Il gioco musicale dal software eclettico di Mahmood, si avvicina alla prova finale, tra Anime Night e
romanticismo pop-trap.
Lv.1. Milano, Apple Music o Spotify, 03 febbraio 2021 – completato.
Lv. 2. Tra ghiacciai e foreste innevate, alla ricerca del manufatto di Inuyasha, 05 febbraio 2021 –
completato.
Partire per posti molto lontani, vagare alla ricerca dei frammenti della propria anima, affrontare le
difficoltà del percorso introspettivo; come nelle parole e nelle immagini in movimento di “Inuyasha”,
ultima modalità di gioco. Il brano, che racconta della sfida con un alter-ego demoniaco, proietta
magicamente l’ascoltatore nello scenario melodico del secondo attesissimo disco. Il protagonista
indiscusso dell’urban pop italiano affronta conflitti interiori e combatte la parte più oscura di sé, sulle
vibes eleganti ed evocative dell’ennesima produzione impeccabile di Dardust, mentre “la verità
brucia in faccia / come la cicatrice di Inuyasha”.
Mahmood, con Inuyasha, prende la mira per il secondo colpo
Ancora una volta, il timbro graffiante e seducente di Alessandro Mahmoud trasporta in un mondo
fondato su ritmi orientali e frequenze urban che, grazie a lui, non è più così lontano e dove il pop
italiano si nutre di contaminazioni melodiche inedite e riferimenti culturali originali. La sua voce,
contorsionista tra le difficoltà di una relazione insuperabile, sprigiona emozioni e cenni autobiografici
in cui rispecchiarsi come nei ghiacciai del videoclip dell’ultimo singolo diretto da Simone Rovellini.
Che Mahmood abbia tutte le carte in regola, e anche molte di più, per essere il prescelto tanto atteso
nel panorama musicale italiano e non, è evidente. Sono indiscutibili la sua riconoscibilità anche
all’estero, ma soprattutto le sue enormi possibilità di successo internazionale.
Passo dopo passo, nella neve e con un paio di scarpe stringate ai piedi, Mahmood si è avventurato
nei cuori degli ascoltatori. Dai giorni di “Soldi” ha seguito la strada del mainstream, passando per
feat. con senatori del rap come Fabri Fibra e Gué Pequeno, senza farsi tentare dal lessico sdolcinato
del pop tradizionale e dai sessismi ancora frequenti nei testi delle canzoni trap; perché non sarà mai
“uno di quei rich kid”. Il nuovo singolo è l’ultima scarica del continuo colpo di fulmine di chi, dal 2019,
ha amato, ballato, pianto e vissuto con Mahmood tra “Asia e Occidente”, tornando “Tardissimo” nel
“Barrio”; mangiando “Uramaki” e sognando “El Dorado”.
Ciò che completa il livello, nell’universo degli sconfinati immaginari di Mahmood, così glaciali e così
magici, per niente patinati eppure così intriganti, è l’attenzione alla comunicazione visuale. Tra moda
e cosplay, la stylist Susanna Ausoni è artefice di un invincibile incantesimo estetico, già annunciato
dagli scatti promozionali e ora evidente nel video del singolo. La skin, composta dal mantello-trench
di Burberry, in combinazione con i “finger rings” affilatissimi e le “demon ears” del brand Angostura,
è un’arma speciale che permette all’artista di spiccare ulteriormente il volo.
Inuyasha prende la mira del secondo progetto musicale di Mahmood, che si appresta a mettere il
peggio di sé “dentro una crisalide” e a raggiungere l’obiettivo finale: è giunto il momento di lasciare
un segno definitivo, sconfiggere per sempre le controversie di uno scenario che ha perso la propria
raison d’etre, ed essere proclamato eroe del nuovo pop italiano.
Di Maddalena Tancorre
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