“Lamborghini a via Marina” è un’istantanea che riassume l’intero lavoro di Vale Lambo, una fotografia che visualizziamo nella cover del disco ma anche nella nostra testa, a cui possiamo conferire due significati che ci aiuteranno a comprendere meglio questo album e l’idea che c’è alla base.
Partiamo dal punto di vista più materialista: l’immagine dell’auto di lusso su un lungomare non può che richiamare location leggendarie come l’Ocean Drive di Miami, protagonista di innumerevoli film, storie e canzoni, con i suoi neon, le discoteche e la bella vita.
Una varietà che può soddisfare i desideri di tutti, esattamente come la musica di Vale Lambo. In questo disco infatti troviamo influenze ed atmosfere di pressoché ogni tipo, dall’elettro pop ormai firma di Michelangelo in “Baby U Want Me” con Geolier, al reggaeton di “Flores y mentiras” con Rose Villain e Don Pero o “TVB” con MV Killa, passando per trap, R’n’B, rap. Una moltitudine di colori e sfumature riflesso di quei neon e quelle luci che contraddistinguono i lungomari di tutto il mondo.
Il rischio di costruire album così variopinti e diversificati naturalmente è quello di incappare nel “playlistone” di turno, di cui abbiamo scritto e discusso in svariate occasioni. Ecco, dimenticatevelo.
Vale riesce a creare un progetto coeso e lineare, in cui tutti questi generi in cui si mette alla prova vengono collegati dal suo stile, la sua visione, il suo modo di fare musica, riuscendo a mantenere un filo conduttore in termini di sound (ma anche di scrittura) che non sbatte mai l’ascoltatore da una parte all’altra, piuttosto lo adagia delicatamente sul nuovo tappeto in arrivo senza mai fargli mancare l’appoggio sotto ai piedi.
Tuttavia va fatta una distinzione minima ma fondamentale.
Via Marina è sì un lungomare, ma non è quello turistico, tutto hotel e locali che ho descritto in precedenza e che corrisponde a via Partenope parlando di Napoli, bensì una zona di collegamento tra alcuni rioni popolari della città e, appunto il mare. Sì, anche qui troviamo le palme e il rumore delle onde, ma a fare da sfondo ad una situazione più underground, più street, più identitaria per qualcuno che quei posti li ha vissuti.
“’E cumpagne mi’ so’ ‘e stesse ‘e sempe
Vale Lambo – Sempe Nuje (Lamborghini a Via Marina, 2024)
E faccio ancora ‘a musica comme fosse n’esempio
Dice songo ll’unico ca ancora mo ‘o rispettano
Pecché ll’unica cosa ca nun può accattá è ‘o rispetto”
Ed è qui che entra in gioco il secondo punto di vista, quello introspettivo e sentimentale. Vale Lambo, con la sua immagine della “Lamborghini su via Marina” vuole rendere agli occhi del suo pubblico un riassunto di sé e del suo percorso: il racconto di un ragazzo che ce l’ha fatta grazie alla musica, ma che rimane aggrappato alle proprie radici, continuando a raccontare Napoli e le sue sfumature, nonostante si sia potuto permettere qualche sfizio.
Lo dimostra la scelta dei featuring, molti selezionati all’interno del suo giro, dei quella scena che lui stesso ha contribuito a creare, come Lele Blade e i già citati Geolier e MV Killa. Tuttavia, per costruire un prodotto che desti interesse, ci deve essere anche qualche novità, qualche esperimento, come la presenza di Noyz Narcos su un brano fortemente trap, le voci femminili di Rose Villain e Roshelle e la giovane scommessa, trovata in questo caso in Don Pero.
Il risultato è un album interessante, scorrevole, che alterna momenti leggeri a momenti da magone, capace di suonare americano senza porgere forzatamente l’orecchio oltreoceano, portando il proprio sound ad una dimensione superiore. Una scoperta di maturità netta rispetto ai lavori precedenti che si riflette anche nella scrittura.
“Ho bisogno di more life
Vale Lambo – More Life (Lamborghini A Via Marina, 2024)
Mi domanderai, ma quanti soldi hai?
Vale, ma tu come stai?
Potrei stare meglio e spenderli meglio”
Nonostante Vale ce l’abbia fatta conferma come i problemi degli uomini comuni si riflettano anche a chi riesce ad ottenere soldi e fama con la propria passione. I dubbi, le incertezze, le paure rimangono, anche se si dorme in un hotel a 5 stelle con la “Lamborghini in via Marina” parcheggiata e pronta per andare ovunque. Con questo disco sembra quasi che Valerio, e in questo caso non più Vale Lambo, sia involontariamente riuscito a trovare il suo scopo, semplicemente cercandolo e ponendosi la questione.
“Lamborghini in via Marina” è probabilmente il miglior album dell’artista napoletano – finora -, ricco di sfumature e di autenticità; un uomo di successo fortemente ancorato all’asfalto da cui è partito, conscio delle proprie radici ed incerto sul futuro e sulle questioni profonde dell’esistenza, che ha fatto un’ulteriore passo verso la realizzazione di sé stesso.
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