Quest’estate negli Stati Uniti è uscito Cheat Codes, incredibile album del rapper Black Thought e del beatmaker Danger Mouse, due vere e proprie leggende del panorama Hip Hop a stelle e strisce.
Si è trattato di un LP dal suono ricercato, lontanissimo dalle tendenze attualmente on vogue, ma aperto anche a collaborazioni con artisti campioni di incassi come A$AP Rocky e Russ.
Dunque, è un progetto all’interno del quale i due autori, più che crogiolarsi nel banale “effetto nostalgia”, hanno scelto di abbracciare nuovi elementi, portandoli armonicamente nel loro mondo.
Questa è la stessa sensazione che mi ha permeato ascoltando 4 MANI di Inoki e Dj Shocca.
I due sono indiscusse colonne portanti del rap italiano: Inoki è un MC di riferimento per l’Hip Hop tra la fine degli anni ‘90 e il primo decennio del 2000 (in particolar modo per la scena bolognese), un artista dapprima ostile nei confronti del mainstream e dei nuovi sottogeneri, ma che negli anni ha aperto ampiamente gli orizzonti, collaborando con tantissimi newcomers.
Il signor Matteo Bernacchi invece è il dj e beatmaker artefice di 60 Hz, producer album per eccellenza del rap italiano, ricco di classici firmati da mostri sacri di tutto lo stivale.
Inoltre, Dj Shocca è stato cofondatore della realtà discografica Unlimited Struggle, che, se parliamo di underground, citando un ex componente di un certo spessore, ha davvero raccolto “il meglio del meglio in Italia”.
Entrambi gli artisti hanno costruito percorsi ben distinti, ma ogni volta che si incontrano sulla stessa traccia la magia è assicurata. Basti pensare ai classici immortali Bolo by night o Non mi avrete mai, ma anche a brani ben più recenti come Veterano.
Perciò 4 MANI corona un rapporto di collaborazione ultradecennale tra i due artisti.
Non è il disco di Inoki né il progetto da producer di Dj Shocca: è un vero e proprio joint album tra rapper e beatmaker, tipologia di formazione che in Italia più volte ha sfornato grandi dischi (pensiamo ai binomi Johnny Marsiglia-Big Joe, Tedua-Chris Nolan, Noyz Narcos-Fritz Da Cat o Sfera Ebbasta-Charlie Charles).
Lungi dallo scimmiottare nuovi trend, Inoki e Shocca tra barre, sample e scratch danno il loro meglio, spaziando da brani autocelebrativi a episodi più conscious: il risultato è un disco puramente rap, fatto da due artisti che con fierezza rimarcano la loro appartenenza all’ambiente underground (all’interno del quale detengono uno status leggendario), che tuttavia non intende proporsi come un’esaltazione passatista del genere e anzi, risulta particolarmente attuale per gli argomenti trattati.
Del resto, entrambi gli autori più volte si sono messi in gioco uscendo dalle loro zone di comfort: recentemente Inoki ha sperimentato in MedioEgo (2021), album ricco di influenze contemporanee; Dj Shocca, evolvendo coerentemente il sound caldo e deciso che lo ha sempre caratterizzato, oltre a mantenere saldi i legami con esponenti underground come Egreen o Mistaman, collabora attivamente con emergenti della nuova scena (ad esempio 8blevrai) e con rapper mainstream tra cui Guè, Jake la Furia, Emis Killa e Lazza.
I featuring Gemitaiz, Emis Killa, Jake La Furia e la cantante pop Nina Zilli, si amalgamano perfettamente al progetto.
I tre rapper, per quanto oggi siano lontani dai circuiti underground di provenienza, regalano strofe micidiali, romanticamente intrise di riferimenti ai classici di Inoki e Shocca: il duo di 17 infuoca MILANO BY NIGHT e Gemitaiz in DETOX sfoggia magistralmente la propria knowledge musicale citando dai Led Zeppelin agli Outkast.
Nina Zilli invece da’ un contributo decisivo in SORELLE, brano più intimo dell’album, che il rapper sceglie di dedicare alle amiche che gli sono state vicine.
Collaborazioni a parte, sono pochi i rapper in grado di adattarsi alle atmosfere newyorkesi di Shocca come fa Inoki: le prime barre del disco sono «fratellino mi hanno detto che / ti interessa fare solo il rap» e l’MC lo spiega senza fronzoli, lui che il rap saprebbe farlo anche «senza mani».
Nessuno mette in dubbio le sue skills, ma i due artisti, lavorando insieme e usandone ben quattro di mani, ci hanno regalato un manuale di Hip Hop denso e maturo, che in sette brani riesce a ridare linfa a un genere di rap genuino, prezioso e orgogliosamente fuori dalle logiche del mercato.
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