressione di dover accontentare qualcuno e dopo tanto tempo si chiede se è ora sia felice in una delle sue classiche introspezioni e confessioni al microfono.
Nel complesso, INSANO sicuramente non costituisce la svolta di Kid Cudi, resta un album di ottimo livello ma forse con troppi filler. Se il rapper sulla luna aveva intenzione di ritirarsi con INSANO sembra volerci dire il contrario, anzi, tutto il disco è un inno alla perseveranza e all’andare avanti. Il messaggio di Insano è tutto qui, il cielo è limpido e Kid Cudi ha trovato la sua pace dopo anni di lotte continue con le sue ombre.
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