Come già universalmente noto, “8 Mile” ha fatto avvicinare un quantitativo esponenziale di persone all’arte del freestyle facendole innamorare delle doti di B-Rabbit che, grazie alle sue abilità, riesce a sconfiggere ogni avversario che gli si trovasse davanti ed a cambiare il suo destino che sembrava incredibilmente segnato a causa di vicissitudini tutt’altro che positive. Verosimilmente, l’improvvisazione all’interno del mondo del rap la si può suddividere in un pre e post 8 Mile, che ha sicuramente dato una marcia in più a livello globale a tale fenomeno.
Nel nostro Paese, per i rapper, quantomeno negli anni passati, passare dal fare i contest in giro per l’Italia era pressoché un obbligo, anche solo per far conoscere il proprio nome in lungo ed in largo ma avendo raramente dei riflettori importanti al di fuori delle mura del sottobosco dell’underground. Dati alla mano però sono pochi i nomi provenienti da questo mondo ad essersi affermati al top del gioco anche se, con l’avvento di grossi eventi come il “2thebeat” ed il “Tecniche Perfette”, proprio nell’era post 8 Mile qualcosa si è iniziato ad illuminare anche sotto ai riflettori. Non a caso, a seguito di ciò e del contest organizzato da Mastafive, esteso poi in tutta la nazione usato come vetrina, diversi freestyler si sono affermati a livello nazionale e per questo motivo il Tecniche Perfette può essere considerato come un settore giovanile o una cantera per quanto il riguarda il rap italiano. Tra i più noti, annoveriamo dei pesi massimi come Mondo Marcio, Emis Killa, e CaneSecco.
Facendo un passo indietro, riprendendo il celeberrimo film americano a sostegno di quanto detto poc’anzi nei suoi riguardi, abbiamo un altro importantissimo evento oramai storico : il “2thebeat”. Esso è importante per diverse motivazioni ma la più importante è la decisione di essere trasmesso in diretta televisiva su Rai 3, una cosa mai vista fino a quel momento nel nostro Paese. Ahinoi, però, in quel periodo, il rap non era ancora nazionalpopolare ed infatti vennero chiusi i battenti dopo sole tre edizioni ma le emozioni date dai protagonisti e da Inoki e Moddi in veste di presentatori furono molte.
Nel frattempo, il genere acquisì sempre più importanza all’interno del mercato tanto da fargli da traino a suon di certificazioni e numeri in crescita esponenziale. Una delle conseguenze più naturali fu la reintroduzione in un network televisivo di una delle arti più nobili dell’hip hop ed infatti ecco “Spit”. Il suddetto talent nasce dalle fondamenta delle precedenti in cui i freestyler sono all’interno di una gabbia a darsele quasi come fossero in UFC. Lo spettacolo è assolutamente garantito in primis dai partecipanti e dalle doti di Marracash come conduttore e frontman del progetto. Però a differenza dei precedenti, Spit garantisce una possibile maggiore notorietà e proprio per questa motivazione sono stati lanciati nel mainstream artisti come Nitro, Shade e Nerone nonostante fossero già noti a causa della loro costanza, lungimiranza e stacanovismo. Una menzione speciale va anche ad Ensi, che ha fatto tabula rasa di ogni contest diventando pressoché il più titolato e riconosciuto unanimemente in maniera oggettiva come uno dei migliori improvvisatori. Purtroppo però anch’esso non dura più di tre edizioni ma quest’arte continua ad essere florida pur senza riflettori e grossi sponsor, conferendo sempre più spessore al “Tecniche Perfette”.
Che cos’è il Mic Tyson?
Arrivando ai giorni nostri, precisamente nel 2016, a Vicenza, dalle ceneri di tutti i precedenti, va in scena la prima edizione del “Mic Tyson”, un nuovo contest di freestyle ideato dalle menti di Nitro, Dj MS e l’intera Gold Leaves Academy anche in onore di Dj Ciso (rest in peace) e del Palladium introducendo però delle curiosità realmente peculiari. Ad esempio l’introduzione delle teste di serie degli eventi di selezione per gli artisti desiderosi di battagliare con esse quasi come fossero dei preliminari per l’accesso alla competizione, la reintroduzione del ring come al 2thebeat per simboleggiare un combattimento ed il rinnovamento delle strumentali aggiornate ed al passo coi tempi. Lo stesso nome, peraltro, è parecchio originale poiché gioca sull’omofonia del nome del combattente Mike Tyson e la parola Mic, ossia “microfono” e tale nome viene anche ripreso, a mo’ di omaggio, dall’omonimo album dell’ormai compianto Sean Price. In tre sole edizioni, divise tra Vicenza e Milano, l’evento si è consacrato con la nomea di Champions League del freestyle italiano approdando sulla piattaforma di streaming “Twitch”, omaggiando le strade e portandole in un’altra dimensione senza però pettinare il modus operandi dell’organizzazione. Difatti, a sponsorizzare il progetto, sono arrivati addirittura dei grossi media e network legati ai videogiochi, contribuendo ad una delle novità più grosse per quanto riguarda l’urban nazionale.
Come chiosa, dunque, chi ama l’hip hop non può che non essere contento di una realtà così solida ed importante : dalla strada per la strada, ecco a voi il Mic Tyson.
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