Cos’hanno in comune Salinger, Kubrick, Banksy, i Duft Punk e Mina? Nessuno di loro, riprendendo le parole di Pio XIII in “Young Pope”, si lascia fotografare e questo – prendiamoci la libertà di dirlo – nel periodo storico dominato dalla vista, è un privilegio raro.
Privilegio Raro è il secondo album in studio di Tutti Fenomeni, pubblicato il 6 maggio 2022 per 42 Records, prodotto da Niccolò Contessa; il duo aveva avuto modo di collaborare in occasione di Merce Funebre e, a quanto pare, l’esperienza ha lasciato talmente soddisfatti tutti da trasformarla in un vero e proprio sodalizio artistico.
Notiamo prima la copertina ispirata da “Gli Amanti” di Magritte. Al centro dell’immagine c’è il solo amante su uno sfondo blu pastello con il capo velato, incappucciato, quindi impossibilitato a vedere e a essere visto.
Mettiamo ora in evidenza i punti di forza maggiori del disco e dell’artista: l’incredibile potenza testuale e la sua completa assenza dalla scena musicale.
“Il sole fa godere i capitalisti
mentre fa tribolare i pori cristi
[…]
Ma la notte no
Perché la notte so che fa tutti tristi”
Tutti Fenomeni – “La Calunnia (Intro)”
Due anni di quasi assenza sui social, due mush up in freedownload senza preavviso (Radio Guarascio 1-2), due comparse in Tauro Tape 3 dei Tauro Boys, pochi singoli e nulla di più. L’artista si rende incredibilmente coerente con il suo pubblico e con sé stesso, tutto questo però lo fa con la sua assenza, con la sua non presenza e, di conseguenza, con il distanziamento.
L’inafferrabilità di Tutti Fenomeni e l’incostante presenza dal Panopticon dei social ricostruiscono le pareti che lo distanziano dal pubblico e lascia ai suoi ascoltatori l’incredibile facoltà d’immaginare. Essendo noi abituati a vedere i nostri artisti postare foto o fare cose nei vari canali social, il non vedere Giorgio sui social ci fa chiedere cosa sta facendo e nel momento in cui questa domanda arriva, è lì che il personaggio e la musica di Tutti Fenomeni inizia a fare effetto.
L’assenza della sua figura visibile genera un distanziamento che lascia completo spazio all’immaginazione: il disco può significare tutto e il contrario di tutto, nessuno e di certo non lui, potrà dirti cosa significa realmente.
“Immaginazione” deriva dal latino “imago” (immagine, idea, concetto), mutuato dalla radice del verbo greco “mimèomai”, imitare. Il suffisso -zione, implica la realizzazione di un atto, quindi “l’atto di creare delle rappresentazioni mentali”. Avendo sempre più cose da vedere, la mente si sforza meno di rappresentare, non dovrà compiere alcuna fatica, ma se questa, viene privata di alcuni dei sensi, (soprattutto la vista che, come detto, è primaria nella società multimediale contemporanea) dovrà mettersi in moto per lavorare al massimo, spronandoci a costruire degli edifici di significato che ci permettono di comprendere ciò che ascoltiamo. Lo sforzo immaginifico fatto ci permette inoltre di impadronirci ancor di più del verso facendolo interamente unico, nostro, permettendoci di custodirlo gelosamente e di infarcirlo di nostri significati. Qui arriva il primo messaggio nascosto del disco, il “vivi nascosto” epicureo che più volte, nel corso della riproduzione, ritorna.
L’aura vocale che Tutti Fenomeni, lontano dai suoi ascoltatori, imprime ai suoi testi somiglia quasi a quella del folle predicatore nietzschiano, a quella di un pastore di greggi sperduti, a quella di una divinità che si affaccia dal cielo e squarcia le nuvole per parlare al popolo con lo scopo di rimetterlo in riga; non a caso il brano stesso “Privilegio Raro”, si poggia su una base dal ritmo di una marcia, quasi a voler richiamare all’ordine.
È fondamentale, per potersi gustare questo disco, partire da questo presupposto e portare attenzione alla costruzione testuale che l’artista opera: Tutti Fenomeni scrive in maniera aforismatica, genera un insieme di massime, di sentenze brevi e lapidarie capaci di condensare e incamerare interi concetti. Tramite figure retoriche di significato (la litote in primis in quanto figura retorica della negazione, l’analogia, la metafora, la sineddoche ecc…) e di significante sottrae le parole dalla comunicazione immediata, le carica di un significato “a scoppio ritardato” che obbliga a fermare il brano per capire cosa ha detto o che le fa arrivare dritte in faccia, per associazione di idee, mentre sei in giro e pensi ai fatti tuoi.
Ad agevolare la potenza significativa dei brani sono le citazioni nascoste che l’artista dissemina qua e là: da Rino Gaetano al suo modello Battiato (in “Mister Arduino” cita “Impressioni di Settembre”, in “Porco” cita “L’Animale”), dai The Cure a Nas e Lauryn Hill con “If I Ruled the World (Imagine That)”. Innumerevoli le allusioni letterarie fatte ai grandi classici latini e greci che si riescono a cogliere: Seneca, Orazio, Ovidio, Terenzio (l’Heautontimorumenos – tradotto “Il punitore di sé stesso” – è infatti il titolo di una commedia dell’autore latino) per dirne alcuni.
A rinforzare ancor di più l’apparato testuale è anche l’attitudine snobistica, tipica di Battiato, che applica nel cantato e che emerge anche nelle scelte linguistiche; ne è un grande esempio “Cantanti” che tanto fa ripensare al disprezzo giocoso che aleggiava anche in “Centro Di Gravità Permanente”.
Tirando le fila però, ciò che Tutti Fenomeni intende comunicare primariamente emerge in maniera limpida già nella terza traccia “Antidoto Alla Morte”: vogliamo trovare il senso delle cose come antidoto alla noia, vogliamo vivere nascosti come antidoto alla moda, vogliamo il sesso come antidoto alla morte. Nonostante il tasso simbolico del brano resti comunque discretamente alto, l’artista ci vuol far riflettere sulla fugacità dell’esistenza e su come, ognuno di noi, trovi dei passatempi per poter far scorrere velocemente la cosa più preziosa che abbiamo. Tempus edax rerum, il tempo che tutto divora diceva Ovidio nelle Metamorfosi, il tempo se magna tutto dice Giorgio Guarascio a.k.a Tutti Fenomeni nell’istallazione d’arte contemporanea che inaugura il 13 Maggio 2022 a Firenze. Non abbiamo poco tempo, è che lo spendiamo male lasciandocelo scivolare tra le mani, come quando si stringe la sabbia in un pugno: sono un po’ queste le istantanee fotografiche che ci passano nella mente durante l’ascolto. Tutti Fenomeni si chiede e spinge a chiederci il senso del tempo e cosa ci salverà dal suo scorrere, ma ci lascia, ancora una volta, senza risposte, con il beneficio del dubbio e con uno spunto riflessivo non da poco.
Privilegio Raro capta le onde enigmatiche esistenzialiste del mondo circostante e le traduce in musica. Niccolò Contessa qui si diverte a mischiare la musica leggera, elettronica, la canzone italiana (es. “A Roma Va Così” che dona un ritratto vivido della frenesia romana), il funky, il jazz e altro. Il membro de I Cani, nella complessa architettura musicale, è stato capace di permettere a Tutti Fenomeni di emanciparsi ancor di più da qualsiasi stereotipo e di risaltarlo al massimo nel suo eclettismo, dando vita a un suono che permette di fagocitare la cultura pop, mainstream e canonica digerite e riproposte in maniera originale. La grande impresa è stata quella di riuscire a far stare tutto ciò in circa 37 minuti, adattando le tempistiche d’ascolto odierne al prodotto musicale senza fargli perdere la sua caratura, quasi per non voler “far perdere tempo” a noi ascoltatori.
L’arguzia di tutto il prodotto sta in una critica sociale che non si pronuncia mai direttamente ma che viene continuamente ammiccata senza fornire soluzioni preconfezionate. Tutti Fenomeni si diverte a fornire schizzi a matita, brevi canovacci, delle tele su cui proiettare i nostri pensieri grazie alle coordinate essenziali fornite da lui per spingerci a dialogare un po’ di più con noi stessi.
“Avevamo forse bisogno noi
Per amare la vita oggi, di un cataclisma?
No, ma fame e miseria rendono i buoni opportunisti
Paesaggio incendiario, pianura, miracolo, privilegio raro”
Tutti Fenomeni – La Calunnia (Intro)
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