Come già noto agli appassionati di musica, il 26 Gennaio presso lo Staples Center di Los Angeles si è svolta la cerimonia per l’assegnazione dei Grammy Awards, ovvero dei premi per i risultati dei musicisti con l’equivalenza ai Premi Oscar nel mondo del cinema.
Nella serata, con dedica speciale a Kobe Bryant, l’artista che ha ricevuto più premi è stata Billie Eilish (di cui parlammo in seguito all’uscita del suo album), ma in questo articolo il focus verterà su Rosalía, una cantante di nazionalità spagnola che, nonostante sia stata premiata ai Grammy, merita un maggior approfondimento col fine di comprendere tutto il suo immaginario sebbene non si tratti di rap.
Rosalía, all’anagrafe Rosalía Vila Tobella, nasce a San Esteban de Sasrovinas, un piccolo comune della comunità autonoma della Catalogna. La passione per la musica scocca in seguito a un’esibizione nata in maniera fortuita su richiesta del padre durante un pranzo di famiglia che fa commuovere tutti i commensali. Da ciò deriva l’interesse nello studio della materia che rende specialista di canto e flamenco. Seguono partecipazioni a talent come “Tú sí que vales” in cui però non viene selezionata e a prime esibizioni di un certo calibro sia in Spagna che nel continente americano.
L’amicizia e le collaborazioni con l’artista Raül Refree fanno sì che ella guadagni la nomination ai Latin Grammy 2017 come “Miglior nuovo artista”, nonostante si trovi praticamente agli esordi e al primo progetto, “Los Ángeles”. Tutto ciò la porta alla ribalta nazionale assieme alla relazione col rapper madrileno C Tangana e alle collaborazioni con quest’ultimo.
L’anno successivo è quello della svolta perché l’uscita di “El Mal Querer”, suo primo album ufficiale, segna un solco incommensurabile nella carriera dell’artista spagnola.
El Mal Querer, uscito per Sony, si compone di 11 tracce totali per una durata di circa 30 minuti. L’ispirazione principale per ciò che riguarda il concept arriva dai frammenti della novella gitana “Flamenca”, consigliatale da un amico, che narra le vicissitudini amorose di un uomo e una donna che però viene oppressa dai desideri del suo partner. A partire da ciò, anche l’album di Rosalía racconta una storia d’amore tra un uomo e una donna ma con delle prospettive che differiscono sotto alcuni aspetti. Il quadro completo propone nello specifico una relazione tossica tra i due che però si conclude con il recupero del senno della ragione e del potere. Pertanto, ogni traccia compone un tassello del mosaico e perciò ogni canzone è accompagnata, oltre che dal titolo della suddetta, dal titolo del capitolo a cui fa riferimento in base alle argomentazioni trattate.
A livello musicale, il disco presenta delle innumerevoli influenze che lo rendono ancora più iconico. Innanzitutto, è bene specificare che gli elementi fondamentali in questo frangente sono due : la voce e il flamenco. Le note che la voce segue sono il filo conduttore tra un pezzo e l’altro; tra un lamento e l’altro; tra un capitolo e l’altro.
Sono presenti anche numerosi “jaleos”, conosciuti in Italia col nome di “sporche” o “ad-libs”, derivanti proprio dal mondo della musica tradizionale iberica. Degna di nota anche la presenza di sample di moto in “De Aquí No Sales” che hanno sempre fatto parte della vita di Rosalía e di “Cry Me A River” di Justin Timberlake in “Bagdad”.
Per capire totalmente il viaggio di El Mal Querer è doveroso parlare di contenuti visivi poiché giocano un ruolo fondamentale. La grafica dell’album pone la cantante in primo piano, nuda e irradiata di luce. Sono frequenti anche gli accostamenti tra essa e la pittrice Frida Kahlo, che era solita fare autoritratti tanto quanto Rosalía suole cantare di se stessa, ma come per le opere di Frida qualsiasi persona, soprattutto di genere femminile, può rivedere la propria figura riflessa e immedesimarvici. Comprensibilmente, anche in questo campo sono stati fatti dei passi in avanti perché, per esempio, l’estetica del suo primo album è più silenziosa, senza coreografie live e con solo il chitarrista al suo fianco.
Ovviamente, anche i video mostrano differenti sfaccettature del suo immaginario, partendo da una realtà più operaia che in verità non è altro che la sua estrazione sociale. La mente dietro a tutto ciò è sia sorella Daikyri, che la stessa artista non perde occasione di ricordare per specificare il marchio di fabbrica. In quanto a ciò, infatti, la cantante riporta in auge la figura della “choni”, perfettamente in bilico tra l’eleganza tipica delle sfilate di moda e l’utilizzo dei sandali o abbigliamento legato ai piccoli centri.
A dire il vero, tutto questo non è mai stato un problema per lei per il semplice fatto di essere cresciuta in terra catalana in cui il desiderio di indipendenza ha vissuto il suo apice proprio in questi anni, ma di aver vissuto anche in città come Madrid e Siviglia, ovvero tra i fulcri dell’identità culturale spagnola. Soprattutto il secondo, essendo l’epicentro del flamenco e dunque della musica della terra di Spagna. Per questo una buona fetta della comunità gitana si è schierata contro la natìa di San Esteban de Sasrovinas tacciandola di appropriazione culturale e di utilizzo di simboli con l’intento di provarli del loro significato originale; di renderli alla portata di tutti senza però rendere nota la vera paternità. A tal proposito, la protagonista si limita a sostenere che “il flamenco non appartiene a nessuno, nemmeno ai gitani”; che “la musica non ha nulla a che vedere col sangue e col territorio” e che in Catalogna la musica andalusa fosse molto più che presente.
Si mostra determinata, forte e arcigna, la ragazza. Anche nel rispondere a critiche che la vogliono definire come un prodotto studiato a tavolino dalle multinazionali, specificando di aver composto El Mal Querer ben prima di firmare un contratto discografico.
Rosalía è attualmente la punta di diamante della musica spagnola e sicuramente una figura di riferimento per la musica europea. Le onorificenze ai Latin Grammy e ai recentissimi Grammy Awards, che con la vittoria nella categoria “Miglior album rock, urban o alternativo” fanno di lei la prima artista spagnola a conseguire questo premio così come la nomination nella categoria “Miglior nuovo artista“, che nessuno spagnolo con un album di debutto in castigliano è mai riuscito a raggiungere, non fanno altro che confermarlo.
In un mondo statico e monotono, ha portato una ventata di aria fresca nell’approccio alla composizione musicale così come Lope de Vega nel 1609, durante il Siglo de Oro, fece in seguito alla pubblicazione dell’opera “El Arte Nuevo De Hacer Comedias En Este Tiempo” (traduzione in italiano : L’Arte Nuova Di Fare Commedie In Questi Tempi) che rivoluzionò totalmente il modo di fare teatro. Il drammaturgo si scagliò difatti contro gli accademici proponendo una forma per l’appunto “nuova” rispetto a quelle già esistenti per far sì che il pubblico maggioritario potesse usufruire meglio degli spettacoli teatrali. Ed è ciò che l’artista catalana ha fatto con la sua musica.
Volenti o nolenti, la stella di Rosalía è destinata a brillare sempre di più e probabilmente di una luce sempre più abbagliante.
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