Sono entrato a contatto con la visione peculiare di elliot grazie a Matteo Mir con “LAFAYETTE“.
Era settembre e, mentre affrontavo un periodo di forte cambiamento e destrutturazione interiore, l’immaginario a cavallo tra decadenza e futurismo mi ha colpito fin da subito, facendomi entrare nelle profondità del suo animo.
“Il mio cavallo scalpita
elliot – €UROSTAR (€LIA, 2025)
Tutta Europa Attila
Il cielo Su Parigi sanguina
Eurostar la mia attitude
da come passo La Manica
Il Piano è vivo e mi parla
neanche io posso più fermarlo”
Un mondo post-apocalittico desolato, raffigurato dall’immagine di una Berlino distrutta e radioattiva nella sua cover è ciò che rappresenta elliot in €LIA, il suo nuovo album.
L’artista è seduto in lontananza dalle macerie della città, un superstite che un po’ come Artyom della serie Metro o il Corriere di Fallout New Vegas si trova a vagabondare nella civilità ormai perduta.

“Guardami negli occhi, vedi dentro
elliot – INTRO ELIA (€LIA, 2025)
nel deserto sono solo”
La solitudine di Elia in questo mondo emerge sin dalle prime note dell’ Intro, in cui il deserto tossico che affiora dai suoi occhi gelidi si rivela metafora della sua parte interiore ormai arida.
Traccia dopo traccia l’attitudine più cruda e autoreferenziale si arricchisce di citazioni che affondano le radici nella storia e nella mitologia fino a sfociare a riferimenti alla tecnologia e alla fantascienza.
La scrittura ricercata e identitaria si tinge grazie alla presenza di luoghi sempre diversi e dall’utilizzo di più lingue che, oltre a rafforzare la delivery, testimoniano l’esperienza di elliot in giro per l’Europa.
“Ich verlasse Fiumicino, und ich lande in Schönefeld”
elliot – DIECIMILA ( €lia, 2025)
elliot – DIECIMILA
Il sottofondo ad opera di IMAGE fa da perfetta colonna sonora per il viaggio di elliot, tra distruzione e rinascita, ricalcando perfettamente la narrazione distopica con atmosfere tossiche e sonorità metalliche.
In questa landa di desolazione si collocano Howl, K Paynggolan, Quest, Overino Jr e Occhiaia 47 che più che ospiti, diventano veri e propri compagni di viaggio tra le macerie della sua interiorità adattandosi al meglio all’ambientazione.
“Vengo dal tartaro, il fuoco dentro le iridi
K Paynggolan in SOLDATI DI TERRACOTTA (€LIA, 2025)
Tutti i nostri nomi sono scritti sulle lapidi”
Ai momenti più irruenti e aggressivi di tracce come €UROSTAR, DIECIMILA o 150%, che rappresentano un po’ la parte più istintiva del progetto, si affiancano momenti in cui la superfice più grezza si sfalda facendo affiorare la sua vena emotiva più nascosta.
Un senso di estraneità e inadeguatezza affiora tra le barre di pezzi come METALLO, NN HO SONNO e COMPLETO NESSUNO andando in netto contrasto con la sregolatezza della sua parte più distruttiva.
Due mondi contrapposti tra rivalsa e impotenza che ricordano, grazie anche a costanti citazioni e rimandi più o meno espliciti, l’estetica caratteristica del Barabba più iconico del rap italiano: Achille Lauro.
La sofferenza nella voce di Elia è palpabile, l’introspezione si fa sempre più profonda e la trasgressione fa spazio alla penitenza, lasciando intendere che tutta quella distruzione è opera sua.
Elia è un sopravvissuto, destinato a girovagare senza meta in un posto ostile che non riconosce più come suo, alla costante ricerca di sè stesso e della redenzione dove ormai è tutto perduto, proprio come Lauro.
Tutto questo culmina nell’outro di “€LIA” con VIVO COME FOSSI L’ULTIMO dove l’artista, omaggiando l’omonima traccia di “Barabba Mixtape” e riprendendo anche il suo ritornello, rivela tutte le sue vulnerabilità per un briciolo di salvezza.
“So che cos’è
elliot – VIVO COME FOSSI L’ULTIMO / Achille Lauro – Vivo come fossi l’ultimo
Che sto mondo ci tiene lontani come fossi io senza te
E sta ad ascoltare, ad aspettare”
Sul confine tra ambizione ed illusione elliot scruta dentro di sè liberandosi dal peso delle proprie scelte per far spazio alla rinascita dalle proprie macerie.
Nessun commento!