Nella vita di ognuno di noi ci sono tre contenitori temporali ben distinti: passato, presente e futuro. La capacità di farli collimare in un’istante, di prendere dal proprio passato per arricchire il futuro, è lusso per pochi. Le possibilità di fare tutto questo in un disco e renderlo un classico si contano sulle dita di una mano. Achille Lauro con “Ragazzi Madre” è riuscito in quest’impresa, ma limitarsi a questo sarebbe riduttivo.
Il concepimento
Vi abbiamo già parlato del disco precedente (“Dio C’è”) e dei suoi riferimenti alla droga, alla religione e alle amicizie come sostitutivo di una famiglia assente; in fin dei conti sono i punti cardine della poetica di Lauro e anche in questo progetto li ritroviamo. Dall’uscita di quel progetto però molte cose sono cambiate, molte altre ancora stanno per cambiare.
Dopo nove mesi esatti (periodo di tempo curiosamente specifico, non trovate?) sul profilo Facebook di Roccia Music arriva un annuncio come un fulmine a ciel sereno. Il 25 febbraio 2016 compare un lapidario “Ragazzi Madre, coming very soon” che accende il pubblico come un incendio, ancora caldo dopo un progetto che ha conquistato i cuori di molti e ha eletto il nome di Achille ad emergente più caldo del momento, ad un passo dal diventare un big della scena a tutti gli effetti.
Nel mentre sono stati rilasciati quattro singoli su YouTube: “Occhiali Da Donna”, “Wow”, “Cenerentola” e “Miami Beach” dove troviamo un sound nuovo, un nuovo protagonista di quei video, influenzato da quello che l’anno dopo esploderà (anche grazie a lui) come il fenomeno della trap, con vestiti appariscenti, autotune e un sound che finora non si era ancora sentito nella penisola, ma con lo stile inconfondibile che ha portato Lauro fino a questo punto. Saranno tutti immediatamente dei classici.
Le aspettative sono già altissime, ci si aspetta molto e la cover rilasciata in occasione dell’annuncio, con chiari rimandi al disco precedente e suggerendo un filo conduttore, contribuisce a creare fin da subito un’aura di mito attorno a questo nuovo album.
Ma poi qualcosa cambia.
La gestazione
Da quell’annuncio in poi ci sarà un silenzio lungo tre mesi, interrotto da un nuovo singolo, che ancora una volta cambia le carte in tavola. È il 30 maggio quando esce “A Casa De Sandro” dove le anticipazioni sul cambio di sound vengono confermate. Il pezzo è una hit e il pubblico si aspetta una pubblicazione dell’album vicina, ma come in ogni grande storia, ci sono altri colpi di scena prima della conclusione.
Un mese dopo viene pubblicato un altro post, questa volta sul profilo dello stesso Achille, in cui annuncia la separazione da Roccia Music per inaugurare la sua nuova e personale etichetta “NO FACE agency” e specificando che il tanto atteso progetto sarà un mixtape e non più un’album come si pensava fino a quel punto. Un altro fulmine a ciel sereno, un altro cambio di direzione, l’insorgere di qualche dubbio nel pubblico che inizia ad avere dubbi sulla riuscita del progetto e soprattutto sull’effettiva uscita in tempi brevi.
Dopo sole due settimane viene pubblicato “In Paradiso/Disneyland” su YouTube e inizia a creare più dubbi che hype. Se il progetto è pronto perché continuare a pubblicare singoli? Dopo tutte queste tracce rilasciate cosa aspettarsi dal disco? Saranno tante tracce o pochi inediti oltre a quelli già pubblicati? Tutte domande lecite, molti dubbi, ma pure sempre curiosità intorno a “Ragazzi Madre” che inizia a prendere i tratti di una vera e propria Odissea (come lo stesso artista la definirà a distanza di quasi dieci anni).
Il due settembre un altro post, un altro singolo, l’annuncio di “CCL” annunciato come nono singolo estratto dal disco, che non fa altro che aumentare i dubbi dei fan, anche perché di date di uscita non se ne vede l’ombra, ne per il singolo ne tantomeno per il famigerato progetto. Alla fine uscirà più di un mese dopo, il 12 ottobre e di li a poco ci sarà un altro post, quello che tutti attendevano.
Quattro giorni dopo si vede la luce in fondo al tunnel, Achille annuncia finalmente “Ragazzi Madre Out 11.11”. Nove mesi dopo il primo annuncio, con la sensazione che la volontà di procrastinare fino a raggiungere il completo ciclo di gestazione fosse studiato nei minimi particolari fin dal principio.
Col sennò di poi è curioso che, per parlare dell’avvicinamento al progetto, abbiamo raccontato la storia di tutti i brani che poi andranno a comporre l’iconica “1 Year Anniversary” edition, ovvero la deluxe del disco. Ma anche qua, credo che fosse tutto scritto in anticipo, solo che noi non avremmo potuto saperlo.
“Ragazzi Madre”
Come vi ho anticipato la grande forza di “Ragazzi Madre” sta nella capacità di far coesistere passato, presente e futuro in un unico progetto.
Troviamo il concept che rimanda al suo passato, alla necessità di trovare una famiglia in strada alternativa a quella tradizionale da cui fugge costantemente, rifugiandosi in quel senso di fratellanza che porta i più grandi ad occuparsi dei più giovani, ad accudirli e proteggerli per permettere loro di crescere in un contesto dove sono trascurati ed abbandonati da tutti, fino ad assumere il ruolo di vere e proprie madri surrogate, da qui il titolo del progetto.
Questo rapporto però richiede anche sostentamento, che spesso viene trovato nella microcriminalità fatta di furti e spaccio, raccontata nel dettaglio nei brani più crudi del disco utilizzando la doppia interpretazione della madre che accudisce i propri figli ma anche nella posizione di insegnargli e monitorarli quando iniziano a uscire da soli per le strade della capitale.
“Fanno soldi alzando i cellulari
Achille Lauro – Ragazzi Madre (Ragazzi Madre, 2016)
Hanno la promozione per chiamare gratis
Per chiamare i loro bimbi
Come i miei raga partorissero dei figli”
A questo concetto viene poi aggiunta la poetica a cui ci ha abituati fino a questo punto, capace di rendere immagini vivide il suo racconto di strada con riferimenti alla religione (ne è un esempio “Barabba II”) alle sostanze e continue ripetizioni a rafforzare i concetti che vuole trasmettere con le sue parole.
A sottolineare ancor di più il legame mai perso con la sua storia è anche “Latte in Polvere” con Simon P, Sedato Blend, QBP, membri di “Quarto Blocco“, la gang in cui produceva il fratello e che lo accolse da giovanissimo, quasi come dei “ragazzi-madre”; il brano venne originariamente pubblicato sotto il Quarto Blocco, Achille Lauro lo ha importato nell’album come autore.
Ma come detto, questo è il passato, che ha maledetto Lauro ma che l’ha reso quello che è a questo punto della sua carriera: un artista in rampa di lancio che inizia ad apprezzare i benefici del suo status e della sua nuova vita, da qui lo sguardo al presente.
L’attualità di Achille non si trova solo nel sound in linea con gli ultimi trend, si evince anche da alcuni passaggi dove racconta del nuovo apprezzamento dal genere femminile nei suoi confronti, dell’elitarismo dei nuovi ambienti che frequenta e della sua inedita attenzione alla moda. Se prima stava coi “Ragazzi Madre” a “Casa De Sandro”, ora si sente un “Maharaja” che può permettersi di indossare un “Profumo Da Donna” senza perdere credibilità.
“Da fare le ore in fila fino a saltare la fila
Achille Lauro – Profumo Da Donna (Ragazzi Madre, 2016)
Sì, da sta’ su una panchina fino a stare in copertina
Sì, dalla partita fino alla partita IVA
Da zona mia i raga’ fino a Cortina”
Ma parlando di sonorità non si può fare a meno di aprire una parentesi sul maggiore artefice del comparto musicale, Boss Doms. Il producer che da qui avanti formerà un vero e proprio duo con Lauro è stato in grado di portare delle sonorità tipiche degli States adattandole ad opera d’arte al personalissimo stile dell’artista, importando una wave ma creando qualcosa di identitario allo stesso tempo con riferimenti a chi in quegli anni stava riscrivendo le regole del gioco negli Stati Uniti come A$AP Rocky, Young Thug e Travis Scott, uniti a contaminazioni personalissime da altri generi.
Il presente però comporta anche altre sfaccettature, nello specifico l’avanzare delle nuove generazioni, con i loro pro e contro. Se fino a questo punto ogni emergente (Lauro compreso) era obbligato ad una gavetta lunga ed estenuante per raggiungere anche un minimo di notorietà, i ragazzi della scena trap stavano esplodendo in tempi record, basando oltretutto la propria scalata quasi esclusivamente sul sound a scapito dei contenuti, agli occhi di chi nel rap game già c’era.
Questa sorta di “ingiustizia” sembra pesare in qualche modo ad uno come lui, abituato a non vedersi nulla di regalato e ad essere scavalcato da sempre dai privilegiati. Achille rivede i fantasmi del suo passato e sfoga questo risentimento nel disco, in particolare in “CCL”, ai tempi ritenuto alla stregua di un vero e proprio dissing.
“Fermavo i mezzi per strada, gli toglievo tutto e lanciavo le chiavi
Achille Lauro – CCL (Ragazzi Madre, 2016)
Dentro un quartiere così questi qui non ci sono mai stati
Questi che dicono: “Vendo la droga” sperando di andare di moda
Al collo hanno dieci collane, ma quando passiamo nascondono l’oro
Io li conosco, uno per uno
I più grandi gli levano il fumo, le madri gli parano il culo”
I concetti che stanno contraddistinguendo l’immagine del rapper però non sono una fase, andranno a marcarsi sempre di più in futuro. È qui che si spegne l’Achille Lauro rapper per lasciare spazio al personaggio mutaforma che conosciamo oggi. Il bruco acerbo e grezzo dei dischi precedenti qui si chiude nella crisalide per sbocciare farfalla colorata e ammaliante nell’immediato futuro, finendo per renderlo in questo senso un disco di transizione. Si inizia a scorgere la vena più pop, se da una parte abbiamo i membri del Quarto Blocco, dall’altra i featuring passano da Noyz e Marra a Fred De Palma e Coez, lasciando intravedere quella che poi sarà la direzione presa dalla sua carriera.
Ragazzi Madre è tutto questo. È un riassunto della vita e della carriera di Lauro, è transizione, è rinascita. Il giovane rapper grezzo affronta i suoi demoni per esorcizzarli una volta per tutte ed essere finalmente libero di ricominciare da zero. È un’ode agli amici trovati e persi, a tutti quei ragazzi che hanno il suo stesso vissuto e devono aggregarsi per sopravvivere, a volte comunque con scarsi risultati. È la lotta di un reietto all’isolamento e alla solitudine a cui la società può portare, è amore e odio, è un classico.
Per i suoi “Ragazzi Madre”, per l’amore che li ha legati, Pour L’Amour.
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