Dal Bronx alle Marche
Inizio con questo articolo la monografia a puntate sulla carriera di Fabri Fibra ed è per me un particolare piacere e onore trovarmi a scrivere di uno dei momenti più esoterici dell’HH italiano.
L’universo del Click Teste Mobili è stato talmente unico da aver creato un modo originale di fare rap, di cui possiamo sentire tuttora le influenze nei progetti di Kmaiuscola, OTM, Fulo e tutto un sottobosco musicale da scoprire per i palati più fini.
Il tempo che ho a disposizione per scrivere – e quello che in realtà sarebbe necessario dedicare a questo momento sotterraneo della carriera di Fibra, così come a tutto il micro-universo che ci gira attorno – non vanno particolarmente d’accordo: servirebbe un libro gigantesco per poter restituire l’atmosfera e l’originalità di questo momento sommerso dell’Hip Hop italiano.
Sì, perché se si parla di Fibra è facile iniziare da Mr.Simpatia, o massimo massimo, da Turbe Giovanili, ma ogni vero fan di Fibra sa che le sue vere origini non sono queste.
Le vere origini della carriera di Fibra affondano le proprie radici a Senigallia, che già di per sé dovrebbe indurre intellettuali, accademici, musicologi, critici culturali e filosofi a versare fiumi di inchiostro davanti allo stupore di trovare l’Hip Hop nelle Marche.
Chiunque si dovrebbe stupire e scervellare di fronte ad una sottocultura che dal Bronx è giunta in Italia, ma soprattutto, chiunque si dovrebbe domandare come sia possibile che quella forma culturale si sia adattata ad un paese di provincia delle Marche.
Senigallia negli anni ’90 non doveva sembrare l’ambiente più affine e adatto alla ri-territorializzazione di una forma culturale proveniente dall’altro capo del mondo. Poco male, a quanto pare, è proprio nelle Marche che l’Hip Hop dà vita ad una delle scene più particolari che siano mai esistite in Italia.
Scena particolare non solo perché marchigiana, ma perché il rap che hanno creato gli Uomini di Mare con la loro Click Teste Mobili è un micro-universo di hip hop artigianale.
Mi spiego meglio.
Il Traditore della scena ma non con gli Uomini di Mare
Fabri Fibra è stato l’emblema del rap commerciale, colui che più di altri ha tradito la scena per far arrivare l’HH al grande pubblico. FF è stato il vero primo rapper mainstream, il primo rapper italiano che si è affermato facendosi la gavetta e arrivando alla major, superando gli Articolo 31 e i Sottotono.
Fibra nei primi 2000 è stato l’emblema del rap commerciale, eppure quella stessa persona ha iniziato la sua carriera creando una forma di rap che sta all’estremo opposto. Il rap degli Uomini di Mare è l’opposto del prodotto industriale, è una confettura fatta in casa con la frutta coltivata da sé stessi e per sé stessi.
Le tracce di questo periodo di Fibra e compari hanno tuttora il sapore e l’atmosfera di un’autenticità unica. Forse, proprio perché Senigallia era ciò che più di distante poteva esistere dalla realtà Hip Hop, non solo statunitense, ma anche italiana.
Nei testi delle Teste Mobili non c’è immaginario gangsta, non c’è crimine, non c’è zio, non c’è fra, non c’è ostentazione, non ci sono neanche gli slogan delle posse e dei centri sociali, non c’è critica sociale. Cosa troviamo quindi?
Troviamo l’invenzione di uno slang locale composto da gleen green, vulpla, tritona trama. Troviamo l’invenzione di un territorio sonoro e culturale che non esisteva.
Possiamo dire che la realtà delle Teste Mobili è la territorializzazione dell’Hip Hop in una delle sue modalità più genuine e autentiche, priva di show, lustrini e spettacoli ma carica di dettagli. E proprio quei dettagli della provincia sono riusciti a creare un universo, un linguaggio fitto di intrecci lirici, incastri e metriche al punto tale da diventare una realtà musicale che si è fatta notare in tutta Italia.
Le Teste Mobili
Fibra all’inizio della sua carriera faceva musica insieme ad un fedele compagno, il monumentale, sotterraneo Dj Lato. I due insieme formavano gli Uomini di mare e fondarono la crew Teste Mobili.
Il nome sembra nato dal fatto che rispetto ai rapper delle metropoli e delle grandi città, quando Fibra e Lato arrivavano a calcare un palco lo facevano in bermuda e ciabatte, senza farsi troppi problemi riguardo l’outfit. Fibra e Lato non erano da soli, ma circondati da una cospicua quantità di mc che compongono quella che all’epoca era la Teste Mobili crew, al cui interno troviamo Nesly Rice, Word, Shezan il Ragio, Chime Nadir, Dj Rudi B. Una delle prime crew di rapper che ha pubblicato un mixtape di una lunghezza mastodontica, ben 30 tracce per la durata di 120 minuti intitolato “Dinamite Mixtape”.
L’influenza del mare non si limita al nome del gruppo, ma si sente nelle produzioni dello stesso Dj Lato. I due fecero vari demo, che, se riascoltati oggi su YouTube, ci fanno sentire il calore analogico e spettrale del suono registrato sul nastro di una cassettina audio. Come disse Fibra in una delle sue prime interviste, sembra che le voci dei demo fuoriescano da una grotta in fondo al mare, così come i beats di Lato sembrano densi di salsedine.
Le registrazioni delle Teste Mobili custodiscono la sacra grana sonora dell’analogico, continuano a far risuonare il rumore dell’attrito del nastro su cui i suoni sono stati impressi.
La primo demo degli Uomini di mare è “Dei di mare quest’el Gruv” pubblicato nel 1997 con la Teste Mobili records. Fibra non fa rime che puntano a colpire, come in Mr.Simpatia, ma preferisce descrivere e descriversi: “Stanco del mio tutto” e “Ai confini del mio mondo”(quest’ultimo con riferimenti alla Storia Infinita e al Signore degli Anelli).
Il secondo leggendario e semisconosciuto demo emerso dalle nebbie di Senigallia è in collaborazione con Shezan il Ragio. Il nome del gruppo per questo secondo progetto è Qustodi del tempo, e sempre nel ’97 pubblicano “Rapimento del vulpla”.
Gli Uomini di Mare erano due, ma le Teste Mobili erano veramente tante e tra queste abbiamo l’odiato fratellino Nesli. Il Tarducci più piccolo nel 1999 pubblica il suo primo demo “Fitte da Latte”. Un prodotto al 100% in stile Teste Mobili, denso di metriche, rime e intrecci di provincia. Nesli inoltre sarà l’mc di punta del gruppo Piante Grasse, che vedeva fondersi gli Uomini di Mare con il gruppo di Dj Man in Skratch, composto da Dj Myke, Dj Aladyn e Dj Yaner. Pubblicarono l’album “Cactus” nel 2001, un progetto con pesanti iniezioni di musica elettronica, ma che purtroppo arrivò alle orecchie di pochi e non fu portato avanti.
La Sindrome di Fine Millennio.
Sindrome è considerato il debutto di Fibra, ma come abbiamo visto, non è né il primo progetto di Fibra né tanto meno propriamente un progetto solista. Non solo perché è in collaborazione con il compare Dj Lato, ma perché sono presenti le collaborazioni di tutta la crew.
Fabri Fil ha concentrato le migliori rime del suo quaderno in questo progetto, che pubblicato nel 1999 segna il passaggio del millennio.
“Sindrome di Fine Millennio” è il manifesto che sintetizza la gavetta di Fibra e che coinvolge le forze di tutte le Teste Mobili. Oltre che alcuni dei rapper più forti del momento come Esa, Inoki, Dj Lugi e un freestyle telefonico (e iconico) di Joe Cassano.
Nel primo brano possiamo sentire l’alterata voce di Fibra dire «Calcolando il tempo di andata e ritorno, c’è ciò che serve per lasciarti di stucco». Gli Uomini di mare hanno segnato la storia nel loro piccolo, e il Fabri Fibra di quel periodo resta una figura leggendaria per tutti i fan più accaniti. Il Fibra più tecnico ed ermetico che possiate ascoltare, e poi il resto è già un’altra storia.
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