Recensione di Universo
Una delle categorie che più frequentemente si applica alla modernità è quella della fluidità: la contemporaneità scorre rapida in un flusso insegmentabile, che sfugge ad una definizione univoca, ma che si frammenta in una pluralità di influenze e contaminazioni. Da questo discorso la musica non ne risulta indenne. I generi musicali, così come ce li hanno consegnati le generazioni passate non sono più riconoscibili come partimenti stagna ben individuabili, ma piuttosto come ventagli di sfumature che si tuffano l’una dentro l’altra. Il purismo è un affronto ai nostri tempi, una reazione astorica inapplicabile a quello che ascoltiamo oggi.
All’ombra di questo discorso è sorta la nuova generazione del pop italiano: Madame, ThaSupreme e Blanco sfidano apertamente qualsiasi definizione univoca, e sotto un non meglio identificato “urban” si prendono di diritto le vette delle classifiche Spotify. Non ci stupisce affatto che spesso quando i media nazionali o l’opinione pubblica parla di questi talenti giovanissimi li definisca “rapper” o “cantanti indie”: è il sintomo di un pubblico nazional – popolare che non riesce a cogliere e la mutevolezza delle nuove generazioni e che ha ancora bisogno di semplificazioni banalizzanti per comprendere quello che non capisce, ma che non può non smettere di ascoltare.
Mara Sattei è entrata in questo discorso a gamba tesa. Prima lentamente con le Nuove Registrazione 326 e 402, poi con l’esplosione del ritornello di Altalene, la cantautrice romana ha attirato l’attenzione di tutti, sia di un pubblico più abituato alla radio che degli estimatori del mondo hiphop. Vederla esibirsi domenica scorsa, al fianco di Giorgia, su un palco come quello di Amici mi ha fatto pensare. Mara Sattei, come le nuove leve del pop all’italiana, si impone come un fenomeno transgenerazionale e transmediatico che cattura l’attenzione tanto dei boomer, che ne rivedono l’erede della Musica Leggera dei primi anni 2000, quanto dei più giovani, che la ricollegano ad un ambiente urban, familiare a loro e mainstream.
La dinamicità di una figura così trasversale si ritrova tutta in Universo, l’ultimo progetto di Mara Sattei, disponibile dal 14 gennaio su tutte le piattaforme di streaming. L’album, interamente prodotto da ThaSupreme, porta nel titolo stesso un’idea di vastità e indefinibilità. I 14 brani del progetto sono stelle che brillano ognuna di luce propria, ognuna con il proprio colore e intensità; ma allo stesso tempo sono perfettamente riconducibili ad un’estetica unitaria ed un eleganza che non possono che riportare l’ascoltare ad un’identità artistica forte come quella di Mara. È per questo che ogni brano rappresenta la propria galassia sonora con le proprie sperimentazioni: dall’intimità di Universo, all’RnB di Scusa, la trap di Blu Intenso (in collaborazione con Tedua) e la drill di Cicatrici. Ogni genere passa attraverso il filtro di Mara Sattei, che, grazie a una scrittura tanto intima da risultare quasi criptica, confeziona un prodotto completamente a-generico e peculiare, riportando il suo intero “universo” artistico a se stessa.
0 rischi nel Love, la traccia in collaborazione con ThaSupreme è il tripudio di questo “spingersi oltre i limiti”: la cassa diritta della prima strofa si adegua a un fraseggio quasi parlato di Mara Sattei, per poi sfociare nei suoni distorti della voce di ThaSupreme. Un brano anni luce distante dal canonico Hit Pop nostrano, ma incredibilmente vicino all’elettronica e alle trasgressioni di Yeezus di Kanye.
Universo è il figlio esemplare del suo tempo, di una generazione di artisti che rompe gli argini e si impone come punto di riferimento per una cultura popolare italiana forse ancora troppo vecchia per capirla. Mara Sattei si è fatta perfetta interprete di questa dinamica del nostro tempo. A noi non tacca che perderci nel suo Universo.
Di Francesco Palumbo
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