“Jack di Quadri” di Lanz Khan e Sick Budd è il secondo capitolo di una saga che spero non abbia mai fine da quanto mi piace. I due padroni di casa hanno giocato il jack di quadri ed il risultato è un susseguirsi di immagini come all’interno di una mostra, però non sono figure fisse e statiche come pitture o statue ma bensì sono immagini mobili, dinamiche come piccoli frammenti di un film.
Le rime di LK sono le pennellate di colore che rendono vividi i quadri presenti in ogni quartina di ogni canzone. Sì, perché non si può dire che una canzone di “Jack di Quadri” sia riducibile ad una sola immagine o ad un solo quadro, bensì che ogni traccia sia composta da più quadri, da più immagini che ti fanno perdere in un’infinità di riferimenti creando un viaggio nel rap grezzo che sfregia e cita il dominio dell’arte alta, quella da museo, proprio come una tag sul duomo di Milano.
L’immagine che apre la mostra del Jack di quadri è una donna di Bali che balla in estasi nei giorni di festa:
«Lei balla come una balinese in ecsta nei giorni di festa
Lanz Khan & Sick Budd – Mekong Delta feat. Murubutu & DJ Skizo (Jack Di Quadri, 2025)
quando gira nella stanza manda fuori di testa
Vivo un mondo alla rovescia, la luna mi flesha
nella cristalleria un elefante Ganesha»
L’inizio dell’album non è solo l’inizio di un film, ma ci fornisce un concetto che illumina la natura del rap nella sua essenza e che infatti appartiene a tutto il rap ma che, raramente, sentiamo citato in maniera tanto esplicita: si tratta del “Mondo alla rovescia”.
Lanz Khan dice di vivere in un mondo alla rovescia che è appunto il mondo, tanto realistico quanto paradossale, che incontriamo attraverso le famose liriche esplicite dei rapper, composto spesso da violenza, droga, misoginia, armi e sesso. Il rap è proprio quel mondo alla rovescia in cui Lanz Khan ha deciso di vivere, un mondo in cui quelli che sono ritenuti i tabù morali e sociali della società civile vengono sospesi, anzi ribaltati, e ciò che è moralmente ed eticamente infimo si trasforma in motivo di vanto e di autocelebrazione.

Lanz Khan ha sempre inserito massicce dosi di citazioni colte e semi sconosciute di filosofi, di storia, di storia dell’arte che rendono evidente quanto studio e dedizione vi sia dietro ogni singolo testo che scrive. In questo caso il mondo alla rovescia che lui esprime è riconducibile ad un concetto studiato e concettualizzato dal critico letterario Michail Bachtin nel suo libro “L’opera di Rabelais e la cultura popolare”.
In questo studio sulla cultura popolare l’accademico russo introduce alcuni concetti fondamentali nell’analisi dell’opera di Rabelais, tra cui l’idea del mondo alla rovescia. Quest’ultima nello specifico si riferisce al Carnevale, una festa che, come scrive Bachtin stesso, è:
«in opposizione alla festa ufficiale […] il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù». P.13
Il rap è come se fosse l’erede moderno di una festa di carnevale uscita fuori dalle sue date istituzionali e andata in frammenti. Quei frammenti di carnevale si ritrovano nelle liriche del rap dove uno spacciatore che è il signore del quartiere, non è percepito come il cattivo della situazione bensì al contrario, è una figura di valore a cui i rapper fanno costantemente riferimento.
Nel mondo alla rovescia del “Jack di Quadri”, infatti, un crimine nei confronti dei beni pubblici come una tag sul Duomo, o una sparatoria all’interno del museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, non sono solo momenti salienti di un cinema d’avanguardia underground, ma sono i momenti topici del carnevale di Sick Budd e Lanz Khan.
I due però non si oppongono soltanto ai codici morali della società civile, ma si schierano dal lato opposto del mainstream rap, dove le rime sono sempre le solite, le citazioni sono sempre le stesse per tutti i rapper vecchi e nuovi. Lambo, Rari, Rolex, Gucci, Dior, Celine ecc… sono del tutto assenti nel progetto o quasi, «Sangue a fiotti come un flagellante in Spagnati macchia le Gucci», ma non si tratta soltanto di non citare i soliti status symbol, si tratta di una ricerca più profonda:
«Spengo le candele di una Menorah
Lanz Khan & Sick Budd – Kandinsky Depresso (Jack Di Quadri, 2025)
Cena di pesce, Noddles e Deborah
Veleno e Champagne (Champagne), voliamo sulla città
Onirico abbraccio a mille metri dal terreno, Chagall
Sogno che balla, Martini e Saclà
Poi piange come Maria Callas sulla mia spalla
Dopo sul petto incido AGLA, in nave per Dakhla
Mi sveglio in metro sulla gialla, fermata Zara
Due tag e sayonara»
Lanz Khan ricerca le rime e non perché vuole essere primo in classifica, o suonare bene come tutti gli altri, il suo obiettivo è quello di non suonare scontato, di non proporre il solito tema trito di successo, bella vita e autocelebrazione. In sostanza se siamo abituati ad un mercato di merce e rime omologate da produzione di massa, il rap proposto da LK e Sick Budd è il contrario. È un rap fatto con la cura e la dedizione di un artigiano che fa di tutto per distinguersi dalla produzione industriale per continuare a valorizzare il proprio lavoro e la propria identità.
In tal senso “Jack di Quadri” è un mondo alla rovescia in una doppia accezione. In primo luogo, è alla rovescia rispetto ai valori accettati dalla società civile e in secondo luogo è alla rovescia anche rispetto alla maggior parte del rap delle classifiche e delle nuove generazioni, in cui la probabilità di sentire una rima su Tony Montana o su una lambo è del 250%, tanto da poter chiudere mentalmente le barre dei nuovi dischi ancor prima di ascoltarle. In questo mondo di rime preconfezionate il flusso lirico di LK è una sorta di uscita dal Matrix:
«Faccio un film in cui muoiono i fasci sui beat di Buddy
Lanz Khan & Sick Budd – Streetcubismo feat. Truman Simbio (Jack Di Quadri, 2025)
Directed by Miike Takashi
Sbaglio e persevero, arte e degenero
Cani arrabbiati, la bava di Cerbero
Il corpo del reato lascia a terra una sagoma
Stringo mani, sotto i guanti ho le stelle, Pitagora»
Sick Budd è un lavoratore inarrestabile che ha creato un modus operandi solido e identitario, in cui il campionamento, il boom bap, le inserzioni di frammenti di dialoghi tratti da film e documentari tipica del rap anni ‘90, è riportato in auge con una patina rinnovata senza sciuparne il valore.
Il connubio delle basi di Buddy con le liriche di Lanz suonano come l’avanguardia artistica del primo dopo guerra e infatti troviamo brani che ne prendono i nomi: “Impressionismo”, “Kandinsky Depresso”, “Streetcubismo”, “La città che sale“.
Come il Carnevale è una festa senza palco e senza distinzione tra spettatori e attori anche l’avanguardia, l’arte astratta, l’arte concettuale e lo stesso teatro d’avanguardia concettualizzato da Antonin Artaud, sono forme d’arte che hanno cercato di scardinare il confine tra arte e vita, cercando di ribaltare le distinzioni gerarchiche della società.
In “Jack di Quadri” troverete un susseguirsi di immagini e impressioni che tengono insieme avanguardia artistica, filosofia ed un’estetica carnevalesca tese a sospendere le nostre quotidiane barriere mentali.
La barra «L’arte paga meglio del crimine anche se può essere un crimine» conclude il cerchio che abbiamo aperto con il concetto del “mondo alla rovescia”, infatti l’arte come crimine è il trionfo della visione carnevalesca della vita, che è stata studiata da Bachtin e messa in pratica da Lanz Khan e Sick Budd. Il rap di LK e SB è arte che diventa vita e vita che diventa arte sporcando e infrangendo il confine del museo e della mostra, sintetizzando il suo senso nel crimine nei confronti di questo stesso confine.
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