La storia è piena di perdenti onorevoli, uno su tutti, Leonida.
Comandante dell’esercito spartano guidò trecento soldati spartani contro più di diecimila persiani nella celebre battaglia delle Termopili. Ovviamente vennero sconfitti, ma decimarono gli avversari, dando modo alle altre città greche di resistere all’invasione e si dice addirittura, che Leonida fu l’ultimo a cadere, ucciso da Serse in persona che fu costretto a decapitarlo perché “non voleva morire”.
Anche in ambito musicale questo può succedere, come avete capito dal titolo, si parla di Machine Gun Kelly.
Nella battaglia a suon di rime che ha intrapreso con Eminem, per i più ne è uscito sconfitto, ma nessuno negherebbe che si sia battuto bene con “Rap Devil“.
Purtroppo, o come vedremo, per fortuna, questo ha portato il suo ultimo disco ufficiale, “Hotel Diablo“, ad essere in assoluto il suo disco meno venduto, rischiando quindi di compromettere la sua carriera.
In questo scenario di sconforto, MGK, deve aver visto in fondo al tunnel (in fondo al disco in questo caso) un barlume di speranza: una traccia, una sola, ha fatto successo.
Si tratta di “I Think I’m Ok“, canzone caratterizzata da percussioni suonate dal vivo da Travis Barker, batterista dei Blink-182, e in collaborazione con YUNGBLUD, altro artista che con MGK condivide l’immaginario Punk. Immaginario di cui questo pezzo è pregno: per suoni, per tematiche, per modo di cantare e anche per il video.
Da quel bagliore di speranza MGK diventerà come la fenice, pronto a resuscitare nella sua seconda vita artistica.
La scelta si rivela azzeccata, tanto che dopo qualche pezzo sempre meno rap e più punk, l’ultimo uscito, “Bloody Valentine“, ha totalizzato milioni e milioni di stream su Spotify in poco più di una settimana.
C’è da dire che molti stanno intraprendendo questa strada, la si può vedere nei lavori di YUNGBLD, di Mod Sun e del compianto Lil Peep su tutti.
Parlando dell’italia possiamo citare artisti come Salmo e Fedez o anche artisti giovani come i Tauroboys, Naska o gli Psicologi.
Per la scena italiana, il precursore, nonché colui che non ha mai fatto mistero di essere un Punk, è J-Ax, che da ormai vent’anni salta da un genere all’altro mantenendo sempre la sua matrice originale da vecchio Punk, come lui stesso si definisce.
Quest’integrare suoni provenienti da un altro genere nella propria musica potrebbe essere un esigenza artistica, più che commerciale. Molti artisti potrebbero aver notato che i classici suoni dell’hip hop gli stanno stretti, decidendo quindi di andare verso altri lidi. Per il futuro possiamo annoverare Trippie Red, che ha affermato di voler fare un disco spiccatamente punk rock, o Kendrik Lamar, che integrerà componenti rock nel suo prossimo disco. Una su tutti Billie Eilish, che dopo essersi fatta accompagnare nel tour niente poco di meno che dai Green Day, sta lavorando al suo prossimo disco a contatto con Billie Joe Armstrong.
La domanda è: potrebbe essere questa la nuova Wave che ci conquisterà e ci accompagnerà nei prossimi anni? Torneranno le creste? Personalmente speriamo proprio di sì, del resto deve arrivare qualcosa di nuovo. Come ha detto Tedua: “È finita la moda del Sadboy triste“.
Di Giordano Conversini e Riccardo Bellabarba
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