Recensione di Keta Music vol.3
Emis Killa, con il terzo capitolo della saga “Keta Music”, ci dimostra con estrema semplicità che l’amore esibito per il rap non è mai fuori moda e che mai come oggi, i big della scena, sembrano voler far riemergere dal terreno le radici del genere musicale più amato del momento per metterle bene in vista, sotto gli occhi di tutti.
Con un anticipo di nemmeno tre settimane, il rapper classe ’89, originario di Vimercate, ha annunciato, pubblicando la copertina, la pubblicazione prossima di “Keta Music 3”.
In un sistema musicale in cui il metodo dell’ingrassamento dei propri fan tramite l’hype sembrava far da padrone, Killa sceglie di non gonfiare le aspettative ma di lasciare il tempo alla sua fan base di digerire la notizia e di fantasticare su cosa avrebbe potuto trovare nel progetto.
Una settimana dopo, senza troppi artifici, svela la tracklist con annesse collaborazioni: Lazza (presente nel roster delle produzioni), Rose Villain, Madame, Gemitaiz, Jake la Furia, Montenero (per gli ascoltatori di vecchia data), Massimo Pericolo sono i featuring più affermati; J Lord, RollzRois, Mera, Not Good gli emergenti presenti; 2P, 2nd Roof, DJ Shocca, Mace, Big Joe la squadra dei beatmaker.
Apprese le coordinate generali del disco, prima di addentrarci nella sua disanima, ritengo necessario riflettere brevemente sullo scopo di questo mixtape e sul mixtape in quanto raccolta di brani.
Keta Music 1 (2009, in Blocco Recordz) era il tape di presentazione in cui Emiliano Rudolf Giambelli si strappava il nome assegnatogli dai suoi genitori per consegnarsi alla scena come Emis Killa.
Keta Music 2 (2015, a distanza di sei anni, in Blocco Recordz) rappresentava il secondo capitolo del mixtape che, più che nelle piattaforme dell’etichetta per un’eventuale free-download o per un acquisto fisico, si faceva trovare su Spotify. Basi quasi interamente inedite avevano l’arduo compito di ricordare al pubblico che l’Emis Killa delle hit radiofoniche e di Mercurio (aspramente criticato) aveva in sé un’anima fortemente rap: una prova di adattamento alle nuove sonorità, un richiamo agli ascoltatori migrati altrove; un ri-modellamento del personaggio Emis Killa che per il pubblico aveva solo ed esclusivamente la conformazione di hitmaker.
Keta Music 3 (2021, anche in questo caso a distanza di sei anni ma per Epic/Sony Music Italy) si presenta invece come una completa affermazione di sé stesso, della propria identità. Assimilati tutti gli aspetti migliori della sua precedente carriera e riappacificatosi con la sua naturale predisposizione pop, Emis Killa è pronto a presentarsi al pubblico, nella nuova versione di sé, nuda e cruda come non capitava da tempo.
Il presente mixtape ci aiuta a vedere anche la direzione che la mutazione di forma del “mixtape” in quanto tale sta seguendo. Inizialmente nato come una raccolta estesa di esercizi di stili su basi edite o inedite, il tape si sta trasformando oggi un “album mascherato”, non più in freedownload, ma disponibile nelle piattaforme streaming, che il rapper in questione utilizza per prendersi tutto lo spazio che desidera, senza dover rimodularsi per un pubblico mainstream: per catturare la propria identità, la propria essenza, i propri gusti e le proprie abilità strettamente rap che lo hanno reso famoso nel tempo.
L’intelligenza del rapper si dimostra nel confezionare un prodotto che mette il rap al centro, portando rime, tecniche, flow incisivi e storytelling vividi che ammiccano ai vecchi stilemi senza farli risultare mai antiquati, anzi. Le liriche sono rese ben scorrevoli da un’ottima e differente gestione di fiato nel pronunciare i versi, che permette di mettere in risalto le parti del testo su cui Emis Killa stesso vuole attirare l’attenzione di chi ascolta.
La scrittura viene principalmente impiegata in giochi di parole, rime a effetto e avvitamenti tecnici ma affiorano qua e là, soprattutto nei brani più seriosi, frasi cariche, impregnate di strada e di vissuto che non passeranno di certo inosservate. Mi permetto di mettere in risalto i versi di “Notte Gialla” (Da sempre faccio incubi più veritieri dei miei sogni/Pensieri poco nitidi e più sporchi dei miei soldi/Cerco mio papà tra i volti in strada e nel rumore del ventilatore): tramite un gioco di opposizione tra realtà-sogno, giustizia-ingiustizia, sconosciuto-familiare, il rapper collega i suoi ricordi tramite il sottile filo di un’analogia che mette in relazione il pensiero del padre defunto al ventilatore da loro utilizzato in campeggio o nei loro piccoli appartamenti, simbolo di povertà rispetto a chi poteva permettersi l’aria condizionata.
L’ottima selezione di brani fatta dal rapper, sempre coerente nelle atmosfere e nelle melodie, fatta eccezione forse per “Psyco” che si discosta leggermente dallo stile generale del disco, pur rimanendo rap. La buona concisione dei brani permette un ascolto non forzato, con una perfetta collocazione di featuring che arricchiscono il disco e che riescono ad apportare un valore aggiunto. Discorso a parte va fatto per Jake la Furia, che oltre a portare un ritornello carico di significato in “I soldi degli altri” e una strofa dirompente in “Street Movie”, rinsalda ulteriormente il legame con Killa e rimarca la loro presenza come binomio affermato, costituente dell’intera scena.
Prestazioni da applausi invece quelle di Mera e di Not Good, a cui auguriamo di farsi conoscere ancor di più visto il loro valore esibito nel migliore dei modi nell’occasione rilasciata loro.
Keta Music 3, nella sua naturalezza e genuinità, dimostra lo status raggiunto di Emis Killa e risponde in maniera automatica, senza scadere troppo nella provocazione, alle tendenze attuali che il rap sta seguendo. La totale sfrontatezza del rapper viene irradiata da un’aura Hip Hop che circonda tutto il progetto, dagli scratch, alle outro (in cui sentiamo anche Nebbia, Tony Effe e Salmo), ai beat in boom bap old style, permettendo all’autore di ri-presentarsi come autentico portatore della fiaccola del genere.
Se Fast Life 4 di Gué era una dichiarazione d’amore all’Hip Hop, Keta Music 3 è il contributo che Emis Killa dà per il ristabilimento naturale delle cose: la volontà è quella di rimettere il rap canonico come fondamenta, qui nuovamente dissotterrato, sgrezzato e riattualizzato. Le rime, l’attitudine, l’amore per la cultura Hip Hop e la vita vissuta, da pure formalità, diventano in Keta Music 3 pura sostanza e tema centrale di tutto un progetto, a dimostrazione del fatto che le mode passano ma il rap fatto a modo, come detto in apertura, non passerà mai di moda.
Di Riccardo Bellabarba
Nessun commento!