Cosa s’intende per cultura digitale? E come ha cambiato il modo di fare e recepire il rap in Italia?
Negli ultimi anni siamo stati abituati a vedere l’insorgere di nuovi tipi di rapper con nuovi approcci alla cultura rap o Hip Hop. Questa “avanguardia” musicale mette radici nelle profondità della sottocultura di internet, nei sub reddit, nei forum di 4chan e di Facebook (social meno boomer di quanto sembri); un passo alla volta questa generazione risale il tipico-meme-dell’iceberg fino a conquistare una certa notorietà affacciandosi nuovi orizzonti mainstream. Ciò che prima era una goccia ora è un fiume e, piano piano, questi artisti stanno letteralmente erodendo un vecchio modo di fare musica modellandone invece, uno totalmente innovativo. Rapper formatisi su internet come Garage Gang, Tony2Milli, Fuckyourclique, Pippo Sowlo raccolgono la pesante eredità dalla generazione di lol rapper precedente, personaggi di una certa ambiguità come Lil Angels e Trucebaldazzi.
Insomma senza che se famo troppe pippe
Pippo Sowlo – Panza Occhi Dermatite (2015)
Ve lo dico so’ ‘na specie de Trucebaldazzi hipster
A differenza dei loro predecessori questa nuova generazione influenzata dalla cultura digitale ha qualcosa in più, travalica il semplice riso che può causare il lol rap, non c’è più l’inconsapevolezza di un “Vendetta Vera” ma posiamo definire il loro approccio comico alla musica “Post Ironia”: tutti gli artisti in questione seppur in modo diverso hanno piena consapevolezza di sé e della loro musica, i testi molto spesso “fanno il giro” possono essere letti in più strati o layer, le canzoni non sono solo particolarmente simpatiche o divertenti ma hanno qualcosa in più, infatti l’uso del meta linguaggio di internet crea un’ironia quasi manieristica che non ha solo lo scopo di far ridere ma anche di prendersi anche molto sul serio.
Mi guardo nello specchio e c’è la mia caricatura
Pippo Sowlo, Re Inoki (2019)
Come faccio a quittare questo approccio post-ironico
Chi cazzo sono io e dove è andato il mio psicologo?
Spesse volte si fa fatica a comprendere quando finisca la parte ironica e quando inizi quella seria, l’ambiguità è sicuramente il punto di forza di molti di loro, questo chiaroscuro caravaggesco tra auto ironia e introspezione esistenziale può spiazzarci soprattutto le prime volte che ci affacciamo a questo tipo di musica. Il non riuscire a capire cosa ci sia di vero e cosa di falso può sicuramente lasciarci atterriti, ma in fondo anche uno come Dargen in tempi non sospetti diceva “il rap per me è dire cose che non credi su una musica non tua”.
Questa nuova generazione demolisce lo stereotipo classico del rapper, a parole chiave come realness si sostituisce quella di “basatezza”, termine senza una chiara e netta definizione ma a grandi linee “l’essere basato” sta a indicare una presa di posizione coraggiosa e molto spesso in controtendenza al pensiero comune. Il termine “basato”, utilizzato anche in forum di dubbia eticità, deriva però dal mondo dal rap: il primo a utilizzarla è stato Lil B anche chiamato Based God appunto, un rapper generazionale forse uno dei padri fondatori della deriva web del rap.
La sfacciataggine, ricodificata nella cultura digitale, si sostituisce quindi all’immagine da duro e puro, anche la strada viene ridimensionata, i quartieri e le periferie vengono convertite virtualmente, la grande giungla urbana del web spezza l’asse diatopico, si corre il rischio di essere edgy o cringe, alle risse si sostituiscono flame brucianti e così via. Molte volte viene demolito l’alone di machismo (e penso finalmente) che molto spesso segue lo stereotipo del rapper grazie anche alla sensibilità che hanno le nuove generazioni nei confronti dei temi sociali, pezzi come “Poliamore” dei Garage Gang o i Sxrrxwland che cantano “Siamo le nuove ragazze/Non chiamateci rapper” aiutano a smantellare la narrazione tossica della mascolinità nel rap italiano.
Particolarmente oltreoceano questa tendenza è stata sdoganata da Lil Nas X o da JPEGMafia ma anche l’Italia sta costituendo una solida alternativa al rap più classico, gruppo esemplare forse è la Garage Gang duo romano a metà tra la trap e i PopX che abilmente unisce meme e cultura musicale, dischi come “Boomer Remover” e “Danza Futuro” sono dei classici instantei di questo nuovo modo di fare musica. Roma con i suoi dubbi e con il suo decadente romanticismo diventa la capitale del “rap di internet” oltre alla Garage Gang basti pensare a Pippo Sowlo o ai Fuckyourclique che proprio di recente stanno avendo un enorme successo, ma non c’è solo Roma, internet come già detto annulla le distanze.
Tony2Milli, come tutta la FIAMA Gang, invece resta più fedeli all’attitudine gangsta ma la sua vera forza identitaria è la sua grottesca e dissacrante ironia. “Il Vero Album” è uno dei dischi più interessanti del 2022, la cover che cita Max Payne e le tag prese direttamente da Farenz possono benissimo essere il peak del rap italiano. Io non sono un ludopatico, ma se avessi più di 10 centesimi sul mio conto paypal li punterei sicuramente sul Duca. Menzione d’onore per la Tauro Boys (e Tutti Fenomeni), soprattutto nel Tauro Tape 3 l’estetica di internet è molto presente anche se “internet non rende felici”.
Ultimo arrivato è Nello Taver che si sta dimostrando qualcosa in più che un fenomeno di internet: in particolar modo la sua indefinitezza e la sua ironia lo rendono molto versatile, soprattutto nei suoi live che passano da essere un concerto rap a uno spettacolo di stand up comedy. Ma certamente la lista non finisce qui il web è disseminato da queste nuove entità che non cercano di definirsi ma sono figlie di questa cultura digitale: la cultura weeb e geek si amalgamano perfettamente al senso più prettamente Hip Hop di unione e connessione, tra le tante pieghe che sta avendo il rap italiano questa è senza dubbio la più innovativa e stimolante.
Nessun commento!