Era il 2017, anno seguente a “Chic Nisello” e probabilmente periodo di massima esplosione di Vegas Jones con l’uscita di singoli come “Yankee Candle” e “Malibu”, hit per eccellenza dell’artista sopracitato. È in questo contesto che si affaccia alla scena una coppia di artisti milanesi grazie ad una traccia in collaborazione con l’artista di Cinisello: Halba x Foldino.
La traccia in questione di Halba x Foldino si intitola “Paglia” e fu una delle tante tracce tra emergenti ed artisti affermati da poco che tanto andavano in quel periodo (basti vedere “Over 2.5” di Vaz Te oppure “Fr4telli” di Tobe e Tinez con Giaime e Rkomi) che servì a presentare i due alla scena. Fin da quella singola traccia possiamo già notare i tratti distintivi della loro musica: molta tecnica, flow veloci ed incisivi alternati a beat diametralmente opposti, che suggerirebbero tranquillità, presente comunque nei loro pezzi grazie alle loro voci dal timbro quasi placido. Inoltre Vegas contribuisce con un ritornello estremamente chilling ma che rimane in testa al primo ascolto e con una strofa analoga.
Perché partire da Paglia per ascoltare Halba x Foldino
La traccia andò discretamente e alcuni, come me, rapiti da questo loro mood andarono alla scoperta del disco di Halba x Foldino in cui era contenuta “Paglia”: “Merrion Square“. In questo primo (e unico) lavoro troviamo le sonorità a cui in quel 2017 eravamo molto abituati, ma fatti risaltare con un abile gioco di chiaroscuro: 808 e batterie trap con bassi potenti ma dalle melodie minimaliste e rilassanti, su di cui i due artisti parlano della loro quotidianità, delle fumate in compagnia per rilassarsi (come “THC” e “Paglia”), della tristezza e della noia nelle giornate vuote che vivere a Milano può comportare, della vita in strada e anche di loro stessi con tracce quasi di autoanalisi simili ai momenti in cui, dopo aver bevuto o fumato, ci mettiamo a riflettere sulla nostra vita e sulle sue sfaccettature.
Tuttavia è in seguito a questo disco che scopriamo la vera vocazione dei due, con la serie di 4 ep solisti pubblicati nel 2018: “Vacanze italiane 1 e 2” per Halba e “Saraswati 1 e 2” per Foldino.
Fin dalla prima pubblicazione (“Vacanze Italiane”) avvertiamo già un cambiamento: un ulteriore allontanamento dalla trap, che comunque è presente grazie alle batterie e gli 808 , ma che è coadiuvata da melodie fatte di chitarre e pianoforti a metà tra il Jazz e il Blues, che, uniti alle ritmiche estremamente hip-hop e ai flow potenti ma allo stesso tempo chilling, creano un atmosfera unica. La rappresentazione perfetta è la traccia “Camera Blues” contenuta proprio in questo primo EP.
Se vogliamo fare un parallelismo magari leggermente forzato ma utile a far capire a chi non li ha mai ascoltati qual è il loro stile e anche il loro percorso possiamo prenderli in considerazione ad una specie di 126 di Milano, con un inizio più trap e legato a ciò che al periodo stava esplodendo (ad esempio i primi lavori di Ketama) per poi trovare il loro stile, farlo proprio, renderlo il loro tratto distintivo e la loro forza (come possono essere stati “Polaroid” o “Cuore Sangue Sentimento”).
Purtroppo i numeri, come in molti casi accade, non rendono loro giustizia. Meriterebbero sicuramente di più per le loro doti tecniche indiscutibili e per il mood unico che riescono a costruire in ogni traccia, ed è per questo motivo che mi sento di consigliarli fortemente a chiunque, sia che voi ascoltiate rap da sempre sia che abbiate un background diverso, perché quei mood Blues e tranquilli su cui loro parlano del più e del meno sono davvero le giuste vibrazioni adatte a calmare la burrasca interna per portare una momentanea bonaccia.
Di Simone Molina
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