Frah Quintale è diventato negli anni uno dei maggior interpreti dell’amore. Il rapper, cantautore e soprattutto pioniere di quel famigerato “indie” che ha cambiato il sistema della musica leggera italiana, ha sempre fatto dell’amore un punto fisso, il daimon della sua produzione musicale.
Il sentimento cantato da Frah è sempre stato qualcosa di volutamente sgangherato, lo-fi, illusorio e per questo eternamente giovanile. Ma a più di ogni altra persona quel sentimento indigeno è dedicato al perenne background hip hop che l’ha sempre contraddistinto; alle notti bianche dal retrogusto di vernice passate a dipingere treni o a fare freestyle in gruppo.
La capacità di Frah è sempre stata quella di catturare quel mix di sensazioni così evanescenti e inafferrabili per poi cristallizzarle per sempre, fotografie nitide che resistono al tempo senza sbiadire anche se mosse, fuori fuoco o venute male.
Di Cosa Parliamo Quando Parliamo di “Amor Proprio”?
Eppure “Amor Proprio”, quarto album in studio di Frah Quintale, non è un disco d’amore. O meglio, non è un disco d’amore in terza persona: non c’è una storia tra una “Lei” o un “Lui”, lo spazio del disco è preso totalmente da un intimo “Io”.

“Amor Proprio” è un disco di rottura, letteralmente. L’esperienza del progetto nasce dopo la fine di una storia d’amore, nel momento in cui si raccolgono quei piccoli frammenti di vita per ricomporsi e cercare di andare avanti. Ed è proprio in questi momenti che diventa fondamentale l’amor proprio, non quel sentimento narcisisticamente egoista che colma il vuoto dell’altro ma una radiografia più approfondita dei propri sentimenti e della propria intimità.
L’artista bresciano segue il mantra del nosce te ipsum e reimpara a conoscere sé stesso, daccapo. Il nuovo progetto di Frah si insinua nelle pieghe di una ferita e la cura alla luce del sole, lasciando ben visibili i segni e le cicatrici.
“Anni fa ti avrei detto ne valeva la pena
Frah Quintale – Né oggi né domani (Amor Proprio, 2025)
Volevo prendere il sole con due ali di cera
Come va l’ho capito solo quando ti ho perso
Prima di amare gli altri prova a amare te stesso“
“Amor Proprio” è un progetto maturo, un viaggio intimo e personale che porta Frah a stare solo e guardarsi dentro. Il disco come tutti gli altri della sua discografia è legato a doppio nodo al mondo del writing, lo capiamo non soltanto dalle reference nel disco, ma anche dal graffito nella copertina e cover art della tracklist.
Come la musica anche il writing viene usato allo scopo terapeutico e personale del disco, aggiungendo all’esperienza del progetto un sapore sinestetico unendo le sue due muse ispiratrici: la musica e il writing.
Musicalmente, Frah riesce a trasporre nel disco quel tono intimo, ideale per raccontare il suo viaggio personale. Il disco si apre con “Né oggi né domani”, una vera e propria dichiarazione di intenti che esprime bene l’itinerario del disco: Francesco sceglie di attraversare il buio prendendo coscienza che prima di amare gli altri è necessario amare sé stessi.
In “Amor Proprio”, Frah Quintale attinge a piene mani dal retroterra musicale che l’ha reso grande; le undici tracce si dimenano tra hip hop, cantautorato e RnB contemporaneo. Sono chiarissimi gli echi di Mac De Marco, Brent Fayaz, Bakar e Mac Miller ma nonostante le numerose ispirazioni, Frah rimane, come sempre, legato ad un sound fortemente identitario.
A dare luce nel viaggio troviamo la super radiofonica “Lampo”, rilasciata come singolo. La classica hit d’amore a cui Frah ci ha da sempre abituati, un vero fulmine a ciel sereno che però non spezza il concept del disco.
La ricerca di intimità è dettata anche dai featuring: pochi ma buoni. Frah Quintale si circonda di artisti con i quali ha un feeling particolare. “A Prescindere” con Colapesce è una ballad delicata come la chitarra che accompagna i due artisti, Colapesce si infila tra le due strofe – una rappata e l’altra cantata – di Frah creando un’alchimia confidenziale.
Discorso simile per Tony Boy, “1 ora d’aria 1 ora d’ansia” segna il terzo featuring tra i due, creando un singolare sodalizio all’insegna di un rap particolarmente lirico e melodico. Dulcis in fundo per “Occhi diamanti” con Joan Thiele, una delle migliori tracce del disco.
Il sample di Herbert Reginald Chappell dona al brano un’energia cinematografica d’autore, i due sembrano i protagonisti di “travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, film del 1974 di Lina Wertmuller non a caso citato da Joan Thiele nella strofa.
Frah Quintale arrivato al suo quarto progetto trova la sua strada. Un disco che segna la sua piena maturità musicale, orientandosi per lunghi tratti verso le sonorità dei due lati di Banzai. Una rotta che non subisce tanti cambiamenti al netto di qualche linea melodica ripetitiva. Il rapper bresciano scrive un disco che non subisce l’ansia di inseguire certificazioni o accontentare il grande pubblico ma mette in primo piano sé stesso e il rapporto con la musica.
L’amor proprio di Frah nasce da una mancanza e da un’esigenza, forse aveva più bisogno lui di questo disco di quanto ne avessimo bisogno noi. Con “Amor Proprio”, Frah Quintale sceglie di piacersi piuttosto che piacere.
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