La scena Punk in Italia è sempre stata complessa, non ha mai raggiunto il successo commerciale, eppure tra coloro che sono stati adolescenti tra la fine degli anni 90′ e i primi del 2000 esiste il mito del punk italiano, con gruppi come i Punkreas, i Peter Punk, i Derozer e tanti altri. Nello stesso periodo cresceva un’altra scena: quella hip hop nelle Marche.
Nella regione più sfortunata d’Italia da un punto di vista sismico abbiamo visto nascere e svilupparsi artisti come Fabri Fibra, Nesli e Claver Gold.
Le Marche sono particolari per crescere, si alternano campagne e periferia, senza una vera città, anche i centri più grandi non sono paragonabili alle vicine Perugia o l’Aquila. L’eccezione poteva essere forse Camerino con l’università, ma essendo venuta giù due volte in vent’anni (la città, non l’università) non credo sia possibile considerarla.
In quest’atmosfera così tragica e così rurale nascono tanti artisti, forse fomentati proprio da questa situazione che le fa assomigliare agli stati del Sud degli USA.
Tornando alla musica, il primo incontro tra Punk e Hip Hop nelle marche avviene nel 2004, con “Mr. Simpatia” di Fabri Fibra, un disco di certo rappato e di certo con strumentali legate al rap, ma da un punto di vista di contenuti non c’è nulla di più Punk.
Per avere un secondo incontro tra i due generi nella regione di Leopardi bisognerà aspettare ben sedici anni, con l’artista di cui parliamo oggi, Naska.
Recensione di ALO/VE di Naska
ALO/VE è il primo Ep di Diego Caterbetti, in arte Naska, uscito il 6 Marzo 2020 per “Yalla Movement” sotto “Epic Release”, interamente prodotto da Big Fish, conta 6 tracce per un totale di 18 minuti e 41 secondi.
Di seguito, insieme ad una recensione track by track, vicino al nome del brano, troverete il nome del gruppo che secondo me ha influito di più nella genesi del brano
Dormi ( – My Chemical Romance)
L’intro è una canzone d’amore disperata le cui sonorità ricreano alla perfezione l’atmosfera di cui parlavo sopra. Il brano racconta di un ragazzo che si rivolge a una ragazza chiedendogli non tanto di ricambiare il suo amore, ma più che altro di scaricarlo definitivamente, così da non soffrire ulteriormente. Mentre le strofe ricalcano molto la Trap un po’ più tecnica, il ritornello è puramente Emo, accentuato dall’esplosione di chitarre elettriche nell’ultima ripetizione.
California ( – Green Day)
In questa traccia si parla di disagio giovanile in modo molto particolare.
Il fulcro del testo è il voler scappare dalla piccola realtà in cui ci si trova verso una “California” dove sicuramente tutto andrà meglio. Le droghe e l’alcool impediscono a questa California di portarci via costringendoci totalmente ad una puro gioco ipotetico fatto d’immaginazione.
Musicalmente siamo molto vicini alla traccia precedente, ma stavolta le chitarre si sprigionano in ogni ritornello e sono più preponderanti rispetto al Synth utilizzato.
Tu che ne sai feat. Zoda ( – Sum41)
Dopo la riuscitissima “Yolown”, il duo torna a cantare insieme per quest’inno generazionale. Sta volta è la depressione ad essere presa in esame presentando un personaggio problematico che sembra essere compatito da persone che, invece, non sapendo dove origina questa tristezza, non fanno altro che peggiorare la situazione fino a portarlo all’estremo. Il concetto di falso interesse trasformato in odio passa benissimo dal video, esplicito ma non troppo, che ha anche qualche citazione simpatica a cult del cinema anni 90′. A Zoda è affidata la parte più Rap, mentre a Naska quella più melodica e i due coadiuvati dalla base, stavolta molto mininal, creano una hit che non sfocia nel banale. Sta volta le chitarre sono acustiche e ad impadronirsi della strumentale, nel ritornello, sono invece le percussioni.
2024 feat. Knowpmw ( – Blink 182)
Alla quarta traccia le chiatarre elettriche sono omnipresenti che unite a una batteria sporca e molto basic, vanno a fermare una tela puramente punk, sulla quale Naska cuce un’autocelebrazione ironizzando sul “Club dei 27” al quale auspica di far parte. Si sprecano le citazioni a Idoli della musica che ne fanno parte, ma speriamo che Naska rifiuti l’invito nel 2024.
Non Fidarti ( – Sex Pistols)
Se nella traccia precedentemente il richiamo era al pop punk americano, in questa ci spostiamo in Inghilterra, con sonorità più ovattate e violente.
Il testo racconta il rapporto del protagonista con le altre persone alle quali non fa altro che mentire sulla sua situazione emotiva nascondendo la sua depressione e in qualche caso togliendosi dai problemi, quasi come Maschere Pirandelliane.
A letto sveglio ( – American Football)
L’outro ci trascina fuori nello stesso mood con cui ci siamo entrati, ma con sonorità più ricercate, concentrandosi maggiormente sulla relazione e meno sulla reazione.
Che dire, sarà il suo usare basi punk per tematiche hip hop o basi hip hop per tematiche punk, sarà la chitarra onnipresente, saranno le strumentali di Big Fish, ma il disco è di una compattezza paurosa.
Un lavoro coerente che si sposta su più stili senza mai tendere troppo a uno o all’altro, che propone un’idea innovativa per l’Italia e che sicuramente, se supportato al modo giusto, porterà qualcosa di veramente bello da vedere live.
Consiglio a tutti l’ascolto di questo ALON/E di Naska e senza dilungarmi oltre, speriamo che nel 2024 Diego non trovi le pallottole per ricarica un’arma da fuoco.
Di Giordano Conversini
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