Yandhi, l’album di Kanye West che non ha mai visto la luce
Che Kanye West fosse un personaggio con una personalità incredibilmente particolare ed eclettica è cosa nota e ne abbiamo avuto prova in diverse occasioni, soprattutto negli ultimi anni, e talvolta con dichiarazioni al limite del discutibile. Fortunatamente, quanto segue non è legato a niente di tutto questo ma bensì a ciò che, probabilmente, accomuna il 90% dei suoi seguaci : il suo estro artistico ma in particolare la sua musica.
Come oramai universalmente noto, “Yandhi” – ovvero il nuovo album del musicista di Chicago – sarebbe dovuto uscire in tutte le piattaforme digitali in occasione del Black Friday ma così non è stato, lasciando per l’ennesima volta il pubblico sorpreso. A dire il vero, è una delle sue specialità trasformando i suoi fan nel più grande ed efficace ufficio stampa che risponde presente in ogni momento del bisogno. Gli esempi più chiari li abbiamo avuti durante la fase di promozione di “The Life Of Pablo” a cui al produttore bastò semplicemente cambiare più volte nome al progetto mandando in visibilio tutti gli spettatori ma ci fu un livello di fibrillazione simile anche per “Yeezus”, il disco precedente, e per ogni nuova uscita di ogni nuovo modello di Yeezy. Ciononostante, la bravura di Ye, prima ancora che musicalmente, sta nell’aver costruito e sviluppato un personal brand pressocché unico al mondo ed a causa di quanto detto poc’anzi qualsiasi nuova mossa ottiene un riverbero enorme. L’ennesima riprova la si è vista in seguito a dei rumours che volevano che tra il boost e la suola di un paio di Yeezy venisse trovata una chiavetta usb che in superficie presentava il nome del nuovo album. Purtroppo però niente di ciò è stato confermato ufficialmente assieme al contenuto digitale della chiavetta ed il tutto porta a pensare ad una probabile fake news, l’ennesima su internet.
Per i fan dell’artista, non vi è nessuna ombra sulla sua creatività e per confermare ciò basta anche dare uno sguardo, o meglio un ascolto, a quanto pubblicato dagli stesso nel corso del 2018 : ben 4 album, ossia “Daytona” di Pusha T e “Nasir” di Nas che vedono West in funzione di produttore e supervisore; “Kids See Ghosts”, pubblicato in coppia con Kid Cudi proponendosi con lo stesso nome del disco ed infine “Ye”, il disco ufficiale di Kanye solista, ma lo possiamo trovare anche dietro le quinte dell’ultimo lavoro di Teyana Taylor. Anche in questo caso, non c’è stato nulla di casuale poiché tutti gli album usciti lo scorso anno sono accomunati dal fatto di essere composti da solamente 7 tracce, riducendo all’osso il concetto di album e facendovi confluire tutte le strade ed i sentieri delle canzoni contenute rivoluzionando, come suo solito, ogni ambito in cui mette piede. In tutto questo, Yandhi sarebbe dovuta essere la sua quinta opera nell’arco di 12 mesi ma il discorso si è affievolito fino al momento in cui Kanye West ha deciso di andare in Africa per cercare nuove sonorità da proporre nel suddetto progetto. La riuscita di ciò la si è avuta quando, da Gennaio 2019, il rapper settimanalmente ha deciso di servirsi di un coro gospel e di fare delle performance private – in cui si sono esibiti anche musicisti come Kid Cudi, DMX, 070 Shake e Charlie Wilson Verdine White degli Earth, Wind & Fire – nei pressi di Calabasas, a cui avrebbero potuto assistere solamente persone invitate in prima persona dallo stesso artista. Il progetto però ha avuto una lente d’ingrandimento in seguito all’esibizione all’edizione del 2019 del Coachella in cui, la Domenica del 20 Aprile, ovvero il giorno in cui è stata celebrata la Pasqua da parte dei cristiani, in mondovisione perché in live sul canale YouTube del festival, il cantante americano ed il coro hanno performato diverse canzoni soprattutto a tema religioso benché non ci sia nessun legame, quantomeno dichiarato, tra la religione e la performance.
Durante il concerto, fattosi all’aperto e senza un palco, sopra ad una collina appositamente costruita, ed in particolar modo di Ultralight Beam, Ye si è addirittura commosso esplodendo in lacrime di fronte al pubblico ed alla sua famiglia. L’esibizione è stata intervallata anche da prestazioni coadiuvate di artisti come Kid Cudi, DMX e Chance The Rapper e la figlia North che rappa in “Lift Yourself” ma soprattutto da Water, il nuovo singolo di Kanye West. Chiunque abbia assistito all’ennesima trovata del rapper si è chiesto il motivo di quest’insolito live ed in tanti, tra cui il magazine “XXL”, hanno provato a dare delle risposte. Ad esempio, il fatto di aver portato del merchandising e di averlo venduto a dei prezzi esorbitanti unendo dunque il sacro ed il profano quasi come la sede del Cattolicesimo ricoperta d’oro ma a destare ulteriori perplessità c’è il fatto che si sia presentato in ritardo di un’ora e mezza, l’inusuale ripresa quasi amatoriale del concerto ed infine, ultimo ma non per importanza, il recidivo errore in esecuzione di “Jesus Walks”. Al di là di questi particolari che, nel bene e nel male ne delineano la personalità, al netto di ciò, vi è la perfetta maturazione di “Yeezus”, prima ancora a livello spirituale che artistico, tanto da farlo evolvere in Yandhi assumendo una sempre maggiore saggezza interiore il cui bene fondamentale per egli sia farne per regalare emozioni agli altri e che, in seguito a ciò, il nuovo disco possa essere in dirittura d’arrivo prima di quanto si pensi.
Il discorso delle possibili sonorità presenti pone ancora più quesiti perché gli snippet ed i leak suggeriscono altro rispetto a quanto sentito al Coachella ma non è assolutamente da escludere che, come fece Snoop Dogg, si possa dedicare a curare un progetto gospel ex novo. Doveroso sottolineare anche l’importanza di questa possibile congettura perché questo genere musicale derivante dai canti spiritual, che gli schiavi hanno sviluppato a causa di una pagina incredibilmente più triste di tutta la storia moderna, e che all’insaputa di tanti costituiscono uno dei mattoncini fondamentali per comprendere le radici della cultura hip hop, del rap stesso e di tutta quanta la cultura e musica black.
Pertanto, non c’è da preoccuparsi sulla direzione che Kanye sta prendendo poiché c’è un filo conduttore ad unire ogni progetto partorito dalla sua mente e dalla sua manualità e dunque, i proseliti del verbo dell’artista dovrebbero prendere spunto dalla lettera di Paolo agli efesini in cui l’oggetto della salvezza della popolazione sarà la fede che non si ottiene per grazia ma per dono divino ed è analogo per i fan del rapper a cui dovrebbero porre la loro totale fiducia perché, come dal 2006 ad oggi, ogni lavoro sarà mastodontico e non lascerà nessuno a bocca asciutta.
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