Le Cose Cambiano, il disco di Massimo Pericolo pubblicato per Pluggers (sotto Sony) e rilasciato da Epic, dura cinquanta minuti; il tempo che impiega chi dalla profonda provincia deve andare in città, il tempo che impiegavo io dal mio paesino ad andare a scuola con il bus. L’essenza del disco si concentra proprio nell’essere di provincia, nel disagio di apprezzare l’arte della lentezza senza esser tagliato fuori da un mondo che corre, nella negazione che lascia spazio all’immaginazione.
Il tempo dello spostamento però non è verso Milano, ma verso Varese. E non si parla di un viaggio con lo zaino in spalla e la valigia di fianco, ma di uno spostamento di ordinaria routine per chi vive lontano dai conglomerati urbani. Il disco, infatti – come hanno detto anche in redazione – non aggiunge nulla alla carriera di Massimo Pericolo, perché il rapper si sposta ma poi ritorna al suo punto d’origine, si ferma, e si riflette su sé stesso(vedi in Straniero, «Quante case ho cambiato/Però almeno ho viaggiato/Son stato in Sud Italia[…]Son tornato in Padania […] Gallarate, fra, sono proprio di qua»). Perché sì, le cose cambiano ma Massimo è ancora qua, «nello stesso bar, nella stessa chat».
Il tempo dello spostamento è anche un po’ nella cover del disco (Qui non siamo a Milano, la mia sponda del lago/Non è quella dove va in vacanza DiCaprio o chi cazzo c’è stato); c’è Massimo Pericolo in piedi su una piccola barca ferma sul Lago Maggiore, non sulle spiagge di Sabbie D’Oro, ma in mezzo all’acqua, relativamente lontano dalla terra ferma; una corsa fatta a tutta velocità per andare sulla sponda dei ricchi, con «il dito medio su» e dire di avercela fatta, per rimanere con nient’altro se non un lieve pizzicore alla gola dopo avere urlato.
La negazione come manifestazione degli stati interiori è onnipresente. Se pensiamo a Massimo Pericolo (Intro), il brano costruisce il profilo del personaggio in continua negazione nel non essere, come se la persona stesse cercando di far divincolare il personaggio verso altre via di fuga.
Le figure retoriche nei testi traducono concretamente questo aspetto nella litote, ossia l’affermare negando, e nella reticenza, quando si omette volontariamente una parte di ciò che si vuole dire, creando un’idea incompleta o ambigua (es. in Totoro 2, Centri massaggi non fanno i massaggi).
Il concetto di negazione dipanato nel disco non rifiuta la realtà, ma respinge qualcosa per abbracciare qualcos’altro: questo modus operandi è ben evidente anche in Moneylove (nel cuore non ho niente solo moneylove), Straniero con Tedua(Non sono i film e la tv, non sono i social e le news, non è la musica più cool), Totoro 2 (Qui non siamo Milano), ma compare in quasi ogni traccia, fino ad arrivare all’outro che palesa la negazione anche nel titolo Non Parlarmi (nello skit finale, l’ultima voce dice proprio «abbraccialo un po’ va che non guasta mai»).
Lo stato di fermo dell’artista si traduce in delle sonorità facilmente assimilabili, meno ruvide e strepitanti di quelle presenti in Scialla Semper e in parte in SOLO TUTTO, e stendono un terreno adatto al rapper al ripiegamento su se stesso. Nella ri-flessione appaiono sentenze (Fils De Pute) e domande vive, irrisolte (Le Cose Cambiano), e i suoi dubbi si accompagnano a delle figure quotidiane che qui sono attori principali delle piccole realtà:
Sono cambiato più fisicamente o mentalmente?
Massimo Pericolo – Le Cose Cambiano (Le Cose Cambiano, 2023)
E do valore più al denaro o alle esperienze?
Ma senza il fisico, non c’è la mente
E quando non avevo i soldi, non facevo niente
E allora ho fatto bene a lasciare la scuola
Ora, se andava bene, prendevo sette euro all’ora
E invece ora lascio la mancia al cameriere
[…]
Non faccio il pieno, però pranzo e ceno
Quindi non è vero che son povero
Chi si infila in metro, chi ritira il vetro
Oppure chi fa il medico ha un compito
Più vuoi tutto adesso e più avrai di meno
Io mi siedo e aspetto come un monaco
Nel tempo del tragitto, nel rifiuto e nell’attesa seduti si ricostruisce il quotidiano di provincia e le mancanze che porta con sé. I rumori dei treni, delle auto, le pietre focaie degli accendini, i dialoghi degli amici di sempre, la pioggia e il rischio di bagnarsi, il respiro profondo di chi pensa, di chi fuma, di chi dorme (e russa), il freno a mano, il citofono, i passi sull’asfalto, le battute fintamente offensive e quelle di circostanza legate al meteo. In 17 anni – Skit si rapprende tutta la confortevole stagnazione della provincia. Questo skit, che somiglia più ad un cinema sonoro, è ciò che stravolge il disco e spinge al riascolto per la comprensione; tutti i rumori presenti nel disco, dopo questo ascolto, assumono un senso nuovo e aiutano a costruire quell’ambientazione che lui stesso avvicina al realismo magico.
Il realismo magico (uno stile letterario e artistico originario dell’America Latina) si caratterizza dalla fusione di elementi realistici e magici in un contesto narrativo. Nelle opere di realismo magico, i dettagli quotidiani sono presentati insieme a eventi straordinari in modo che la magia sia accettata come parte normale della vita; un po’ quello che accade in Totoro 2, dove dietro al supermercato prende vita un mondo fantastico e Totoro aspetta il mezzo di trasporto, perché se i bus scioperano, nei paesini, devi avere la fortuna di avere chi ti accompagni a destinazione.
La crescita stilistica del rapper passa anche da come viene ri-trattato il tema della prigione. Più che un violento “mi sono fatto due anni”, questa volta è una condivisione d’esperienza e un’immedesimazione in Niko Pandetta, con cui collabora in Ciao Frate. In questo scambio epistolare tra i due, MP fa capire che, nonostante tutte le sue storture, la prigione è stato uno step fondamentale della sua vita per il superamento delle difficoltà e per una maturazione. I due nel brano, infatti, si mettono sullo stesso piano (ciao frate, Tutta ‘sta gente che ne sa? / Ma puoi capirmi solo tu che sei mio fra’) e si confidano:
Ciao frate’, qua fuori tutto bene
Massimo Pericolo – Ciao Frate feat. Niko Pandetta (Le Cose Cambiano, 2023)
Se ti può consolare, non ti perdi niente
Questi fanno i gangster per fama, non per fame
Mentre tu aspetti di uscire, sembra vogliano entrare
Non ti scordare il tuo talento là dentro
Ho letto la tua lettera e risponderò al più presto
E loro ti vorrebbero schiavo del tuo passato
Ma tu fagli vedere quanto puoi andare lontano
Sono qui che ti aspetto
Il disco che sto facendo, manca solamente mio fratello
E a chi va via non ci pensare
Sai chi ti vuole bene e chi ti vuole male, Vane
Le Cose Cambiano è il diretto figlio di SOLO TUTTO, uno Scialla Semper più pettinato, ma educatamente tamarro che mette ancora la cassa dritta nei brani. Nel precedente disco Massimo Pericolo spiegò quanto fosse stato colto al balzo da un successo che doveva essere la sua panacea, ma che alla fine non si è rivelato tale.
Il pregio di questo disco, il terzo del rapper di Gallarate, sta nel non essere scaduto nel cliché del rapper arricchito, portando avanti il processo di metabolizzazione degli eventi tramite la musica e tramite i luoghi che hanno contribuito ai suoi ricordi. Più che un personaggio in Massimo Pericolo, c’è la volontà di andare avanti, di muoversi avanti, nella consapevolezza che Le Cose Cambiano per sopravvivere, per restare uguali a se stesse, in una provincia che da gabbia può ritornare nido.
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