Hai paura? Lo senti il sangue scorrerti nelle vene, gli occhi sgranarsi, le gambe che cedono, mosse da quel codardo istinto di correre via? Lo senti il terrore mentre guardi l’orrore dipanarsi davanti ai tuoi occhi? Eppure, non scappi, resti fisso a guardare: copri gli occhi con le mani, ma non riesci a non lasciare uno spiragli aperto tra le dita. Lo sguardo combatte con l’istinto di salvarsi, perché non può fare a meno di riempirsi lo stomaco: ha fame di paura. È il fascino del proibito.
C’è una villa fuori Roma, vicino Castel Madama, sul limite della Urbe. Entrarci vuol dire sprofondare nelle viscere del mondo, dove l’illecito diventa lecito, dove le viscere vivono di pulsioni e bisogni, dove il vizio è virtù: droga ovunque, deliri alcolici, tizi che si fanno di crack, gente che scopa in giro, donne nude strafatte. Scappa. Riesci a farlo? Qualcosa di blocca a terra: vuoi continuare a guardare.
Nel 2006 la villa viene affittata da Matteo Swaitz: ufficialmente è un regista, ma è uno dei pionieri dei rave di Ostia, un tatuatore e editore di fanzine erotiche. Swaitz nell’abitazione deve girare un film porno. Si chiamerà “La Calda Notte” e quella villa, più simile all’Inferno che ad una casa, verrà soprannominata “La Villa Maledetta”. Lì, nel corso di quell’anno, Noyz e Chicoria, registreranno il loro primo e unico album in collaborazione, che proprio da quel lungometraggio a luci rosse prenderà il nome; lì si localizza il ritrovo del Truce Klan, loro masnada di demoni infuriati, Swaitz, demoniaco Mecenate.
“La Calda Notte” è tutta porno, dalla copertina: Noyz e Chicoria, tra luci rosse e viola, sono ritratti in uno scatto mentre fanno sesso con due donne; altri mani partecipano al rapporto: toccano il corpo, i seni delle ragazze, cercano e pretendono piacere. Aguzza le orecchie: senti i loro gemiti, ascoltali ansimare, senti i corpi che strusciano l’uno sull’altro durante il sesso. È l’intro della title track
Ma stamo in fissa pe’ ‘a fica, mica semo stupidi
Noyz Narcos, Chicoria – Tajerino (La Calda Notte, 2006)
Fans de’e tette grandi e culi lucidi
O approvi ‘sta roba hard o mori tipo film snuff
Legato, abusato da’e peggio sevizie
C’ho certe primizie pe’ i tuoi orifizi
Da dove vuoi che inizi? Dove vuoi che te l’appizzi?
Chicoria striscia come un verme sul beat di N-reset, ed è Tinto Bras nel dirigere lo sguardo sull’ascoltare in un tunnel di perversione, sangue, violenza e piacere puro. “L’erotismo è il sale della vita”, la macchina della verità che scannerizza l’ipocrisia dell’ascoltare borghese, fintamente disgustato da ciò di cui preferisce fruire mentre nessuno guarda.
Il disgusto, l’orrido, tutto ciò di cui non possiamo fare a meno ma che nascondiamo sotto al tappeto, divengono il centro focale della “Calda Notte”, che irrefrenabile, divora tutto. Il disco si apre nel nome della violenza del “Tajerino”, nuovo microfono per raccontare la realtà della borgata, lontana dall’aurea Roma Augustea: la vita vera non vola alta sui monumenti dell’Urbe, ma galoppa sbizzarrita tra il lerciume di una periferia dove il delirio è l’unica forma di legge, come “un cavallo bendato lanciato al galoppo co’ ‘no scalpello ficcato in un occhio”.
Gli unici veri criminali di questo anti–stato, non possono che essere rappresentati dalle forze dell’ordine. Rossa è la calda notte, rossa di sesso, rossa di sangue, quello stesso sangue che da “Tajerino”, cola su tutto il disco.
Lontano da pantere di quartiere passo sere nere
Noyz Narcos, Chicoria – Tajerino (La Calda Notte, 2006)
Nere Nike, neri jeans, felpa nera col cappuccio
Io e i miei, tu e il tuo impiccio
La storia è Narcos, Chicoria sulla bilancia
E un coltello a farfalla nella tua pancia
Fanculo la finanza, la polizia e i caramba
Noyz e Chicoria diventano i banditori di Dite, nocchieri infernali di un viaggio invertito nella parte più fetida dell’animo umano. Anche solo parlare di quotidianità diventa il pretesto per distruggere il cristallo perfetto della routine nazionalpopolare: in “Cronache di Quotidianità” droga e soldi diventano le coordinate di un’umanità al limite che ogni giorno lotta per la vita, attaccata coi denti alla fanghiglia di una periferia in cui persino i bambini pensano in termini di “mezz’etto e chili”.
C’è una denuncia? No. C’è la voglia di una rivalsa? No. C’è la giornalistica volontà di raccontare una realtà? No. “La Calda Notte” è il sadico, bavoso, edonismo di raccontare, senza filtri, senza mezzi termini l’”Inferno Minorile”: noi tutti non possiamo fare a meno di continuare a guardarlo. Perché, in fondo, ci piace.
Roma è il caput mundi, anche di quel putrido globo descritto da Noyz e Chicoria, che nel disco sottolineano incessantemente l’attaccamento alla loro città, indipendentemente dalla loro non appartenenza alla capitale lustrata inquadrata nell’ordine civile: così canta Noyz in “Sono di Roma”, in cui la città viene malinconicamente condannata per non essere il regno dei “cani sciolti”, del Klan che imperversa nel suo delirio.
“La Calda Notte” porta ancora il sapore del Truce, che tiene, quasi come un’unica mano le aste dei microfoni di Noyz e Chicoria: Gel canta il ritornello di “Truceklub”, Cole compare in “Prima che Esco”, Metal Carter sigla “Latrina” e “Drug Town”. Il Klan condivide gli orizzonti, sigla un immaginario, definisce un vocabolario, condiviso da tutti i suoi partecipanti: un esercito armato contro qualsiasi costume sociale. In “Latrina”, Metal Carter è spietato:
Auguro un tumore alle donne che hanno rifiutato il mio amore
Noyz Narcos, Chicoria – Taglierino feat. Metal Carter (La Calda Notte, 2006)
Il signore mi ha castigato, uno zingaro mi ha letto la mano ed è scappato terrorizzato
Spero di essere vendicato presto
Un presagio funesto la morte dei genitori mi ha chiesto
Non scherzo.
Alla fine del disco il giorno arriva: la notte passa. Il delirio sembra assopirsi, quando la luce illumina le zone d’ombra. Gli occhi sono ancora incrostati, il corpo è indolenzito, la bocca è impastata, la testa esplode come le casse di uno stereo.
“Denaro/Imperativo” è il sole che, timido, fa a pugno con il sangue dell’oscurità: Noyz e Chicoria sono due rimasti, fuggono il dì, cercano il buio. Guardano la chiarezza, da lontano, consapevoli che le tenebre rimarranno per sempre il loro regno.
Non ce riconosci in mezzo a tutti
Noyz Narcos, Chicoria – Denaro/Imperativo (La Calda Notte, 2006)
Nell’ombra rimanemo, poi alle spalle te prendemo
Perché vada come vada noi questo semo
C’è qualcosa che striscia, che si muove, che sfugge al controllo della nostra ragione: è sesso, è droga, è violenza, è sangue. Si divincola come un condannato a morte, nelle zone più oscure del nostro represso. Ci fa sbracciare per guardare due forsennati che uccidono di botte durante una rissa, ci fa sgranare le palpebre durante le scene porno di un film, ci fa abbassare la coperta dagli occhi per fissare il cannibalismo del mostro. Questa schifosa “Calda Notte” è dentro ognuno di noi.
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