Recensione di Sinceramente Mostro
A meno di un anno dal suo ultimo progetto, “The Illest vol. 2”, Mostro si ripropone sul mercato con un nuovo album: “Sinceramente Mostro”. Previsto per il 28 Febbraio di quest’anno, il disco ha subito un rinvio a causa dell’emergenza COVID-19, per poi essere pubblicato senza preavviso il 2 Marzo.
Già nel brano di apertura Mostro si presenta con un piglio diverso dal solito, specificando fin da subito che questo non sarà il solito disco in cui rimuginerà soltanto sui suoi problemi o sulle solite tematiche “adolescenziali”, ma sarà per lui il disco della rinascita, il quale rappresenta un periodo più luminoso rispetto al passato, una “nuova luce” appunto. Tutto questo però non significa che i temi trattati nei progetti scorsi siano scomparsi completamente, è normale portarsi degli strascichi dal passato, ma questi sono stati traslati in questo nuovo contesto con un linguaggio diverso. Tale cambiamento è la prima caratteristica, se non la più rilevante, che salta subito all’orecchio dell’ascoltatore attento, infatti l’approccio del rapper romano nei confronti di determinati contenuti è completamente diverso dal passato: se in passato alcuni brani davano la sensazione di essere un grido di aiuto o un semplice sfogo, in quest’album c’è spazio anche per l’ironia, come ad esempio in “Un po’ depresso” Mostro parla di situazioni quotidiane che potrebbero riguardare ognuno di noi con un ritmo sicuramente atipico se leggiamo il titolo del brano. Le tematiche sopracitate, che rappresentano solo alcune di quelle all’interno dei brani, vengono riproposte durante tutto il disco con attitudine e stili molto differenti dai canoni a cui ci aveva abituato Mostro; questa diversità di stili e di modalità in cui vengono proposti determinati argomenti e la pregevole fattura delle produzioni rappresentano probabilmente i principali punti di forza dell’album.
Un esempio che può dare un’idea di questa maturazione si può ritrovare sicuramente nel brano ”Biatch”, nel quale l’artista canta ciò che è la propria visione dell’amore, nei suoi lati positivi e negativi senza risultare stucchevole e scontato come in brani passati.
L’alchimia tra le basi curate dagli Enemies e le strofe d’impatto di Mostro riescono a dar luce ad un insieme di brani dai suoni più disparati, corroborati da molte influenze provenienti dalla sfera Rock/Metal, in particolare si può notare una probabile citazione, nella canzone “Le belle persone”, al cantautore statunitense Marilyn Manson e al suo brano “The beautiful people”, fino a richiamare suoni appartenenti ai gruppi punk dei primi 2000 quali Blink-182 & co. nel brano con Gemitaiz. La forza del progetto, nonostante esso non possa essere considerato di livello assoluto, sta proprio nella sua costituzione: nessun brano sovrasta quello precedente. Infatti, esclusi un paio di casi, nessuna traccia spicca per qualche motivo particolare, sia esso melodico, collaborativo o contenutistico, ma funzionano nel loro insieme. Senza sottovalutare “Memorie di uno sconfitto pt.2”, la quale racchiude nella sostanza caduta, rinascita e tutto ciò che Mostro vuole raccontare nel suo album, il discorso trascende da qualsivoglia obiezione come “eh ma il brano x è il più bello” o simili. Sinceramente Mostro è stato concepito senza pensare all’ascoltatore ma pensando a sé stesso, un disco “terapeutico” per un Mostro più maturo e che finalmente sembra stia bene con sé stesso e che abbia chiarito con tutti i demoni che lo hanno accompagnato fino ad oggi. “Sinceramente Mostro” si presenta come un discreto progetto che non ha chissà quali pretese di vendite, ma ha la pretesa di essere, per il suo artefice, un passo importante verso una maturazione artistica che gli consentirà di durare negli anni in questo ambiente.
Di Simone Locusta e Alessandro Toso
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