Recensione di Scialla Semper
Immaginate di tornare a casa dopo una lunga giornata, intenti a combattere con le gambe tremolanti contro la forza di gravità. Girata la chiave, aperta la porta e raggiunta la camera, si ha una visione del letto quasi angelica, con tanto di aureola sulla testata, capace di commuovere anche il più freddo degli iceberg del mare islandese. Ecco. Ora riuscite a capire com’è stato per me vedere “7 Miliardi” su Spotify. Finalmente.
Parlo della canzone che apre le porte al disco-provino di Massimo Pericolo, Scialla Semper. Il rapper, nato nel 2014 nelle lunghe giornate ai domiciliari, rappresenta la tanto attesa svolta in una scena che iniziava ad abusare del concetto di monotonia. Della sua vita si conoscono piccoli tasselli posizionati in ordine sparso, collegabili solo con un attento ascolto dei suoi testi e un’analisi approfondita degli stessi. Sono liriche complesse, ricche di significato e tecnica che, attraverso il racconto mirano ad una rivalsa dell’artista, un desiderio di rivincita mutatosi in ambizione. Questo bisogno di riscatto nasce da un’operazione antidroga della polizia lombarda -appunto denominata “Scialla Semper”- causa di 28 arresti; tra questi Alessandro Vanelli, ribattezzato Massimo. Questo episodio ha dato all’artista una storia da raccontare, un messaggio da trasmettere e una cazzo di rabbia verso il mondo, lo stato e la polizia che è riuscito a sfogare nelle sue canzoni. “Scialla Semper”, la title track di questo album, ne è la conferma. È un manifesto contro chi lo ha costretto a passare due anni sotto lo stesso tetto come un hikikomori. È un degno erede, a mio avviso, di “Non Mi Avrete Mai”, traccia storica di Inoki. Possiamo quindi classificare il suo passato come il tema principale del disco. In secondo luogo si trova l’amore-odio verso le droghe, onnipresenti nei video e nelle rime baciate. I temi non cadono mai nella superficialità, cercano sempre di trasmettere un messaggio, rendendo ironicamente innovativa la sua scrittura rispetto a quella di molti suoi colleghi. Un altro aspetto apprezzabile è la versatilità: passando da un pezzo serio ad uno disimpegnato, da una trappata a un pezzo a 90 bpm, Massimo non annoia mai. Lungo tutto l’album si riesce quindi a sentire questa varietà; si scorge anche a scoprire una doppia personalità, due mani che condividono lo stesso microfono: una è il Massimo Pericolo della tuta Zeus, del giubbotto Boxeur e della visiera a becco leggermente posata sulla testa, lo spacciatore truzzo che ci fa divertire con le improvvise bestemmie tirate al momento giusto; l’altra faccia della luna presenta un Vane creativo, un paroliere, un artista che con suoni leggeri fluttua nell’aria in movimenti quasi teatrali, senza però perdere l’identità truce.
Si associa questo lato morbido a “Sabbie d’oro”, l’ultima traccia uscita prima del disco.
Escludendola assieme a “7 Miliardi” e “Ansia”, la collaborazione con l’altrettanto rapper rivelazione Ugo Borghetti, non è difficile notare i 5 inediti, il motivo reale dell’hype generale legato all’attesa del disco.
Si comincia con Cocco, un pezzo apparentemente disimpegnato, trattante droga e amore in modo quasi superficiale, creando un netto contrasto con il personaggio finora trasmesso dal rapper di Brebbia. “Scialla Semper”, oltre al tema pungente di cui ho già parlato, viaggia su una base abbastanza tendente al raggaeton. “Soldati” è semplicemente bellissima, apparentemente chill ma perfetta per i live, sicuramente una delle migliori del disco. “Ramen Girl” sembra la cover di una canzone di Sfera Ebbasta con una passata di zucchero e il mood di Lil Yachty; non l’ho apprezzata molto ma riconosco lo stacco che crea dalle altre canzoni. Infine “Amici” conclude la raccolta con stile e spensieratezza: caratterizzata da un climax continuo, le parole si fondono con l’esplosione del beat generando un tripudio di suoni.
Nel complesso si parla di un disco nato per sfondare, presentando quindi tutta la grinta e la carica del “novellino”, che spero non si perda nel tempo. Abituandoci a cambi di stile improvvisi, l’aspettativa creata dall’artista non è stata totalmente ripagata attraverso il velato disimpegno di alcune tracce, ma ha comunque lasciato un ottimo ricordo.
Scialla Semper prefigura una potenziale genesi di una carriera interessante caratterizzata da imprevedibilità e stile.
Massimo Pericolo è esploso così in fretta forse anche per la sua grande credibilità, ma è risaputo che spesso il successo è come un castello di carte che può cadere al primo spiffero d’aria, in questo caso però voglio essere fiducioso e pensare che se si è fatto due anni e questi testi li ha scritti ai domiciliari, chissà quanta roba ancora avrà pubblicare.
Di Thomas Bianco
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