Un’altra annata giunge a metà strada e primoa della sua inevitabile conclusione ci sembra opportuno proporre un breve recap riguardo i migliori album hip hop del 2022 in ambito internazionale. Fra autentici pilastri del genere e promettenti rivelazioni, dunque, mettetevi comodi e accendete pure le vostre adorate casse, perché (mai dire mai) il prossimo album potrebbe a sua volta coincidere con un inaspettato ed indimenticabile ascolto.
1. Kendrick Lamar – Mr. Morale & The Big Steppers
Come ha già ben scritto la lucida penna di Francesco Palumbo su queste stesse colonne: “Mr. Morale & The Big Steppers è un gioco di specchi: Kendrick guarda il suo riflesso e dialoga con la parte più marcia di se stesso, ma dall’altra parte del vetro non c’è solo lui. A parlare con Kendrick, nella disperata ricerca dell’umanità ci siamo tutti noi, vittime e carnefici della nostra stessa redenzione.” Che altro aggiungere, dunque?
È possibile costruire un prodotto compatto e allo stesso tempo interessante grazie ai medesimi fattori che hanno caratterizzato la tua personale comfort zone di riferimento? Future sembra essere stato chiaro in merito e noi ve ne segnaliamo la convincente risposta.
3. Vince Staples – RAMONA PARK BROKE MY HEART
Non si può che ringraziare la Ramona Park citata nel titolo per aver fatto in modo che Staples – con un cuore irrimediabilmente spezzato – ci regalasse un capolavoro simile. Seriamente candidato fra i migliori dischi dell’anno, insomma, il quinto album in studio del californiano mette ancora in luce le sue indiscusse qualità artistiche, firmando (forse) il suo miglior progetto fino ad ora.
4. Pusha T – It’s Almost Dry
Un altro grande prodotto di King Push, che non intende puntare tanto sulla varietà dei contenuti quanto sulla classe necessaria alla loro esposizione. Con un lavoro di produzione d’eccezione che vede per protagonisti due ben note eccellenze Kanye West e Pharrell Williams, il Pusha T di “It’s Almost Dry” ci appare come un animo segnato dall’inevitabile scorrere del tempo, ma con un’unica grande certezza alla base: il trono del coke rap è decisamente ancora in suo possesso.
5. Denzel Curry – Melt My Eyez See Your Future
Denzel Curry non ha certo bisogno di presentazioni e alle prese con (forse) il suo progetto migliore e più maturo in assoluto, decide di regalare all’ascoltatore un percorso sonoro fatto di atmosfere singolari e talvolta post-apocalittiche, che porteranno il loro protagonista a trasformarsi in una persona migliore o quantomeno diversa da quella conosciamo.
6. Benny The Butcher – Tana Talk 4
Quarto capitolo della serie “Tana Talk” per il rapper membro di Griselda e originario di Buffalo Benny The Butcher, che continua di fatto a macinare ampi consensi intorno al suo nome. Un’ottima narrazione della propria realtà di riferimento si fa protagonista assoluta della barre del talentuoso rapper, il quale sembrerebbe giocarsi più che seriamente un posto sull’ambito podio dei migliori album hip hop dell’anno corrente.
7. Fly Anakin – Frank
Il debutto di Fly Anakin si è indubbiamente qualificato come una delle rivelazioni dell’anno in ambito hip hop. La punta di diamante del rap-collective Mutant Academy si distingue per testi teatrali e pregni di un particolare senso dell’umorismo, a loro volta perfettamente inseriti fra le note di un progetto che dichiara amore incondizionato ad un caratteristico soul vecchia maniera.
8. Conway The Machine – God Don’t Make Mistakes
Conway The Machine è uno dei protagonisti indiscussi della già citata indipendent label Griselda Records, spesso noto per le sue barre grintose e spavalde. In “God Don’t Make Mistakes”, invece, sembrano trovare spazio alcuni lati più introspettivi della poetica legata al rapper e con risultati che sembrano mettere d’accordo praticamente tutti. Da non perdere.
9. Earl Sweashirt – SICK!
L’ultimo progetto dell’ex Odd Future non è nient’altro che questo: un prodotto complesso, basato su un’impegnativa ricerca interiore, che gode dell’influenza e del supporto di importanti riferimenti culturali, capaci a loro volta di consegnarci un artista fortemente rinnovato al suo interno. Un progetto in cui la musica si trasforma nell’unica vera arma a disposizione di Earl Sweatshirt per rendere possibile la costruzione di un futuro – legato a doppio filo ad un passato piuttosto amaro e già ampiamente raccontato dal rapper statunitense – che sia all’insegna della speranza, dell’accettazione e del rinnovamento.
10. Billy Woods – Aethiopes
Billy Woods è una vera e propria stella dell’underground hip hop, abituato a consegnare ai propri ascoltatori diversi progetti dall’inconfutabile valore artistico, spesso difficilmente accessibili. “Aethiopes”, però, potrebbe essere un primo passo verso una determinata fetta di pubblico che prima si sarebbe detta non interessata alla musica dello statunitense, senza perdere nulla in termini di qualità e ricercatezza stilistica.
11. Leikeli47 – Shape Up
“Chitty Bang” era già stata in grado di raggiungere le televisioni italiane grazie all’accordo commerciale siglato con Apple, e da quel momento il nome di Leikeli47 ha cominciato a suscitare la curiosità di non pochi ascoltatori. Ebbene, “Shape Up” è il debutto della giovane musicista americana e a nostro parere sembra che abbia brillantemente superato la sua prima prova.
12. Latto – 777
Attenzione a sottovalutare l’attitudine della rapper di Atlanta, perché potreste perdervi proprio quanto fatto in “777”, nuovo album in studio di Latto. Un prodotto volto a mettere in luce le proprie abilità nella nobile arte del rapping. E indovinate un po’? Con risultati piuttosto convincenti.
13. EST Gee & 42 Dugg – Last Ones Left
Nessuno si aspettava che la collaborazione tra questi due interessanti nomi del panorama musicale statunitense potesse raggiungere un risultato così equilibrato. Eppure, EST Gee e 42 Dugg dimostrano che è possibile confezionare un prodotto di qualità nonostante un’atmosfera sonora ben delineata e a tratti monotematica.
14. Gunna – DS4EVER
Praticamente spinto da slogan diventati ormai di dominio pubblico (come, ad esempio, il celebre ‘pushin’ P’), l’ultima fatica di Gunna conferma lo status da lui conquistato all’interno dell’affollato palcoscenico hip hop statunitense, facendosi portavoce autentico di uno stile musicale inconfondibile.
15. Nigo – I Know NIGO!
È risaputo: avere tanti amici è una fortuna che può sempre rivelarsi utile. Ne sa qualcosa NIGO – designer, prima ancora che disc jokey e produttore discografico –, che in virtù delle connessioni stabilite con importanti personaggi dello spettacolo nel corso degli anni, ha deciso di realizzare un interessante album che vedesse la partecipazione dei migliori nomi della scena hip hop a stelle e strisce.
16. $NOT – Etheral
Un intrecciarsi di emozioni sempre differenti caratterizza il terzo album di $NOT, dominato da atmosfere aggressive, delicate ma anche euforiche nel contempo. Lo squilibrio sembrerebbe essere dietro l’angolo con queste premesse, ma interessante in realtà è l’abilità dello statunitense nel riuscire a mantenere una più o meno solida coesione di fondo.
17. Mike Dimes – In Dimes We Trust
La fame e la voglia di emergere di un talento in ascesa come quello di Mike Dimes è perfettamente riassunta nel suo “In Dimes We Trust”. Con una narrazione arrogante e accattivante nel contempo, Dimes si guadagna l’attenzione di un pubblico praticamente già desideroso di una riconferma.
18. Earthgang – Ghetto Gods
Il ritorno di un nome come Earthgang era a dir poco attesissimo dagli appassionati del genere e per i motivi che del resto hanno portato gli stessi ad un apprezzamento più che totale della loro musica. “Ghetto Gods”, insomma, è la sintesi delle abilità del duo originario di Atlanta, il quale si incarica di fondere il rap a seducenti influenze neo-soul e R&B per un risultato a dir poco unico nel suo genere.
19. Lil Durk – 7220
Il super atteso progetto del talento di Chicago – soprannominato ‘The Voice’ dai sostenitori più accaniti – riconferma le sue abilità: ottimo fiuto per le melodie e un racconto a dir poco enfatico della cosiddetta ‘street life’. In “7220”, per farla breve, Lil Durk canta la propria vita e la realtà che lo circonda, ancora una volta con la stessa personalità di un vero top player del rap game.
20. IDK – Simple.
IDK e Keytranda non tradiscono le aspettative legate al loro nome e consegnano all’ascoltatore un progetto praticamente unico nelle rispettive discografie. “Simple.” non è nient’altro che la definitiva consacrazione del rapper americano, il quale – rinunciando alla strada già battuta del concept album – decide di cimentarsi in un progetto il cui ascolto sembrerebbe all’apparenza meno impegnativo del solito. Sarà vero? Beh, provare per credere.
21. Jack Harlow – Come Home The Kids Miss You
Nonostante la totale onnipresenza di un certo Drake nello stile e nell’attitudine di Harlow, è evidente che il sophomore album del rapper sia stato un evento importante all’interno di questo 2022, che in altre parole necessita assolutamente di un ascolto.
22. Action Bronson – Cocodrillo Turbo
Sconosciuto ai più, Action Bronson è uno degli mc più talentuosi e in gamba del panorama mondiale. Il suo “Cocodrillo Turbo” mette ulteriormente in risalto le innegabili abilità liriche di cui è dotato, regalando all’ascoltatore un’interessante esperienza in vecchio stile.
23. Token – Pink Is Better
Con “Pink Is Better” Token cerca di farsi prendere definitivamente sul serio da un pubblico che sembrava averlo bollato da qui fino all’eternità con il fastidioso appellativo di ‘corny rapper’, letteralmente ‘rapper banale’. Ebbene, l’ultimo lavoro in studio, in realtà, dimostra il contrario e con buona pace dei suoi detrattori. Non siete convinti? Schiacciate pure play.
24. Che Noir – Food For Thought
Originaria di Buffalo, Che Noir è una rapper e produttrice statunitense di 21 anni che fa del liricismo il suo più evidente punto di forza. Non a caso, “Food For Thought” è costruito su temi di carattere culinario, che hanno il brillante potere di trasportare l’ascoltatore in una dimensione dominata da una visione lucida e spesso crudele della realtà.
25. Dreamville – D-DAY: A Gangsta Grillz Mixtape
Barre, barre e ancora barre: non potrebbe esistere una descrizione migliore dell’ultimo progetto targato Dreamville, capitanato dall’eclettico J. Cole, il quale ancora una volta riunisce tutti i nomi della sua prestigiosa scuderia per la realizzazione di un puro prodotto hip hop. E, forse, se ne sentiva davvero il bisogno.
26. KayCyy – Get Used To It
Ben prodotto com’è, il nuovo progetto di KayCyy – stella nascente del rap americano – sembra essere destinato a far parlare di sé da qui fino alle prossime settimane. D’altro canto, il rapper dimostra di avere ancora tanto su cui dover lavorare, ma con degli ottimi presupposti a supporto. Non dimentichiamo che il suo talento, dopotutto, non è passato inosservato neanche all’orecchio di un certo Kanye West.
27. Jeshi – Universal Credit
L’unico nome proveniente da Londra in questa lista è proprio quello di Jeshi, rapper inglese che debutta sulla scena musicale con l’interessante “Universal Credit”, che diventa, dunque, un affidabile biglietto da visita circa il suo personale immaginario artistico. In altre parole, una delle rivelazioni dell’anno da tenere sicuramente d’occhio.
28. Black Star – No Fear Of Time
L’ultima volta che il mondo aveva potuto ascoltare le voci dello storico duo di Brooklyn su disco fu con l’iconico debutto “Mos Def & Talib Kweli Are Black Star” e correva l’anno 1998, esattamente 24 anni fa. Ebbene, i Black Star sono recentemente tornati con il seguito “No Fear Of Time”, che regala un’altra ottima prova al microfono da parte della coppia e senza il bisogno di inutili comparazioni con il passato.
29. 2000 – Joey Bada$$
Proprio quando cominciava a non sperarci più nessuno, contro ogni aspettativa, il buon vecchio Joey ha deciso di mantenere la parola data, consegnando al suo pubblico un perfetto album in stile Bada$$. “2000”, infatti, è un progetto ambizioso e ragionato, che in quanto tale necessita di un ascolto attento ed approfondito, difficilmente assimilabile nel breve termine, e con l’obiettivo di raccontare un artista modellato dal successo ottenuto.
30. DRILLMATIC Heart vs. Mind – The Game
Il nuovo colossal di The Game è un modo a dir poco prepotente di rimettere se stesso in pista, conscio delle capacità che dopotutto gli hanno permesso di costruirsi un’immagine solida agli occhi degli appassionati del genere nel corso degli anni. Barre taglienti, cristallizzate in un totale di 30 tracce, guidano l’ascoltatore in questo lungo viaggio di ritorno sulle scene del famigerato rapper di Compton, in particolare segnato da un importante dissing ai danni di Eminem della durata complessiva di 10 minuti. Un prodotto non eccellente, ma certamente obbligato per ogni amante della musica hip hop che si rispetti.
31. Khaza – Kevin Gates
Flow graffiante e copertina da album più importante della propria carriera, quasi come se si trattasse di un punto dal quale non sarà possibile tornare indietro in un momento successivo, nel bene e nel male. “Khaza”, in realtà, conferma l’identità stilistico-artistica di Kevin Gates, che ignora volontariamente l’appeal da classifica per concentrarsi sui propri punti di forza. E il risultato appare più che godibile.
32. Vynil Days – Logic
Dopo il mai avvenuto ritiro, con “No Pressure” a certificarne il congedo, Logic ha confermato la propria permanenza all’interno della scena hip hop a stelle e strisce con un nuovo grande progetto, appunto, “Vynil Days”. Lungo, completo, compatto, forse dimenticabile, ma di gran lunga ben più centrato dei lavori immediatamente precedenti. In altre parole, stiamo parlando di una buona prova, come non se ne sentivano da anni, da parte di un’artista molto spesso sottovalutato e deriso, ma le cui qualità al microfono sono sempre state fuori discussione. E “Vynil Days” ne è solo l’ennesima piacevole conferma.
33. Hip Hop 50, Vol. 1 – DJ Premier
Una boccata d’aria fresca per tutti gli amanti dell’old school hip hop e del boom bap di qualità. DJ Premier ci ricorda di essere uno dei migliori produttori hip hop di tutti i tempi, e con la consueta classe che ne ha sempre contraddistinto l’operato. Un ulteriore consiglio: affrettatevi ad ascoltare “The Root of All”, brano che, oltre ad un ottimo Slick Rick, vede la collaborazione di un Lil Wayne particolarmente ispirato; per non parlare della piacevole connessione con Joey Bada$$ in “Lettin’ Off Steam”. Provare per credere.
34. The Course of the Inevitable 2 – Lloyd Banks
Quelli come Lloyd Banks, storico rapper e membro fondatore dell’altrettanto storica crew newyorkese G-Unit, non hanno che un solo obiettivo quando si apprestano a pubblicare un nuovo progetto con il proprio nome: confermare di non aver perso lo smalto. E il secondo capitolo della serie “The Course of the Inevitable”, a dire il vero, svolge perfettamente tale funzione, consegnandoci un Banks in perfetta forma e carico di punchlines fino al midollo, nonostante gli ormai consueti doveri di padre.
35. RZA Presents: Bobby Digital and The Pit of Snakes – RZA
Se avevate intenzione di mettere le mani su un progetto che fosse anticonvenzionale per definizione, non potevate trovarvi in un posto migliore. Lo storico membro del Wu-Tang Clan, infatti – servendosi del suo fedele alter ego Bobby Digital –, è tornato con un nuovo intrigante progetto, costituito da una miscela a dir poco affascinante di di rap, rock, soul, funk e tanto altro. “The pit of snakes”, insomma, non è altro che un viaggio alquanto inusuale nei meandri dello sconfinato talento di sua maestà RZA.
36. Cheat Codes – Danger Mouse, Black Thought
Una seducente combinazione di rime e campionamenti irresistibili, condita da una serie di ospiti d’eccezione: da A$AP Rocky, a Joey Bada$$; dai Run The Jewels al compianto MF DOOM e così via. “Cheat Codes” è un dialogo che abbraccia la musica hip hop nella totalità delle sue componenti e dei suoi protagonisti, grazie alla collaborazione di due dei suoi interpreti più illustri ed apprezzati dalla critica: Danger Mouse e Black Thought.
37. Traumazine – Megan Thee Stallion
“Traumazine” è la nuova avventura in studio di Megan Thee Stallion, nel segno del suo inconfondibile stile e del suo carisma contagioso. Un’invidiabile collezione di brani banger, come di consueto, riempie la tracklist dell’atteso secondo album della statunitense, accompagnata da importanti collaborazioni con ospiti del calibro di Dua Lipa, Future e Rico Nasty. Un prodotto che, insomma, non può mancare nella libreria di chi si dice innamorato di una certa attitudine aggressive applicata al rapping e al lavoro di produzione. Il tutto sotto un’ottica orgogliosamente femminile.
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