Recensione di When We All Fall Asleep, Where Do We Go?
Essere tra gli artisti più importanti del momento non sembra essere un peso per Billie Eilish, al secolo Billie Eilish Pirate Baird O’Connell, che nonostante la giovane età – 17 anni compiuti il 18 Dicembre scorso – sta letteralmente conquistando il globo terracqueo con la musica. Probabilmente il punto nevralgico di un allineamento di pianeti poiché il talento in casa O’Connell non manca, essendo essa cresciuta in una famiglia ricca di attori, sceneggiatori e musicisti. Votata all’arte, dunque, a partire da suo fratello maggiore Finneas che ha fatto scattare in lei l’impulso di cominciare a destreggiarsi col canto. Da quel momento in poi, la sua carriera ha preso un’impennata esponenziale mettendo a rapporto sia il tempo che il quantitativo di pezzi immessi nel mercato. Ad avvalorare ciò, vi è la pubblicazione su Soundcloud del primissimo brano, “Ocean Eyes”, all’età di 14 anni e di singoli come “Bellyache”, “Watch”, “Don’t Smile At Me” ed ultimo ma non per importanza : “Bored”, facente parte della colonna sonora della prima stagione della serie tv prodotta da Netflix “13 Reasons Why”, che ha incentivato l’ascesa della star nascente. Si susseguono altre canzoni di eguale impatto e la riconferma della sua presenza anche nella colonna sonora della seconda stagione del telefilm menzionato poc’anzi che, assieme a “You Should See Me In A Crown” e “When The Party’s Over”, ha consolidato a livello internazionale la nomea del fiore all’occhiello della musica giovanile americana. Attraverso questi ultimi due singoli, viene annunciato il nuovo album, dal titolo “When We All Fall Asleep, Where Do We Go ?” che vede la luce il 29 Marzo dell’anno corrente.
Il disco, composto interamente assieme al fratello Finneas, non è un semplice prodotto musicale realizzato ad arte come spesso accade perché, una volta scoperchiato il vaso di Pandora ed ascoltato il disco ci si accorge che c’è molto di più. Il titolo si rifà alla teoria di Heidegger che pone il quesito riguardante l’esistenza del mondo dopo aver chiuso i propri occhi e tutto ciò fa da collante per tutto l’album poiché la sua vera forza è proprio il concept e l’atmosfera creata dalle strumentali più che le liriche. Come dichiarato dall’artista su “Beats 1”, per un periodo, tempo fa, fece lo stesso sogno ricorrente per quasi due mesi, sottolineando poi che ogni suo sogno fosse lucido e dunque potenzialmente percepibile tramite i sensi. Questa postilla è utile per capire in maniera impeccabile i vari sentieri, talvolta tortuosi, che si esplorano tramite l’ascolto di questo progetto. Ad esempio, il disco si apre con una scena particolare, ossia il togliersi l’apparecchio per i denti prima di andare a letto a simboleggiare quanto detto qualche riga fa. Il tema dell’amore, che si sviluppa principalmente con una trilogia di tracce, è uno dei più ricorrenti all’interno di When We All Fall Asleep, Where Do We Go? ma il lato relazionale viene esplorato in maniera profonda creando quasi una fitta trama per una serie tv in cui, come emerge, i due personaggi coinvolti nella relazione vivono un odi et amo continuo, spesso ignorandosi reciprocamente, spegnendo i telefoni per non sentirsi, e facendo sentire il proprio partner invisibile ma, come viene specificato in “Ilomilo”, i protagonisti sono destinati sì a separarsi ma a ricongiungersi al termine della storia.
Molto importante anche il lato dedicato alle critiche presenti come ad esempio in “You Should See Me In A Crown” in cui Billie mostra appieno la sua purezza d’animo, come testimoniato dal marmo bianco nel video, contro una discografia che spesso sembra più un tritacarne. In All Good Girls Go To Hell vi è una forte critica nei confronti della religione e sul concetto di Paradiso ed Inferno che, ai suoi occhi, risultano come un qualcosa di fittizio e superfluo per la vita umana perché, seppur ironicamente, “il suo San Pietro”, che dovrebbe controllare le porte del Paradiso, “è in vacanza”. Billie Eilish, dunque, come Mark Twain, preferisce il Paradiso per il clima e l’Inferno per la compagnia perché all’Inferno si sa come divertirsi ed asserisce anche che se Dio, personificato al femminile, avesse bisogno di compagnia sceglierebbe il diavolo come amico. Insieme a tutto ciò, notiamo anche una feroce critica verso l’abuso di Xanax e droghe in generale descritte come ininfluenti per il divertimento ed inutili nella vita e, per questo motivo, l’artista decide di prenderne le distanze. Infine, c’è anche una terza parte, abilmente camuffata, in cui vengono messi in mostra i suoi pensieri più intimi, come in “Bury A Friend” e “Listen Before I Go”, e pertanto emergono le sue più grandi paure come quella del suicidio, della depressione oppure quella del “mostro sotto al letto” che scopre essere nient’altro che lei stessa per via dei suoi timori più reconditi che emergono fuori durante una paralisi del sonno. Il disco si chiude con “Goodbye” in cui viene fatto un mash-up di frasi prese da tutti i precedenti in modo da creare un loop continuo e far sì che l’ascolto non abbia fine ma sempre un nuovo inizio.
A testimoniare l’estro artistico dei due fratelli, anche meramente dal lato tecnico, vi è il fatto di aver costruito un disco pienamente vario traccia per traccia con sonorità differente da ogni altro album presente in giro per il mondo ed anche la creazione di un museo relativo all’album in cui ogni stanza è dedicata ad una traccia del disco al fine di comprenderlo meglio.
Al netto di quanto detto finora e di dati, come l’aver fatto un disco che risulta essere il più presalvato della storia di Apple Music, la certezza che Billie Eilish sia e continui sempre di più a diventare un personaggio ed artista sempre più influente l’abbiamo avuta con l’ascolto di questo prodotto e per concludere, alla luce di quanto detto sui suoi pensieri più nascosti, è necessario augurarle una vita sempre più prospera e duratura da ogni lato, sia artistico che personale, sperando che non ci lasci mai e che non commetta azioni gravi come quella del togliersi la vita perché c’è realmente bisogno di artisti del genere e di musica simile per dare senso e varietà ad un mondo sempre più uniformato nei vari settori, tra cui quello musicale. Grazie Billie.
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