Le coordinate spazio-temporali di questa storia s’intersecano a Roma – perché solo lì poteva accadere – nel 2007, in uno scenario che, prendendo in prestito il nome di uno dei romanzi più famosi di Dawn Brown, è popolato da angeli e demoni, ma a noi interessano i secondi.
La narrazione mediatica incensa Walter Veltroni, sindaco uscente di Roma, come una figura capace di riqualificare la città, promuoverla culturalmente, migliorandone la sicurezza, i trasporti pubblici e la vivibilità per i suoi abitanti. L’anno dopo, in seguito ad un breve commissariato di Mario Morcone, gli abitanti dell’Urbe eleggono Gianni Alemanno.
Eppure chi vive nelle zone limitrofe o lontano dal centro sa che la città, in questo momento, respira affannosamente e odora di morte. I pischelli e le pischelle a Roma non si riconoscevano con quanto dicevano i TG e dicevano ai loro amici di ascoltarsi Noyz e di andare a vedere dal vivo il TruceKlan perché “non sai quello che te stai a perde”.
Un Noyz ventinovenne, il 9 Marzo del 2007, pubblica “Verano Zombie” e prende per le orecchie chi lo ascolta e dal set di Castel Madama ci ritrascina di nuovo nel camposanto del Verano, perché forse non abbiamo capito che è quello il punto da cui si può osservare l’epidemia zombie che ha infestato tutta Roma.
La copertina realizzata da Scarful – tatuatore, grafico nonché realizzatore di molte cover di Noyz e del TruceKlan – come confermato da Noyz stesso, è ispirata alla mascotte Eddie The Head degli Iron Maiden. Il protagonista della copertina si presume abbia appena compiuto un omicidio ma non sembra essere nel Verano, bensì fuori, perché sta per uscire dal suo recinto più grande. Verso la fine capiremo perché.
Il nome del secondo disco ufficiale da solista era già presente in “Non Dormire“: “Verano Zombie” con Gemello, faceva esplodere la gente sotto al palco che aspettava solo quel ritornello. L’esperienza surreale del video ufficiale – girato in 4-5 ore nel cimitero del Verano – , il riscontro del pubblico spinge Noyz a tatuare questo nome nella sua discografia.
“Verano Zombie” tanto la parte 1 quanto la parte 2, come le definisce Noyz al “Down With The Bassi”, sono “un mezzo ladrocinio“, mascherate dagli addictional fatti con la chitarra e il basso. Sine, di ritorno dal suo viaggio a New York dove aveva acquistato il disco da cui avrebbe mutuato il campione originale – “Badabing” di Copywrite – arricchisce il brano con delle aggiunte per poter profanare la traccia madre senza dover per forza incappare in cavilli legali.
Il ritornello, già presente nella prima parte, diventa una stoffa per una bandiera da issare e portare avanti come stendardo valoriale, in completa antitesi con i valori popolari comunemente accettati.
Io vendicherò il mio crew
Noyz Narcos – Verano Zombie pt.2 feat. Metal Carter (Verano Zombie, 2007)
Bevo rum, fumo crack, faccio rap
Noyz porta morte, Carter porta morte
Compra la tua sorte dallo spacciamorte
Questi quattro versi condensano circa sei figure retoriche capaci d’intrappolare la cifra stilistica di Noyz. La comitiva delle diverse zone dei quartieri, accomunata dall’aerosol art, dallo skate, dalla musica punk, metal, techno sarà vendicata, da bistrattata sarebbe stata poi accettata fino a dettare tendenza. Alcol-droga-rap, con le rispettive azioni bere-fumare-rappare, sono tutte e tre sullo stesso piano, elementi di un sistema tripartito le cui componenti dipendono in maniera inestricabile l’una dall’altra.
Il rap qui è fumo, alcol, corrode, rovina, uccide, apre le fosse comuni e libera un’aria maleodorante: non stai acquistando dal tuo drugdealer, stai comprando qualcosa che mentre lo ascolti ti ricorda, momento per momento, che prima o poi morirai, e che i secondi che stai sacrificando per l’ascolto, ti stanno avvicinando sempre di più al fatidico momento.
Se in “Non Dormire” non dovevi chiudere gli occhi per non finire nel sonno fatale, qui la morte diventa una statua che troneggia in ogni angolo del disco, una macabra musa che viene interrogata in silenzio e che assiste a tutte le azioni raccontate. Il degrado di Roma, dei crackomani, degli eroinomani e degli ubriaconi, da questa prospettiva assume una luce tetra diversa.
Dentro questo album c’è una corsa violenta lontana dalle classifiche, dagli occhi indiscreti e dalle logiche strette di mercato disincentivate dal rapper stesso:
‘Sta roba è l’ultima in classifica
Noyz Narcos – Merda Music (Non Dormire, 2007)
Neanche chi l’ascolta sa cosa significa
Immagina la critica
Vuoi la mia musica for free?
Ruba il mio CD negli scomparti e fuggi, la tua città distruggila
[…]
Questa è merda music, c’ha i cancelli chiusi
Vive solo nelle teste dei ragazzi fusi
La stoffa della bandiera di “Verano Zombie” si colora per tutti i reietti borderline della Capitale che avevano chiese e credo diversi: punkettari, metallari, raver, writer, tutte quelle persone etichettate come “tossici”, ora trovano un campanile che risuona note infernali e che raduna tutti i suoi fedeli senza farli nascondere dalla luce del sole. Noyz si alza sul pulpito e proietta al di fuori di sé un tipo violenza repressa che accomuna tutte le categorie che richiama.
Tra il pubblico e Noyz, con questo disco, si crea una distanza affettiva che vede l’odio come il cuore energetico accomunante del movimento che tutto il Truceklan aveva già innescato. Noyz lo esemplifica benissimo con una litote, negando per affermare (In “Autodistruttivo”)
Sono qua per dirvi quanto non vi amo e quanto non mi amo
Noyz Narcos – Autodistruttivo (Non Dormire, 2007)
e rinnegandone la possibilità della forza opposta in “Falchi Della Notte”:
Vuoi l’amore? Io non ne so’ capace
Noyz Narcos – Falchi Della Notte feat. Cole (Non Dormire, 2007)
“Arancia Meccanica” di Kubrick viene citato senza essere scomodato perché il chiaroscuro di Noyz coincide con la volontà di far diventare, soprattutto qua dentro, la violenza un’arte che, se collettivizzata, diventa un rito di passaggio (“Karashò” con i Colle Der Fomento) da sfogare nei confronti di un clima oppressivo. Siamo davvero difronte all’Alex DeLarge dell’Hip Hop italiano che avanza con i suoi drughi per manganellare chiunque gli si voglia porre contro.
L’ascoltatore decide di delegare a Noyz tutta la follia che non vive e che non riesce ad esprimere per farla vivere nelle sue canzoni, per dargli una forma concreta e per espellerla ai live. Noyz, insieme a tutto il TruceKlan, diventa un affluente del Tevere e inizia a bagnare tutte le coste dell’Urbe che ne restavano impunite.
La benedizione della scena precedente (es. il featuring dei Colle), che aveva ammonito il forte tackle da dietro subito dal Truceklan, la consapevolezza di sapere cosa Noyz stava facendo (es. cit ai Sangue Misto in “Infame“) e la maturità per alzarsi sui propri piedi, uscendo da Roma e creando connessione con Milano, si palesa interamente in “Mentalità da Clan“, con un giovanissimo Marra che autocita “Chiedi Alla Polvere”, e “Real TV” con Guè e Vincenzo Da Via Anfossi.
Se tutte le strade portano a Roma, allora partendo da Roma, precisamente fuori dal camposanto Verano, si può arrivare ovunque. In questa doppietta di brani si registrano dei brevi frame in VHS di racconti di strada che dimostrano come, nonostante la lontananza, lo stesso asfalto li lega.
Siamo forse davanti ad uno dei primissimi momenti d’unità della scena rap italiana in cui Milano, rappresentata dalla Dogo Gang, e Roma s’incontrano sul fronte per parlare la stessa lingua; proprio Chicoria, nel documentario su Noyz in occasione di “Virus”, racconta dei primi concerti a Milano e di come i ragazzi milanesi che cercavano di rifare l’accento romano simboleggiasse il fatto che la loro musica camminava anche fuori da Roma. Il prete che suggella questo legame, basato sul rispetto reciproco, è proprio Noyz e “Verano Zombie” è stato sicuramente un mattone fondante della nuova chiesa che stava edificando e che, questa volta, non sarebbe stata costruita solo a Roma.
Quella che inizia fuori dai cancelli del Verano, grazie a questo disco, è una vera e propria marcia dell’autentico Alex DeLarge del rap italiano che a suon di mazzate va in una direzione opposta a quella dell’industria per esportare il proprio credo. Il rapper, nonostante la scelta di fare tutta una strada in senso antiorario si ritrova lì, senza mai aver rinunciato alla sua autenticità, alla sua truculenza.
Arriva proprio a Milano, davanti Universal, che distribuirà il suo prossimo disco “Guilty“, ma questo te lo racconteranno meglio Giordano e Matteo.
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