“Si, a dirla tutta preferisco la mia parte folle / frà siamo
alla frutta e manca ancora il dolce.”
Scriveva così Dani Faiv in “Looper”, traccia d’introduzione di
“The Waiter”, l’album d’esordio del rapper ligure pubblicato nel maggio 2017.
Leggendo a posteriori la citazione viene quasi naturale collegarla con ironia al suo progetto successivo, anche se probabilmente si tratta soltanto di una simpatica coincidenza. Sto parlando di “Fruit Joint”: l’album, uscito nel luglio 2018, si discosta per contenuti e sonorità dal “vecchio” Dani Faiv, motivo per il quale ha letteralmente diviso in due il giudizio degli ascoltatori, infatti se da un lato ha suscitato il malcontento dei fan più infervorati dalla matrice conscious e aggressiva del rapper, dall’altro ha deciso di allargare il proprio bacino d’utenza alleggerendo suoni e contenuti.
Questo però è stato solo il punto di partenza, uno step per arrivare all’album completo: “Fruit Joint + gusto”. L’album, uscito il 19 gennaio 2019 per Sony Music, contiene, oltre al progetto precedente, l’aggiunta di ben 10 pezzi nei quali Dani, pur mantenendo nella maggior parte di esse lo stile originale che lo caratterizza da un anno a questa parte, decide di tornare a mostrare i denti e quella grinta genuina che ha spinto Jack the Smoker e la Machete a prenderlo sotto la propria ala protettrice. Mi riferisco soprattutto a “Stile” (a mio parere la traccia migliore del disco), nella quale Dani faiv dà il meglio di sé. Il problema però sorge quando come traccia successiva parte “Gameboy Advance”. Attenzione, non mi riferisco alla qualità del pezzo, che nel complesso spacca anche, ma passare da una traccia come “stile” ad una quasi diametralmente opposta rischia di lasciare interdetto l’ascoltatore, e così è successo a me.
In Fruit Joint + Gusto Dani faiv dimostra di essere un artista versatile, capace di divertirsi con diversi esercizi di stile (“Giornale/Di Corsa” ft. Madman), riuscendo ad aggiungere persino un pizzico di romanticismo velato (“Facile”), e scivolando su suoni meravigliosamente catchy (“Yung” ft. tha Supreme), giusto per fare degli esempi. Se da un lato questa è la certezza d’impatto che arriva alla fine dell’album, dall’altro il mix di stili inusuale che ci propone il rapper ligure potrebbe passare come il riflesso di un’identità artistica ancora da definire.
Sbilanciandomi oserei dire che la scelta dei featuring è quasi impeccabile, in quanto gli artisti scelti dimostrano di avere delle caratteristiche complementari alla buona uscita del prodotto finale, come ad esempio Jack the Smoker (ritorna in gran forma nonostante sia assente ormai da un po’ dalla scena) e G.bit.
Prendendo spunto da una delle ultime Instagram stories di Dani, è facile notare come oggi la Machete Empire sia una lampante dimostrazione di versatilità in confronto ad una scena orientata verso sonorità trap ormai stereotipate; della vecchia Machete rimane l’eclettismo e l’originalità, in cui Dani Faiv rappresenta il Dr. Jekyll e Mr. Hide dell’etichetta: da uomo cupo e ricurvo sulle sue turbe personali più aderenti ad una vecchia machete hardcore si trasforma nel suo alterego “arcobalenico” e caramelloso, il quale incarna l’essenza della presa bene post joint.
Alla fine della fiera possiamo dire che “Fruit Joint + gusto” sia un disco scorrevole, con al suo interno hit di vario genere e, purtroppo, anche qualche macchia. A differenza dell’album d’esordio, questo non è un disco così profondo e introspettivo, ovviamente con le dovute eccezioni, dato che il rapper esterna per lo più momenti allegri e spensierati; un disco più facilmente godibile se ascoltato in compagnia o in auto.
Considerando i numeri e le classifiche che ha scalato nelle
prime settimane dopo l’uscita (top ten nella classifica FIMI, ndr) “Fruit Joint
+ gusto” sarà il trampolino di lancio per Dani faiv verso il mainstream?
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