Chi scrive non si è mai definito un fan di Gemitaiz. Ho sempre apprezzato solo saltuariamente i suoi progetti e i suoi brani, ma se c’è un progetto che ho apprezzato particolarmente nella lunghissima carriera del rapper romano, questo è proprio “Quello Che Vi Consiglio vol.4”.
È sempre facile riempirsi la bocca di sovraletture e narrazioni lontane dalla realtà, ma pochi progetti come questo possono dirsi punti fermi di una generazione. La linearità della carriera di Gemitaiz ha probabilmente raggiunto il suo apice con il quarto capitolo della saga più famosa del Rap italiano. Apice non come qualità, ma intenso nel senso secondo cui dopo di esso, nulla è più stato come prima.

Neanche a dirlo, il mixtape si apre con uno dei “Vai Flaviè mannala” più ascoltati di sempre. Basta mettere in play e l’incipit della strumentale rimanda l’ascoltatore indietro di oltre dieci anni. Il discorso vale ancora di più per “On The Corner”, seconda traccia del progetto che è forse la canzone più iconica che Gem abbia mai realizzato e una delle più importanti per la generazione che ha vissuto il cuore dell’adolescenza in quegli anni lì.
La melodia canticchiata dalla voce femminile nella strumentale di Bassi Maestro, il quale utilizza il sample di “Tom’s Diner” di Suzanne Vega, riscalda il cuore e regala qualche lacrima ancora oggi, lo dico per esperienza personale.
Cuffie nelle orecchie, tragitto casa-scuola-scuola-casa, immagini in loop che so che vengono in mente anche a te che stai leggendo. Questo è l’esempio più genuino di quanto sia importante la storicizzazione di un prodotto musicale. Fenomeno che oggi, per vari motivi, è più difficile che avvenga con la stessa intensità.
“Disco d’oro o disco di platino
Non c’è disco che tenga
Quando in un attimo ti si scordano
Era un disco di merda”
Gemitaiz – “Quello che vi consiglio pt.2” (QVC vol.4, 2013)
“QVC 4” è un viaggio che Gemitaiz racconta proprio bene. Rime, flow, stile che in pochi sono riusciti ad avvicinare. È un rap scolastico, nel senso che arriva veramente a chiunque. Il che non vuol dire che sia banale, perché gli incastri di Gem hanno fatto e fanno scuola tutt’ora. Questa volta il senso è uno solo.
Come già detto negli episodi passati della Gemgrafìa, il nostro protagonista ha fatto scuola anche nella pratica del beatjacking, facendolo diventare uno dei tratti che più lo hanno caratterizzato agli occhi (o alle orecchie) degli altri negli anni. Ovviamente, anche in “QVC 4” le chicche non mancano.
Il mixtape è quasi interamente composto da produzioni edite, le quali spaziano tra riferimenti Hip Hop e tanto altro materiale di generi diversi. Oltre alla già citata “Tom’s Diner” in “On the Corner”, troviamo il sample di “Sinnò Me Moro” di Gabriella Ferri in “Dimmelo Pure”, oppure quello di “While My Guitar Weeps” dei Beatles in “Vivere pt.2”. Gli esempi sono molteplici, ma ovviamente c’è tanto Rap.
In quegli anni Kanye West stava raggiungendo il proprio apice di sperimentazione e infatti Gem sceglie “New Slaves” (Yeezus, 2013) come stumentale per il quarto capitolo di “Veleno” con Madman; poi c’era Lil Wayne, un nome mai abbastanza evidenziato, che con la sua “It’s Good” (ft. Drake e Jadakiss) viene scelto per “Quello Che Vi Consiglio pt.2”, un vero e proprio omaggio.
C’è anche un giovane Machine Gun Kelly, per cui evidentemente Gem in quel periodo stava in fissa. Infatti, il progetto parte proprio con due sue strumentali: “Intro” e “Siddharta” nascono rispettivamente sulle basi di “Pe$o” (ft. Pusha T & Meek Mill) e “Stereo”.
Il progetto è concepito in linea con i “QVC” passati, ma tra citazionismo e beatjacking questa volta sembra esser la prima in cui Gem lo ragiona un po’ più come fosse un album ufficiale. C’è molto più ordine, ma la leggerezza è la stessa. Anche nella scelta della copertina si esprime questa coesistenza.
Gem sceglie una delle foto più famose della storia: V-J Day a Times square, scattata a New York da Alfred Eisenstaedt. Il rapper spiega anche la scelta in una vecchia intervista rilasciata a Rockit: “Tempo fa mi mandarono l’originale perché sostenevano che il marinaio che cammina sulla sinistra nello sfondo fosse uguale a me. E in effetti se ci fai caso mi somiglia parecchio, è davvero un mio sosia. La cosa mi faceva parecchio ridere, e siccome non sono una persona molto seria ho deciso di fare il fotomontaggio e di usarlo come copertina per il mixtape! (ride, NdR) Un mixtape è di solito inteso come un’uscita più ‘leggera’ di un disco ufficiale, e una copertina del genere rende bene quell’idea di leggerezza”. Dove sembra esserci profondità, a volte c’è in realtà molta più spontaneità e leggerezza di quanto appare.
Gemitaiz, reduce dal suo primo album ufficiale “L’Unico Compromesso”, dimostra che il mixtape è il suo punto di forza; infatti, “QVC vol.4” è molto più curato rispetto al terzo volume. Poi i featuring hanno veramente dato il meglio di loro: dalle prestazioni eccelse di En?gma e Primo in “Vivere pt.2” fino a Sercho nel brano “In Aria”, ma passando anche per il solito Madman in “Veleno pt.4” e gli ospiti in “Tutti quanti” (quanto mancano le posse di questo tipo).
La figura di Gemitaiz negli anni è stata bistrattata e messa di lato da una scena che imperversava e non guardava in faccia a nessuno. Molti di loro sono rimasti con il cerino in mano, perché poi c’è la vita vera e lì Gemitaiz ha una delle fanbase più solide e riempie palazzetti su palazzetti.
C’è un interrogativo a cui non sono mai riuscito a dare risposta: Gemitaiz sembra essere in un campionato a parte perché non si è evoluto, oppure perché lo ha fatto pure troppo? Gemitaiz c’ha messo l’autotune, e noi gli abbiamo strillato “Commerciale!”. Gemitaiz continua a metterci del suo e continuiamo a farlo uguale.
Sarà che ai tempi di “QVC 4” la musica era solo musica e se sentivi quel brividino bastava e avanzava. Come ti accade ancora oggi, quando metti in play e “aspetti all’angolo”. Questo mixtape rimane nel cuore di chi ci ha associato un pezzo della propria gioventù, è il bello di ricordare progetti così datati e a cui possiamo legarci.
Quattordici anni li hai una volta sola, ma grazie ad album come questo puoi tornare a riviverli per un po’, anche se è solo una reminiscenza e non puoi toccarli con mano veramente.
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