Le insicurezze fanno parte di ognuno di noi, plasmano la nostra esistenza portandoci a gioie inaspettate e dolori lancinanti. È in esse che va ricercata l’anima di “radio vega” l’ultimo progetto di Rose Villain che, come la vita stessa, è vittoria e sconfitta.
Se c’è un’artista che ha moltiplicato in maniera esponenziale la sua influenza negli ultimi anni è proprio lei: conduttrice di “Nuova Scena” (la cui seconda stagione vedrà la luce tra poche settimane), le due partecipazioni a Sanremo, numeri in continua crescita e presenze continue nei dischi dei colleghi.
Ormai Rose può essere considerata una sorta di madrina del rap italiano, per quanto non sia strettamente incastonabile nella definizione di rapper. Ma come potremmo definirla allora? Forse nemmeno lei ne è venuta realmente a capo.

Un po’ rap un po’ pop, un’anima street che vive in parallelo ad una da popstar: tutto ciò è sempre emerso nei suoi progetti, e questo non fa eccezione. Lei stessa più volte ha detto di ambire ad essere una popstar come le grandi icone della musica mondiale, di non volersi vincolare e di sentirsi libera di spaziare tra vari generi, vari mood e stili.
Ma per farlo con successo occorre avere le idee chiare, trovare un filo conduttore in grado di unire i mille volti di Rose Villain e al terzo progetto ufficiale se ne sente ancora la mancanza.
Come nei due “radio” precedenti anche “radio vega” (terzo capitolo della saga e conclusione del suddetto ciclo) ricade nell’effetto playlist, con tanti brani in grado di spaccare le classifiche ma senza colpire effettivamente l’ascoltatore. Non c’è un motivo per cui questo progetto possa rimanere impresso, sono tante canzoni ben realizzate che, nel momento in cui fossero uscite come singoli, nessuno avrebbe notato la differenza.
Se prendessimo le tracklist dei tre album e le rimescolassimo probabilmente nessuno se ne accorgerebbe, e questo è un problema se consideriamo l’album come un’entità a se stante, con una propria storia e anima. Qual è la differenza tra “vega” e i precedenti “Sakura” e “Gotham”?
Nella mia testa, leggendo i titoli dei progetti, mi sarei aspettato un primo episodio cupo e dai toni crudi, un secondo più colorato e positivo, e questo terzo come l’apice di questa sua fase della carriera, la stella più brillante della galassia “radio” di Rose Villain.
Vega è la stella più brillante della costellazione della Lira, nonchè la quinta più brillante del cielo notturno, per quanto non sia necessariamente questo il collegamento che possa aver portato al titolo del progetto.
Invece sono tre progetti simili, quasi intercambiabili, e questo un po’ scoraggia nel lungo periodo. Ci si aspettava una sorta di chiusura di un cerchio, e invece abbiamo continuato a girare in tondo.
I featuring non aiutano in questo senso, sempre i soliti nomi che fanno esattamente quello che ci si aspetta da loro, con l’unica eccezione di un Fabri Fibra silente da un periodo abbastanza lungo che porta la sua inconfondibile attitude che rinfresca un po, soprattutto a metà progetto.
Lazza fa la sua banger, Gue sembra messo li più per pubblicizzare l’imminente joint album annunciato per il prossimo anno, Geolier fa l’ennesimo pezzo love di cui onestamente sentivamo poco bisogno e da Chiello non potevamo che aspettarci un pezzo triste su quanto doloroso sia l’amore.
Se a queste scelte molto scontate ci aggiungiamo la polemica sollevata da Rose in occasione del festival di Sanremo sul bistrattamento delle artisti femminili la domanda sorge spontanea: perchè non coinvolgere qualche nome tra i vari in rampa di lancio? Un Ele A al posto di Fibra magari, visto l’atmosfera del brano, o Anna al posto di Lazza per esempio.
Poi per carità, stiamo facendo praticamente “fantarap” e ogni artista è libero di scegliere le collaborazioni in base alle proprie esigenze, ma così facendo la “lotta al patriarcato” che viene scritta in “tu sai” e citata a Sanremo sembra davvero essere solo parole.
“Tu sai prenderti cura di me quando io non sto bene
Rose Villain – tu sai (radio vega, 2025)
Mi porteresti in spalla in capo al mondo solo per vedere le balene
Tu sai lottare al mio fianco contro il patriarcato, mhm
So che con te un figlio non può venire sbagliato”
Queste quattro barre citate tra l’altro sono un’intera strofa, il che mi fa sorgere un’altra domanda: ci siamo davvero ridotti ad ascoltare tracce in cui bastano letteralmente otto frasi e il ritornello? Perchè è di questo che stiamo parlando. Poi per carità, Rose fa della sua voce uno dei punti più forti ed è lecito metterla in bella mostra, ma così forse è un po’ eccessivo.
La leggerezza dì alcune scelte si riflettono anche sulla scrittura, che parla di tematiche estremamente personali ma senza mai andare effettivamente in profondità, quasi come se le insicurezze di cui parla le impedissero di aprirsi completamente al suo pubblico,
ed è un gran peccato perchè ha dimostrato in più occasioni di avere le cose da dire e di saperlo fare in modo emozionante, “Cartoni Animati” ne è un esempio lampante, non a caso è uno dei brani che più ha fatto breccia nel cuore dei fan.
Ne esce una collezione di frasi fatte quasi da scatola di cioccolatini, capaci di emozionare un pubblico giovane e mainstream ma limitante per chi, come il sottoscritto, ha qualche anno e qualche esperienza in più. È un peccato perchè il disco è prodotto in modo curato e vario, lei sa cantare e se ci fosse stato un po’ di profondità in più per quanto riguarda la scrittura ora staremo parlando probabilmente del suo progetto più riuscito.
La difficoltà ad aprirsi non è una colpa, lei stessa ammette in più occasioni di essere vittima delle sue insicurezze, ma questo alla lunga può diventare un grosso limite nella sua musica, e già in “radio vega” inizia a sentirsi.
“Non ti arrabbiare, amore, prova a capire
Rose Villain – l’amore è un serial killer (radio vega, 2025)
A volte dico cose senza pensare
Sono fatta d’insicurezze, d’ansia e di pare
Ma la cattiveria non mi appartiene”
Le potenzialità c’erano, come detto è un disco vario che può piacere a tutti, ma ha i suoi limiti. Rose in “radio vega” dimostra di avere le potenzialità per diventare quella popstar che ha sempre sognato di essere, ma di non essere ancora pronta a diventarlo. Le sue insicurezze ne limitano la forza, ma dopotutto l’hanno anche portata dov’è oggi. In fin dei conti, non è questo il bello?
Nessun commento!