Per parlare di “Non Dormire” ho scelto di partire da una citazione, quella al film “L’alba dei morti viventi” di Zack Snyder, per il semplice fatto che l’idea che i due prodotti formano nella testa del fruitore sono abbastanza coincidenti. Entrambi fatti di momenti crudi, anarchia e distruzione rappresentano entrambi l’inizio di qualcosa, un’alba appunto, l’una sulla carriera di Noyz e quella wave death rap che l’ha sempre contraddistinto, l’altra sul mondo e l’umanità.
Prima del Truceklan, il rap italiano era vincolato ad una chiara e definita idea di “linee guida”, che stabilivano se la musica potesse essere considerata rap o meno. Il collettivo formato nel 2003, dall’unione dei due gruppi In the Panchine (Chicoria, Gemello e Benassa) e Truceboys (Gel, Noyz Narcos, Metal Carter e Cole), è entrato a gamba tesa nella scena con uno slang, dei contenuti e un’attitudine all’opposto della scena di allora, tanto autoreferenziale da ripiegarsi su se stessa. A quel rap che parlava di rap ai rapper, i nostri rispondevano senza troppi peli sulla lingua:
“Affanculo le cazzate da rapper
Truceboys – Fuck Hiphop (Sangue, 2003)
Le puttane, i gangster, il sogno americano e gli hamburger
Lo schifo dove vivo non è mica un ghetto
E i miei problemi del cazzo non li risolvo col pezzo”
Ed è proprio dicendo «basta stronzate da rapper», che il Truceklan ha costruito una solida fan-base, catturando fan del genere, ma soprattutto outsiders, disinteressati all’hip-hop e legati ad altre controculture.
Noyz è stato capace di portare un intero progetto in bilico sul limbo, tanto canonico da essere categorizzato rap, altrettanto metal da non esserlo, imponendo al pubblico più tradizionalista un dubbio capace di ampliarne la mentalità.
Probabilmente il primo esempio di questo genere, con la contaminazione di un genere così distante dall’hip-hop. Ma il rapper romano non si limita a lasciarsi influenzare dalle sonorità e gli strumenti, ne condivide altresì le atmosfere, l’immaginario, il background.
Non è un caso che, per lavorare a “Non Dormire”, collabori con Stefano Casanica, in arte Steph Sound, ex chitarrista del gruppo Undertakers, che arricchirà il disco con influenze grindcore: le chitarre distorte aprono il “Tour Notturno” fatto di gore, teschi in copertina, horror e violenza, raggiungendo l’apice proprio nel “Gran Finale”.
Ma se sceglie di attingere a quello specifico bacino, non è solo per una passione musicale o cinematografica. Dietro l’artista al debutto c’è un ragazzo di 26 anni originario di Centocelle, colmo di rabbia e astio verso una società che non sembra degnarlo di una possibilità. L’odio, la frustrazione, che sfoga rifugiandosi nella vita all’estremo e nella sua immaginazione, sono anch’essi estremi e conseguenti al suo lifestyle.
L’esempio più esplicativo è l’effettiva outro del disco, “I’m Feeling Good” (col campione dell’omonima canzone di Nina Simone), brano considerato traccia fantasma del disco originale successiva alla più logica conclusione del “Gran Finale”.
Qui vediamo al meglio il vero Noyz che parla di sé senza rifugiarsi nella violenza, o meglio, parlando della violenza a cui assiste ogni giorno. Vorremmo riportarvi quattro barre che crediamo racchiudano l’essenza dell’album:
“E I raggi del sole non scaldano più ‘sti ragazzi
Noyz Narcos – I’m Feeling Good (Non Dormire, 2005)
Spariscono i tag sui palazzi, ci fanno a pezzi
Siamo niente, facciamo la guerra tra poveri
Vedo cadaveri, zombie tra i semafori”
Soprattutto in queste parole si capisce la chiave di lettura che associa Noyz Narcos e l’horror. Quei morti viventi, che fanno da sfondo alle storie nei film, diventano i co-protagonisti della sua storia riproducendo il corrispettivo di tutti quei ragazzi – come lui – vaganti per la borgata, senza uno scopo, che si lasciano sopprimere da una vita senza obiettivi e senza prospettive.
Se da una parte “Non Dormire” si poggia sull’ultraviolenza esagerata dei b-movie, dall’altra racconta la vita periferica romana con un occhio documentaristico che sembra raccogliere l’eredità del cinema di Claudio Caligari.
La romanità è un’altra caratteristica che permise al disco di colpire nel segno e diversificarsi dagli altri progetti. Era il periodo in cui, dopo tanti anni di dominio bolognese, Milano stava guadagnando la carica di capitale del rap italiano, anche grazie a quei Dogo che ne dipingevano l’anima.
Se il trio del nord portava il coca rap, il Truceklan è quello del crack rap, così definito da Cole in “Delorean”: più sporco, sudicio e malato, più truce. Il quartiere diventa borgata, gli affaristi in abito alla ricerca di coca si trasformano negli zombie a caccia di crack e la scena romana, per la prima volta dopo i mostri sacri, inizia a far parlare di sé come una collettività vera e propria.
Da dove viene Noyz neanche Dio è capace di aiutarti, e allora il diavolo con le sue proposte inizia a diventare ammaliante. Le continue citazioni alla morte, agli omicidi e alla violenza generale, nemmeno troppo specifica, convergono in una sorta di repulsione verso una religione che, così come lo Stato, fa promesse che poi non mantiene.
Questo astio si palesa nella title track, “Non Dormire”, dove le ultime barre recitano:
“È la salvezza dei ragazzi dei palazzi
Noyz Narcos – Non Dormire (Non Dormire, 2005)
Farsi ciuccia’ il cazzo da quel ciucciacazzi di Don Mazzi
I nostri voti nelle urne non l’hanno mai visti
Generazione atea che si tatua Gesù Cristi”
In queste poche frasi troviamo un riassunto, tanto sintetico quanto completo, del rapporto delle nuove generazioni con il senso civico e la spiritualità. Questo tipo di concetto non è un unicum di questo disco: a più riprese l’artista riesce ad essere tanto esagerato quanto concreto, dicendo molto in poche parole, e posando la prima pietra di quelli che saranno i tratti distintivi della sua poetica futura.
Potremmo continuare per ore a citare barre e singole tracce, ci limiteremo a parlarvi brevemente delle tracce che sono diventate probabilmente più iconiche dell’intero disco: “Butterfly Knife” con Chicoria e “Verano Zombie” con Gemello, che forse rispecchiano più nitidamente la direzione complessiva del progetto.
Le tematiche e la presenza costante dei membri Truceklan, quasi in ogni brano ma che mai tolgono spazio al protagonista, diventano parte di quell’orda di morti viventi sullo sfondo, contribuendo a modo loro alla costruzione di un sottogenere, di un nuovo movimento.
“Roma ad agosto nun è ‘n bel posto, ‘na città fantasma
Noyz Narcos – Butterfly Knife feat. Chicoria (Non Dormire, 2005)
Escono fori pe’ ‘a bamba solo a mezzanotte passata
C’hai ‘a dritta tua, io ‘a mia, portamola ‘n cucina
Liquida che frigge su padelle, è ketavet
Ferrarelle, e c’è qualcosa de più effervescente in quel cucchiaro
È amaro da riconosce’ ma tutte le persone de mia conoscenza
C’hanno a che fa’ co qualche dipendenza
È che io so’ ‘n cardine, parlo de vita ar margine, robbe pratiche
Ciò che passa ne’ ‘e strade”
Così canta Chicoria nel suddetto brano, e crediamo che rappresenti benissimo la visione del Truceklan, di Noyz Narcos e di “Non Dormire”. Il titolo diventa monito: non chiudete gli occhi o gli incubi vi perseguiteranno. “Non Dormire” è un avvertimento per le generazioni più giovani, cercando di risvegliarli da un torpore civico che rischia di dilapidare le ultime deboli speranze, ma anche un’icona, sotto forma di disco, che sancisce un prima e un dopo.
È l’alba dei morti viventi, la venuta dell’anticristo. È l’esordio di Noyz Narcos.
Con la collaborazione di Matteo Mirabella
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