“Black Pulcinella perchè “black” viene dalla musica afroamericana, cioè la musica dalla quale io ho sempre preso ispirazione e Pulcinella di Napoli è la musica del “Napoletan Power”(ride n.d.r.)
Mettendoli insieme esce Black Pulcinella, mi piaceva ed era un titolo che avevo in mente da più di 10 anni, una volta un giornalista mi disse: “tu che genere fai?”, io gli dissi: “Black Pulcinella.”
Abbiamo avuto la fortuna di scambiare due parole con Clementino in merito al suo ultimo Album, Black Pulcinella, e tra le altre cose, ci ha raccontato un aneddoto: un giornalista gli chiese quale genere facesse e lui rispose proprio “Black Pulcinella“, una fusione della musica napoletana, il Pulcinella, con la musica della black culture, l’hip hop.
“Lo ho sempre visto come genere musicale, il rap americano e la canzone di napoli messi insieme.”
E nel disco che prende il nome da quel pensiero, questo concetto è più che mai rispettato, abbiamo un disco fortemente rap, molto boom bap, molto diretto, ma allo stesso tempo fortemente identitario, con tantissimi artisti della scena partenopea, che riprende quei suoni adattandoli al genere: abbiamo violini, mandolini, cori classici, ma anche 808, hi-hats e l’immancabile metrica in quattro quarti. A livello musicale il lavoro fatto da LDO, Kina e gli altri produttori è incredibile, è percepibile al primo ascolto come questi ultimi abbiano capito a pieno l’idea di Clementino, portare la musica black in italiano rendendola allo stesso tempo italiana. Un lavoro di fino che poche altre volte si è visto con un equilibrio tanto perfetto.
Il disco ci racconta un Clementino più introspettivo, che si spoglia dell’atmosfera più giocosa e accondiscendente che gli abbiamo visto sfoggiare in televisione per tornare ad essere se stesso, ma con una veste comunque inedita. Per la prima volta non abbiamo a che fare con Iena White, ma col suo lato oscuro, dal un lato più crudo e cattivo, dall’altro più introspettivo e profondo, senza mai far si che uno sovrasti l’altro, ma anzi creando un dittico sorprendente coerente sia all’interno del disco ma anche con tutta quella che è stata la sua carriera fin ora.
Ogni tematica trattata, pure quando si sceglie un approccio più street, viene sempre trattata con intelligenza, senza mai scadere nel banale. Uno dei più grandi pregi del disco infatti è la percezione che si sta ascoltando qualcuno che sa di cosa parla, una persona matura che ha saputo racchiude la sua esperienza ventennale in un progetto leggero all’ascolto, ma pregno di significato.
Dalla cattiveria di “The Dark Side of Iena White”, all’introspezzione di “Univers”, sino all’ironia di “Crazy Shit” e l’inedito e mai così consapevole amore di “Amore Lo-Fi” passando per la banger “Emiratis”, dove tra l’altro Rocco Hunt cita l’ormai mitologico Joint Album tra i due tra l’altro, è un disco che può soddisfare chiunque senza essere commerciale, per quello c’è la televisione. Questo è un disco hip hop che non stagna nel già sentito e fa della varietà il suo punto di forza.
“Oltre al legame alla maschera della commedia dell’arte è anche un omaggio di MF Doom, io sono sempre stato un grande fan di MF Doom ed ho voluto rendergli omaggio dopo la sua morte.”
Ci ha raccontato tanto Clementino, dal significato del titolo, alla scelta dei featuring per portare in alto l’identità partenopea, ma il modo migliore con cui può raccontarsi per sua stessa ammissione è la musica, il palco è il luogo in cui si sente più a casa, e di certo Black Pulcinella è l’esempio perfetto di ciò, già la copertina che cita MF Doom è esplicativa, un disco immancabile per ogni appassionato, sia di Hip Hop, sia di musica napoletana, ma in generale, per tutti coloro a cui piace la buona musica, ve lo assicuriamo noi, e ve lo assicura lui, Clemente Maccaro, MC di nome e di fatto.
Nessun commento!