Dal Colle Der Fomento alla Lovegang126, passando per Truceklan, Gente de Borgata, Cor Veleno e Brokenspeakers, ma anche Dark Polo Gang, Tauro Boys e Wing Klan, la scena romana è per antonomasia il polo dei progetti collettivi del rap italiano.
Uno di cui si parla troppo poco, considerato il solco profondo che ha scavato nell’underground nostrano, è Barracruda, gruppo composto dai due rapper Rak e Marciano, il producer (fratello di Rak) Arne Beats e Dj Drugo: con la trilogia Barrecrude Mixtape, pubblicata tra 2010 e 2013, la crew ha riunito tutta Italia, da Johnny Marsiglia a Nex Cassel, da Noyz Narcos e Primo Brown a ‘Ntò e Clementino, rimanendo protagonista assoluta nonostante i numerosi, ingombranti ospiti.
I virtuosismi tecnici di Rak si completavano con l’energia e l’attitudine grezza di Marciano, così come alle produzioni il boombap si conciliava con sonorità più nuove (partecipò alla saga anche un giovanissimo Sick Luke), rivelando una grande apertura rispetto a molti esponenti dell’underground capitolino di quegli anni, più restii allo sperimentalismo.
Come fisiologicamente accade a tutti i gruppi, anche il progetto Barracruda si è chiuso: Marciano ha smesso di pubblicare album e Rak, pur non dandoci un taglio netto, ha ridimensionato i ritmi delle uscite, rilasciando solo nel 2017 il mixtape Road to B2BR e nel 2018 il disco ufficiale #B2BR – Born2BeReady (2018).
Dopo 6 anni, il rapper è tornato con l’album ufficiale Payback, titolo eloquente, traducibile in italiano come ‘ricompensa’, ‘riconoscimento’, che la scena rappresentata da Rak, rimasta squisitamente underground tra la generazione che ha aperto al mainstream e quella della rivoluzione trap, non ha avuto.
Questa voglia di rivalsa non potrebbe essere più evidente durante l’ascolto del disco, nel quale traspare nitidamente la volontà dell’autore di rimettersi in gioco, misurandosi con il rap di adesso, ma con l’attitudine di sempre.
Il progetto, salvo una strumentale di Squarta e Gabbo, è interamente curato dal beatmaker Kamyar; l’accoppiata sorprende perché quest’ultimo è principalmente noto per le produzioni trap ad artisti quali Pyrex, Ketama126 e Peppe Soks, ma in Payback trova come punto di raccordo con Rak un suono contemporaneo che spazia dalla uk drill ad episodi dal retrogusto classico come Milkshake, in cui, a detta dello stesso Rak, l’atmosfera «sembra Hell On Earth».
In Payback gli esercizi di tecnica, basati prevalentemente sull’extrabeat, cifra stilistica dell’autore, si alternano con momenti di introspezione, nei quali Rak racconta il proprio percorso con maturità e consapevolezza:
«Se questa roba ti smuove è solo il lavoro degli anni
Avresti detto di esse quello che sei oggi già dieci anni fa?
Avrei giurato di fumare per l’eternità
Avrei sperato di guardarti dentro agli occhi
E poter dire “il cuore batte come al tempo”
Invece non c’ho tempo»
Rak, 15 anni, 2024.
La narrazione del vissuto di Rak si intreccia costantemente con la descrizione di Roma, come se i cambiamenti della città stimolassero una più ampia riflessione sullo scorrere del tempo, una sorta di bilancio sulla strada fatta finora.
Non a caso, le collaborazioni (Marciano, Danno, Gianni Bismark, Icaro, Il Turco e Swed) sono esclusivamente capitoline e tre di queste, rappresentative di tre generazioni differenti, si incontrano su Svegliarsi a Roma, toccante dedica alla città eterna su una chitarra da stornello.
Rak è uno dei portavoce più brillanti di quell’underground che ha dovuto dimostrare tanto, sia per ottenere il rispetto della vecchia scuola sia per distinguersi da essa con un’identità propria, e che non ha raccolto quanto ha seminato. Un disco come Payback mette sul piatto un attaccamento straordinario a questa musica (tanto passionale quanto raro al giorno d’oggi) di chi, nonostante tutto, non riuscirà mai a farne a meno, rimanendo «più hiphop di tutti quanti anche con la cravatta».
«Salgo sul palco finchè faccio uno stadio
Rak – Sky (Payback, 2024)
Finchè la sud intona queste canzoni
Finchè non vinciamo la coppa campioni
Alza il volume in cuffia e chiudi gli occhi
La città che non dorme, truffa, osserva tutti i blocchi
L’album sta uscendo e per le vie di Roma suonano i rintocchi
Payback: ricompensa per i nostri sforzi»
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