“Bad Reputation” , un grido di menefreghismo e orgoglio per l’odio che si riceve in cambio dell’essere vero, trasparente e senza peli sulla lingua. Alessandro Vacca si presenta così, al decimo disco ufficiale in sedici anni di carriera, ribadendo il fatto di non essere solo una moda ma religione, concetto sviluppato ampiamente nell’ottava traccia in compagnia di En?gma, nella quale i due veterani del rap italiano capaci di raccontare il passaggio dalla major all’indipendenza rimanendo con entrambi i piedi ben piazzati nel panorama hip-hop italiano.
L’amore e la reale appartenenza alla cultura rap è il filo conduttore di Bad Reputation. Il tempo dedicato al lavoro, la presenza 24/7 in studio è madre delle strofe, piene di tecnicismi e flow, che si distinguono dai progetti usciti negli ultimi anni nel bel paese con una lunghezza che non scende praticamente mai sotto le 24 barre, sia per Vacca che per gli ospiti.
I guests rappresentano un aspetto importante dell’album, in particolar modo è necessario soffermarsi sui due nomi meno aspettati: Locker e Sickness el Bandog, due rapper bresciani rispettivamente classe ’01 e ’96.
La volontà del Don Don nel voler ospitare e dare spazio a due emergenti così giovani è un elemento che per gli appassionati storici del genere risulta essere perfettamente in linea con la mentalità HH, specialmente nelle scene estere. La riuscita del brano “Il Contatto” con Sickness, costruito su uno dei nove beat prodotti da Pink Empire, è la prova che per trovare la particolarità bisogna andare a cercare fuori dalle piazze mainstream. La sesta traccia infatti risulta essere una sperimentazione senza precedenti per il cagliaritano, un ponte a metà tra la sua caratteristica trapcore e la drill, che con la partecipazione del ventiquattrenne bresciano crea un incredibile clima di terrore e violenza (rimanendo in attesa di un video che dia ancora più visibilità al brano).
Cosa rende Bad Reputation la voce del quartiere
L’immaginario creato dai racconti della propria quotidianità, abitudini e le fotografie descrittive del proprio barrio è ciò che rende VaccaDon la “Voce del quartiere”, senza esagerazione o finzione. La credibilità di Mr. Cartone è senza ombra di dubbio la caratteristica che lo contraddistingue da gran parte della scena; l’appartenenza alla propria zona è il filo conduttore del disco, nato principalmente in studio a Corvetto da Pink, fatta eccezione per due produzioni, rispettivamente di PrinceVibe e Rojas On The Beat, quest’ultimo intreccia il tappeto musicale su cui Vacca e L’Elfo danno vita al brano “Filo Spinato”, il multi-platino producer di origini peruviane è, come detto anche dall’Mc siciliano nel brano, il produttore della hit mondiale “Look at Me” del giovane XXX Tentacion, assassinato nel 2018.
Questo però non è l’unico punto di connessione con gli USA, per capire meglio le influenze musicali strettamente rap dell’artista sardo è necessario un piccolo trafiletto dedicato all’evoluzione del genere nel centro-sud della Sardegna, con un sound molto differente invece da quello proposto nella parte centro-settentrionale della regione. Vacca, nativo di Cagliari, presenta un rap in perfetta linea con la contiguità storica del rap isolano, da sempre più legato alla West Coast che alla East Coast. Il classe ’79 rinnova il sound della “Wessisla” (nomignolo della Sardegna in ambito rap di seguito all’omonimo disco dei Sa Razza) adattandolo alla contemporaneità sulla stessa scia di artisti come YG, Snoop Dogg e il compianto Nipsey Hussle. Dagli anni 90 a oggi, ma soprattutto nell’ultimo decennio del secolo scorso, in terra sarda ci fu la maggior fucina di rap westcoastino tanto che gli stessi rapper abbracciarono in toto quel mondo proponendo prima di tutto il sound, ma in contemporanea anche il look fatto di treccine o teste rasate, canottiere bianche, armi e, talvolta, stecchino tra le labbra per dare un tocco in più. Una realtà unica. A dire il vero, però, Vacca portò per primo nei primi anni del nuovo millennio la bandiera isolana in alto andando anche a scoprire nuovi fonti d’ispirazione, soprattutto estere.
Bad Reputation risulta essere un progetto compatto e di ulteriori crescita musicale per l’artista di Zona4, che conferma ancora una volta di aver intrapreso il percorso giusto nel nuovo capitolo della sua carriera iniziato con “Don” , migliorato con “Don Vacca Corleone” e avvalorato con la pubblicazione di questo album nel 2020, tra l’altro in un periodo ostico per l’industria musicale a causa dell’emergenza pandemica Covid-19, che ha portato la grande maggioranza degli artisti italiani e non a rimandare l’uscita dei propri lavori, annullare concerti e firmacopie. La decisione non è però dettata da un senso di inconsapevolezza, bensì dal non voler far mancare musica ai propri i fan e non rischiare che il disco “invecchi” troppo per come è stato concepito e per l’evoluzione continua dell’ambiente musicale.
Il decimo album di Vacca è quindi un ascolto consigliato in questo periodo in cui le dinamiche di marketing prevalgono sull’aspetto artistico, il suggerimento di Rapteratura è di approfittare di queste settimane per continuare a scoprire nuovi artisti e ricredersi su alcuni senza fermarsi ai pregiudizi fondati su fatti avvenuti in passato e aride discussioni da social network.
Di Ismail Ezzaari e Alessio Marras
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